Sabato mattina.

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Quel sabato mattina non lavoravo quindi decisi di andare a prendere io stessa Manuel alla stazione. Il suo treno arrivava alle 11.15 ed io non volevo farlo aspettare un minuto. Mi misi addosso un vestito nero, un paio di anfibi e una collana con un cuore d'argento. Lasciai i miei capelli ricci sciolti e agli occhi misi un filo di mascara. Avrei voluto nascondere le mie lentiggini con il fondotinta ma non c'era tempo. Presi una borsetta in cuoio ed andai a prendere il treno fino a Firenze.
Erano le 10.45 quando finalmente arrivai ed il tempo sembrava non passare mai. Avrei voluto fumarmi una sigaretta ma sapevo che a Manu l'odore del fumo dava fastidio quindi evitai. Controllai il binario, più precisamente era l'8 e mi fermai davanti ad aspettare il suo treno.
Alle 11.15 arrivò la freccia rossa ed iniziò a scendere molta gente. Ero agitata perché non vedevo scendere Manu ma soprattutto perché sapevo che avrei dovuto dire qualcosa...

Qualcosa di difficile da confessare..

Dopo circa 5 minuti lo vidi scendere, con una camicia ed un paio di jeans. Il viso pulito, senza un filo di barba, i suoi occhi azzurri sempre grandi e sempre belli.

Avevo le farfalle nello stomaco...

Manu si avvicinò e mi disse : "Ciao bimba!" Si io ero la sua bimba e sapevo che nemmeno la sua ragazza la chiamava così.
"Ciao Manu, ti trovo bene" dissi io agitatissima.
" Vieni andiamo, ti offro un caffè" disse lui sistemandosi il colletto della camicia.

Il suo profumo mi faceva impazzire ma anche i suoi occhi non scherzavano...

Le cose che non ci siamo mai detti.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora