Capitolo 2

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Arrivo a casa affamata e trovo già tutti a tavola, aspettano solo me. Lavo le mani e sono già seduta al mio posto.

«Buon pranzo a tutti.»

Mangiamo serenamente un'abbondante porzione di pasta chiacchierando del più e del meno.

«Manca davvero poco alla mia partenza, non vedo l'ora!»

Per poco non mi strozzo! Mio fratello parte!?

«E dove vai?» mi affretto a chiedere.

«Ma come, te ne sei dimenticata? Vado a Londra per due settimane!»

Oddio, ma si che lo avevo dimenticato. Me lo avrà detto almeno sei mesi fa!
Londra... così lontano?
E due settimane... così tanto?

«Ma devi andare per forza?» chiedo con gli occhi più dolci possibili.

Lui scoppia a ridere.

«Certo che devo, aspettiamo questo viaggio da mesi.»

«E come riuscirò a dormire la sera senza di te nella stanza?»

Mi abbraccia.

«Dai non farmi sentire in colpa, ormai abbiamo prenotato tutto e non possiamo di certo dare buca ai nostri amici.»

«Quali amici?»

«Cameron e la sua ragazza verranno con noi.»

Oh, ma certo. Un briciolo di delusione mi attraversa per un attimo, ma la voce di mio padre mi distrae.

«Dai lascialo andare, dovrai pur abituarti prima o poi a dormire senza di lui.»

«Sì papà, dovrò purtroppo.»

Mio fratello per me è tutto. Ha sette anni in più di me ed è come un secondo papà, il mio punto di riferimento. Dormiamo insieme da sempre e se la sera non lo sento tornare e mettersi nel letto accanto al mio, non riesco a prendere sonno. È una cosa reciproca, anche James è pazzo di me e anche parecchio geloso aggiungerei! Anche se veramente di rado gliene do modo, non esco molto e non frequento per niente persone al di fuori della mia cerchia di amici.

Il pomeriggio è passato in fretta, ho scritto degli appunti per l'interrogazione di domani poi ho fatto una doccia e sono andata nella nuova palestra che frequento da un mese circa. Io che vado in palestra è un'altra cosa che mi suggerisce che veramente qualcosa in me ultimamente non va. Io che sono l'emblema della pigrizia. Io che il mio motto è divano, cibo e libri... e sempre io che il mese scorso decido di dar ascolto a Chloe, la mia vicina di casa, che mi ha letteralmente obbligata a farle compagnia all'inaugurazione di questa benedetta palestra.

«E dai che sarà mai, andiamo solo a vedere... ti prego, non farmi andare da sola!» mi disse facendo gli occhi dolci.
«E va bene! Ma andiamo solo a vedere e torniamo a casa.» acconsentii esausta. Quando arrivammo la prima persona che notai tra la folla fu lei. Catherine. Era la storica fidanzata di Cameron e d'istinto mi girai intorno e mi ritrovai a cercarlo con lo sguardo. Per fortuna non c'era. Mi allontanai dal campo visivo di Catherine, l'ultima cosa che volevo era farmi notare. Mi resi conto di essermi persa nella mischia e iniziai a cercare Chloe tra la gente. Finalmente la trovai.
«Ehi, ma dov'eri finita? È da mezz'ora che ti cerco!» affermò e, con ancora un dolcino in una mano, mi afferrò per un braccio e mi portò dentro in quello che sarebbe stato l'ufficio di quella palestra.
Quella ragazza era un turbine di energia, a differenza mia. E prima che me ne rendessi conto, consegnò due fogli già compilati ad una ragazza che stava dietro ad una scrivania.
«Cosa stai facendo? Cosa sono quei fogli?" le chiesi sospettosa.
«Sono le nostre iscrizioni» disse come se fosse la cosa più naturale di questo mondo.
«Le nostre cosa!? Tu sei pazza. Io non ho mai messo piede in una palestra e non ho intenzione di cominciare adesso.»
«Sì che comincerai. Lo farai per te stessa, perché... Dio un po' di vita sociale! Ma soprattutto lo farai per me. Non mi va di iniziare da sola e oltretutto, se ci iscriviamo entrambe stasera, avremo un bonus sconto imperdibile!»
stavo per ribattere quando una voce alle mie spalle attirò la mia attenzione.
«Joy, mio Dio quanto tempo! Fatti vedere... ma quanto sei cresciuta, quasi non ti riconoscevo! Perché sei tu, la sorella di James vero?» mi chiese ironicamente.
«Sì, Catherine sono proprio io.»
«Sei diventata davvero una bellissima ragazza!»
E adesso tutta questa dolcezza? Non capivo. Ma mi ci vollero pochi istanti per capire tutto: Chloe alle mie spalle che acconsentiva alla procedura di iscrizione e lei che mi disse
«Dai, non ci posso credere che sei tra le mie prime clienti!»
Tue prime cosa!? Avrei voluto urlare.
E invece niente. Il silenzio totale.
Dio, era la sua palestra. Sua!
E quando provai a ribattere per l'ennesima volta, a tutti quei perché non ho saputo più cosa rispondere e di certo non avrei potuto dire che il motivo fosse, oltre alla mia innata pigrizia, Catherine. Primo perché personalmente non mi aveva fatto nulla di male e secondo non potevo mica destare sospetti sul perché non mi andava a genio.

Ed eccomi qui adesso, sfinita sul letto a fissare il soffitto.
Devo dire che il seguito è stato meno traumatico di quanto mi aspettassi. Frequento al massimo due volte a settimana (siamo arrivate a questo compromesso con Chloe). Le lezioni di aerobica o Zumba sono "divertenti" e davvero mi aiutano a distrarmi.
Catherine la vedo ben poco in quanto è molto impegnata con la tesi di laurea e quindi fila tutto liscio. Le poche volte che me la sono ritrovata in palestra è andato tutto normalmente. A parte il fatto che ogni volta che nominava Cameron, un brivido mi attraversava la schiena. E la cosa che più mi infastidisce è il fatto che quando lo nomina, lo fa soltanto in negativo o comunque sia per denigrarlo.
Ma questi non sono di certo affari miei.

Guardo l'orologio che segna le 23:28.
Faccio una doccia veloce e mi metto a letto pensando al trauma di domani mattina, ma mi consolo constatando che è l'ultimo giorno in cui dovrò svegliarmi presto! Da dopodomani cominciano ufficialmente le vacanze natalizie. Non che impazzisca di gioia all'idea delle festività, ma almeno potrò dormire in santa pace sotto il mio caldo piumone! Mi rilasso nel letto con questo pensiero, cadendo in un sonno profondo.

L'interrogazione è andata meravigliosamente bene, mi è bastato leggere gli appunti scritti ieri mentre la prof si sistemava e mi sono candidata come volontaria. Ho iniziato a parlare, con tutta la passione che ho per la letteratura, di ciò che ho appena letto e alla fine mi sono aggiudicata un bel nove!
Mi ha messo di buon umore e adesso, mentre mangio il mio panino in cortile, non faccio altro che pensarci.
È la voce della mia migliore amica a svegliarmi da uno dei miei soliti stati di trance.

«Ma dico io, tu un giorno mi spiegherai come fai!» dice puntandomi un dito contro.

Io scoppio a ridere e fingendo di non capire le chiedo:
«Ma di cosa parli Alexia? Calmati.»

«Sai benissimo di cosa parlo. Non è umanamente possibile che io passi intere giornate sui libri per poi prendere un misero voto e tu, che non sai nemmeno cosa significhi studiare, ti becchi addirittura un nove. NOVE. Ma stiamo scherzando?»

Scoppio a ridere e quasi mi soffoco con il panino. Contagio anche Alexia che si siede accanto a me e tra una risata e un'altra mi dice:

«Ti voglio bene scema.»

La guardo e sorrido. Dopo qualche minuto di strano silenzio Alexia parla.

«Tu non me lo hai mai detto.»

«Cosa?»

«Che mi vuoi bene, non me l'hai mai detto.»

«Ale, scusami. Davvero scusa, ma io ho bisogno di persone che quando le guardo negli occhi lo sentano che in quel momento gli sto dicendo quanto bene gli voglio.»

Mi alzo e la lascio da sola perché in realtà sono io a voler stare da sola.

****

Sono passate anche le infinite ore di matematica e adesso siamo all'uscita della scuola a salutarci ed augurarci buone feste.

«Mi raccomando Joy, adesso fatti vedere direttamente a gennaio hai capito?» mi dice Sarah e tutti gli altri annuiscono guardandomi in cagnesco.

Apprezzo davvero tanto il fatto che, pur avendo un carattere particolare, i miei amici tengano così tanto a me. Ho trascorso tutta la mia infanzia senza degli amici veri. Poi alle superiori ho incontrato loro e pian piano abbiamo legato sempre di più. Loro sono le uniche persone che sono state in grado di capire che la mia è solo una corazza e che basta solo sapermi prendere.

«Macchè ragazzi, come potrei stare tutto questo tempo senza vedervi? Ci sentiamo presto e vi prometto che organizzeremo una bellissima uscita tutti insieme!»

Indifference ~ amore complicato #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora