Capitolo 1

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DRIIIIIIIIIIIIN... DRIIIIIIIIIIIIN... DRIIIIIIIIIIIIN...

Sì sveglia, ho capito! Come sei insistente questa mattina. Solo altri cinque minuti...

Un quarto d'ora dopo

Spalanco gli occhi, non per la sorpresa, ma per la consapevolezza di essermi addormentata, di nuovo. Sfido chiunque ad uscire da sotto questo caldo piumone, solo per affrontare la dura (e gelida) realtà! Mio malgrado, mi trascino giù dal letto e alla massima velocità possibile per essere prima mattina, mi lavo, mi vesto, prendo la mia prima dose di caffeina del giorno e va già meglio!

«Joy sbrigati, sei in ritardo anche oggi! Ti aspetto in macchina.»

«Sì mamma, arrivo.»

Ma mia madre si è già precipitata giù per le scale. Sorrido, meno male che c'è lei.
Salgo in macchina e controllo l'ora: 8.24 AM

«Dai mamma, non è poi così tardi stamattina, immaginavo peggio» dico con un briciolo di ironia che fa parte di me.

«Ma come? Stai scherzando!? Possibile che non riesca ad entrarti in testa che le lezioni iniziano alle 8.00? Sono già passati tre mesi da quando è iniziata la scuola, direi che sarebbe anche ora di iniziare ad abituarti, non credi?»

Mia madre odia il mio essere così ritardataria, ma io cosa posso farci? È la mia natura, soprattutto la mattina!
Però io ho le mie armi segrete...

«Dai mammina che tra poco iniziano le vacanze di Natale e a Natale sono tutti più buoni, ricordi?» le faccio gli occhi dolci e lei scoppia in una risata e scuote la testa.

«Sei impossibile.»

Rido anch'io.

«Lo so mamma, grazie del passaggio.»

Il tragitto casa scuola è veramente breve per mia fortuna, decido di controllare l'orario scolastico di oggi, perché sì non lo controllo mai prima e sì la mia entrata in scena (cioè in classe) dipende dal prof che ci sarà alla prima ora!
Bene, direi che la giornata comincia nel migliore dei modi: tecniche di impianti, ovvero il mio prof preferito (e direi anche l'unico) che ci permette praticamente di tutto! Così mi faccio avanti e busso prima di entrare, come già prevedevo tutti si fanno i propri fatti. Con un cenno del capo il prof mi da il consenso di entrare e non mi segna neanche il ritardo, non finirò mai di ringraziarlo (mentalmente, ovviamente)!
È una cosa che proprio non mi riesce quella di esternare ciò che provo, nonostante pesi soltanto 49 kg ho la capacità di tenermi così tante cose dentro che, se è vero che abbiamo un'anima, la mia peserà decine di tonnellate! A volte mi odio quando vorrei dire "ti voglio bene" ma le parole mi muoiono in gola.

«Ehi buongiorno bella addormentata!» la voce di Harry mi riporta alla realtà.

«Buongiorno a voi!»

La mia classe è letteralmente divisa in due gruppi, in tutto e per tutto. Il mio è formato da: Alexia, nonché la mia migliore amica, Sarah, Clare, Harry e Logan.
Fino a un paio di anni fa avrei detto che io non faccio parte né dell'uno né dell'altro, diciamo che preferivo stare da sola piuttosto di accontentarmi di persone che non capivano la mia personalità.
Mi avvicino al mio banco e decido di approfittare di quest'ora per concedermi un po' di relax e prepararmi psicologicamente alle prossime ore di matematica. Estraggo il cellulare dalla tasca posteriore dei miei jeans e trovo un messaggio.

