"Sei una puttana."
Nella mia testa rimbombavano le sue parole, con queste tre parole mi aveva uccisa. Io non ero una puttana, lui mi ci aveva fatta diventare contro la mia volontà se non fosse per lui a quest'ora sarei ancora vergine. Scappai via da casa in meno di due secondi ed avevo cominciato a correre fino a non avere più fiato, ero arrivata ad un parco sconosciuto e completamente vuoto, data la tarda ora della sera, e mi ero accasciata sotto un albero a piangere. Mi faceva così male il cuore. Piansi per ore, finché non mi addormentai con le guance rigate dalle lacrime.
Sono Angie, ho 17 anni, non mi reputo né bella ne attraente, sono.. Normale diciamo. Sono alta e abbastanza magra, ho gli occhi color caramello, e dei lunghi capelli biondi.
Venni svegliata da un rumore assordante, somigliava quasi ad uno sparo. Spaventata mi alzai velocemente guardandomi intorno. In lontananza vidi una figura stesa atterra, involontariamente gridai attirando l'attenzione di due ombre che iniziarono a correre verso la mia direzione, cominciai a correre cercando di allontanarmi da loro il più possibile, dopo dieci minuti controllai alle mie spalle, ma non c'era nessuno, fortunatamente ero riuscita a seminarli, ma avevo parlato troppo presto. Quando tornai a guardare davanti a me incontrai due occhi azzurri che mi fissavano divertiti. "Ei bambolina" disse il ragazzo davanti a me. Lo osservai meglio, era molto più alto di me, aveva un ciuffo castano e degli occhi azzurro chiari a dir poco stupendi. "Dove pensavi di andare?" Parlò ancora "io voglio sono tornare a casa mia, per favore." Dissi terrorizzata "non possiamo lasciarti andare a casa tesoro, hai visto un po' troppo." Rispose lui indicando il ragazzo alle mie spalle, anche lui come l'altro era più alto di me ed aveva un ciuffo biondo, molto probabilmente tinto vista la ricrescita castana, e degli occhi blu come il mare. "Per favore non dirò niente lo giuro."pregai con le lacrime agli occhi "non se ne parla. Devi venire con noi. LUI deciderà cosa fare." Disse per poi iniziarmi a tirare per un braccio. "Per favore no, vi prego lasciatemi andare." Gridai io sul punto di piangere. Tanto non mi avrebbe sentito nessuno, eravamo ancora in quel parco, ed era ancora notte fonda. "Non fare storie ragazzina, fai la brava ed andrà tutto bene." Parlò il biondo aiutando l'altro a tirarmi via. Continuai comunque a dimenarmi senza risultati. "Hai del cloroformio appresso?" Chiese ad un certo punto il biondo, "ho il fazzoletto che abbiamo usato prima." Rispose l'altro. Non feci in tempo a rendermi conto di cosa stesse accendendo fin quando non mi venne messo davanti al naso e alla bocca un fazzoletto imbevuto di qualcosa e in pochi secondi i miei occhi si chiusero. Quando mi svegliai mi resi conto di non essere nella mia camera con i muri verdi e i ricordi della sera prima tornarono limpidi nella mia testa, lo sparo, i due ragazzi, il fazzoletto. Mi alzai lentamente a causa dei lividi che quel bastardo mi aveva preoccupato la sera prima. Girai per la stanza fino a che non trovai uno specchio appeso al muro, osservai il mio riflesso, ero uno schifo, avevo il labbro inferiore spaccato con del sangue secco intorno e un occhio contornato di nero. Sul corpo invece ero piena di lividi. Spostai lo sguardo per non piangere di nuovo e i miei occhi si posarono su una porta, mi incamminai verso essa è con mia sorpresa si aprii dando spazio ad un corridoio che si concludeva con delle scale. Dal piano di sotto si sentivano delle voci maschili. Scesi lentamente le scale cercando di fare meno rumore possibile. Quando arrivai all'ultimo gradino zoppicando, difronte a me trovai un divano nero con tre ragazzi, di cui uno era il biondo, seduti sopra che giocavano a qualche videogame a me sconosciuto. Sfortunatamente caddi attirando l'attenzione dei tre, uno di loro si alzò subito venendomi incontro "ti sei fatta male?" "No.." Risposi in sussurro appena udibile "vieni ti aiuto." Disse porgendomi la mano, l'afferrai indecisa e mi tirai su. "Vai in cucina, ti stanno aspettando." guardai stranita i suoi occhi color cioccolato domandandomi chi mi stesse aspettando ma il ragazzo tornò a sedersi lasciandomi li. Lentamente mi incamminai verso la porta indicata dal ragazzo precedentemente. Quando entrai trovai il ragazzo con il ciuffo castano che parlava con un'altro ragazzo girato di spalle. "Finalmente ti sei svegliata tesoro." Disse il castano sorridendo, rimasi i silenzio guardandomi i piedi nudi. Il ragazzo di spalle si girò verso di me. Odio ammetterlo ma era veramente bellissimo, aveva dei lineamenti non del tutto inglesi, forse pakistani, la sua pelle olivastra si intonava perfettamente con i suoi occhi del colore del sole. Prima che potesse guardare il mio viso abbassai lo sguardo. "E così sei tu la famosa ragazza che ha creato un po' di guai ai miei amici." Disse venendomi incontro "rimasi in silenzio "Guardami, non ti mangio mica eh." Lentamente feci incontrare in nostri occhi. Il moro osservò attentamente il mio viso restando con la bocca leggermente dischiusa. Quando si riprese indurì la mascella guardando duramente il castano. "Chi ti ha picchiata?" Domandò severo. Non risposi. "Rispondimi!" Quasi urlò, lo guardai spaventata spostò lo sguardo sul suo amico guardandolo malissimo "Sono stati loro due?" Chiese poi più calmo capendo di avermi spaventata, scossi la testa velocemente in segno di negazione, "e allora chi è stato?" Rimasi ancora in silenzio guardando da un'altra parte con gli occhi lucidi. Stava per parlare ancora quando il castano lo interruppe, "Zayn io dovrei andare da El, sono tre giorni che non mi faccio sentire" il moro spostò l attenzione si di lui "vai tranquillo e di agli idioti di la di tornarsene a casa loro." "Perfetto, a stasera" disse il castano dando una pacca sulla spalle a Zayn "ciao bella" disse poi rivolto a me per poi uscire dalla cucina ed andare via con gli altri tre ragazzi. Eravamo rimasti soli, continuavo a tenere lo sguardo basso mentre lui osservava il mio corpo, lentamente cominciò ad avvicinarsi, quando arrivò a pochi centimetri di distanza porto le sue mani sulla mia maglietta cercando di tirarla su ma fu subito bloccato dalle mie mani. "T-ti prego no.." Parlai per la prima volta "tranquilla non voglio farti nulla, voglio soltanto vedere se hai altre ferite."studiai il suo sguardo, sembrava sincero, così lentamente tolsi le mani lasciandolo fare, quando vide la grande macchia viola che avevo su un fianco sgranò gli occhi sfiorandola leggermente, gemetti allontanandosi velocemente "scusa.." Sussurrò lui cercando di riavvicinarsi "Vieni con me" disse facendomi segno di seguirlo, lo segui per le scale fino a che arrivammo ad una porta, quando la aprì scoprii che era un bagno. "Siediti li" disse indicando il bordo della vasca da bagno, si girò di spalle prendendo del disinfettante e dei cerotti, per poi girarsi di nuovo verso di me ed iniziare e pulire il sangue secco dal mio viso "Dimmi se rifaccio male ok?" Annuii guardandolo mentre era concentrato a non farmi male. Era la prima volta che qualcuno curava le mie ferite.
Salve ragazze, ho voluto provare a scrivere la mia prima storia, in realtà sarebbe la secondo, perché già e sto scrivendo un'altra su Harry, se volete leggermela ditemelo che la pubblico. Spero che ci piaccia. Bacii😘
Alice.🌻