18- Badlands

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Noi, anime prave stipate in scalini piramidali alla base dell'incoscienza, sappiamo riconoscere perfettamente la differenza tra un corvo e una scrivania. Cosa ne sa il Cappellaio Matto, lui che di società non ne ha avuto il minimo assaggio.

Siamo tutti legati tra di noi da delle manette invisibili, ci illudiamo di essere speciali e non decidiamo mai di convivere con le nostre vere indoli. Ció che questo comportamento sfrutta non è altro che pubblica amministrazione delegata agli obblighi comuni in un universo totalmente collaudato con la forza dell'inappartenenza, che in un certo senso è una spiegazione controversa a tutte le bugie a fin di soporiferi che ci costringono a ingoiare. Per scopi comuni, sapete.

Ora, essendo noi umani creature simili a organismi geneticamente modificati, possiamo supporre che le attività riproduttive che utilizziamo per la sopravvivenza della nostra specie ci porteranno a un lento e ostile decadimento fisico e morale.
Ci riproduciamo come formiche, creiamo nuove città e le popoliamo come fossero formicai. Le attività dominanti che oggi si sviluppano per fini benevoli al 0,05% della popolazione mondiale comprendono una gran vastità di piani devoti all'autodistruzione e lo sviluppo di un nuovo, grande e orribile formicaio in cui tutto il popolo è sopraffatto dalla Formica Regina.

Almeno, fin quando qualcuno si infiltra nel sistema e lo attacca dall'interno.

Supponiamo di avere la Formica Regina intrappolata da una barriera che la confina dal resto del popolo, e supponiamo anche che i suoi servitori siano impegnati a respingere i buoni idealisti. Quella piccola formica puó approfittare della distrazione di tutti per intrufolarsi nel cuore dell'Impero e portarlo al disfacimento.
Buffo. Una sola, piccola e insignificante formica puó decidere il destino di tutto il popolo.
Un black out improvviso.

Se si innalzano proteste tra il popolo, tutti saranno impegnati a domarle e pochi si dedicheranno alla Formica Regina. La gente si fa persuadere facilmente, la piccola formica deve solo precedere i nemici e infiltrarsi nella struttura piramidale che compone il sistema.
Semplice. Veloce. Tattico.

È egoistico pensare di poter fare le cose migliori degli altri, pensare che magari potremmo disegnare, cantare, scopare o drogarci meglio di loro.
Peró io sono sicuro di riuscire ad amare meglio di Luke Hemmings. Le canne non mi impediscono fi farlo, nè la mia incoscienza morale. So per certo di amare Luke Hemmings in un modo nettamente migliore di come lui ama me. Che poi, mi ama? No, appunto.

E vorrei essere un moralista del cazzo tipo Ashton per ricordarmi che devo andare avanti e auto convincermi che smetteró di piangere la notte per quel biondino, dando la colpa al fumo dell'erba che mi fa lacrimare gli occhi.

Infondo noi non eravamo neanche amici. Le poche volte che abbiamo raccontato qualcosa di privato Luke doveva fare sesso con la sua ragazza e io ho gli ho detto di Ashton e l'incidente con la macchina di Mali.
Forse non si ricorda neanche più il mio cognome, probabilmente pensa che io viva con una bella famiglia felice e che sia circondato da buoni amici e un impeccabile rendimento scolastico.
Eppure, anche senza conoscere il nome del suo cane o l'aspetto fisico dei suoi fratelli, io mi sono innamorato di lui.

E non diró di avere bisogno di una canna adesso, perchè non è realmente ció che voglio.
Ho bisogno di Luke Hemmings.

Michael G. Clifford

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