Messaggio da: David

*buongiorno principessa*

Decido di ignorarlo. Da qualche mese mi "frequento" con questo ragazzo o per meglio dire lui frequenta me, ma non ho intenzione di continuare a lungo. È più grande di me di qualche anno, io frequento il terzo anno, lui il quinto ma è ripetente. Ci hanno presentati un giorno ad una festa e da quel giorno ha iniziato a contattarmi su Facebook, ma l'ho sempre ignorato. Come chiunque tentasse di contattarmi d'altronde. Non mi piace illudere le persone né tanto meno deluderle. Per questo motivo non instauro mai rapporti a caso, da una persona che non conosci non rimarresti mai deluso.
Poi un giorno ha magicamente avuto il mio numero di cellulare così ci siamo sentiti, giusto il tempo di capire di chi si trattasse ed ho ricominciato ad ignorarlo. Non ci siamo più sentiti finché il primo giorno di scuola i nostri istituti hanno riunito in un assemblea tutte le classi, così ci siamo visti. Mi ha fermata e ha iniziato ad accusarmi del fatto che io non volessi sentirlo senza nemmeno sapere cosa realmente volesse da me, ho risposto che semplicemente non mi importava. Non si è arreso nemmeno a quel punto e mi ha fatto promettere che avrei risposto ai suoi messaggi. E così è stato, mi sono ripromessa di non chiudere sempre le porte in faccia a priori. Volevo imparare a dare una possibilità alle persone e così magari avrei cambiato idea. Abbiamo parlato del più e del meno e qualche volta è venuto a trovarmi nel mio piccolo paese. Ho scoperto che è un ragazzo davvero gentile e dolce. Una sera all'improvviso mi ha baciata, mi ha baciata in una maniera dolcissima. L'unico problema è che io a quel contatto mi sono sentita congelare dentro. Non ho detto niente per non ferirlo, ma ho comunque iniziato ad allontanarmi. Io non so cosa sia l'amore, ma se è come vedo nei film o come leggo nei libri, io non l'ho mai provato. Pertanto sono l'ultima persona che può permettersi di parlare d'amore, ma oltre al fatto che non voglio legarmi a nessuno, penso che questa reazione non sia stata comandata solo dalla mia testa, ma anche dal mio cuore.

"Chissà se è solo questo il motivo per il quale lo respingi" improvvisa la mia mente.

Ho deciso di parlargliene e lui era distrutto, mi ha scongiurato di non mandare tutto all'aria così presto, di avere pazienza perché con il tempo mi sarei affezionata e magari innamorata di lui (innamorata, io...). Non me la sono sentita di ferirlo e continuiamo a sentirci, ma molto meno di prima e a vederci ancora meno.

Le lezioni passano tutto sommato velocemente, cammino verso casa quando il rombo di una moto che passa attira tutta la mia attenzione facendomi girare la testa verso quel rumore... per vedere quella moto.

"O forse per vedere il conducente" suggerisce la mia testa.

Penso di avere un'altra me stessa dentro la testa che nei momenti meno opportuni mi giudichi, penso sia la parte di me razionale e infatti spesso non siamo d'accordo.
Tanto a me non importa di nessuno, se ne farà una ragione anche la mia mente prima o poi. Decido di sedermi su una panchina per calmarmi un po' e mi metto a scorrerere distrattamente nella rubrica... mi soffermo alla lettera "C", su un contatto memorizzato: Cameron 750.
Sorrido istintivamente, perché devo essere così complicata? Non mi importa niente di nessuno e l'unica persona per la quale ho provato un minimo di curiosità in sedici anni di vita è un ragazzo già abbastanza grande e, come se non bastasse, fidanzato da parecchi anni. E siccome al peggio non c'è mai limite, è anche uno dei migliori amici di mio fratello. Praticamente una cosa IMPOSSIBILE.
Qualche anno fa pensavo fosse la solita passeggiera cotta per l'amico del fratello e ho anche rubato il suo numero di cellulare dal telefono di James, copiando anche il nome Cameron 750 (che, ho scoperto da poco, sta ad indicare la cilindrata della sua moto). Insomma, una ragazzata.
Mi era sembrato di aver conquistato il mondo quando sono riuscita a prendere di nascosto il cellulare di mio fratello e rubare quel numero che, a mio modo, sarebbe servito chissà a cosa... risultato? L'ho imparato a memoria per quante volte l'ho letto e riletto senza, ovviamente, concludere nulla. Ero davvero piccola. Saranno passati circa tre anni e, devo dire, che quel numero lo ricordo ancora. Ma cosa potrei mai farci di diverso? Non oserei mai chiamarlo né tanto meno scrivergli, né a lui né a nessun'altra persona. Soprattutto ad una persona impegnata, mai.
Non so perché, ma quando mi capita di vederlo mi fa sempre un certo effetto, ma nulla di che, è un bel ragazzo e non si può negare, ma ciò non toglie che resterà solo una mia stupida fantasia.

***

Indifference ~ amore complicato #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora