capitolo 7

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ATTENZIONE:
nel capitolo sono presenti riferimenti sessuali, se non gradite questo genere di letture saltate le parti che saranno contraddistinte da "*"

"Tom..."

Ero ancora terrorizzata, sentivo la pelle accapponarsi, i brividi che scorrevano sotto la pelle e le lacrime che minacciavano di rigarmi il volto, se Tom non fosse intervenuto sarei stata solo un gioco per istinti...

Lui si voltò verso di me, vide i miei occhi lucidi ed accostò la macchina

"Tom avevo così tanta paura, se solo tu non fossi intervenuto Dio solo sa cosa sarebbe successo"

Dissi e le prime lacrime iniziarono a pendere piede sulle mie gote, lui le asciugò e posò delicatamente le sue labbra sulle mie, immediatamente mi sentii avvampare per quel contatto così ingenuo

"Ci sono io con te, adesso ti porto al sicuro, staremo lì per qualche giorno"

Non volli replicare in modo da arrivare il più velocemente alla meta, adoravo stare con Tom, sentire la costante adrenalina che ti scorre nelle vene, era una sensazione unica, ma iniziavo ad avere paura, se fosse successo realmente qualcosa a me, o peggio, a Tom, non sarei riuscita a sopportarlo.

Viaggiammo per la maggior parte su strada cementata ma poi Tom si fermò nei pressi di una strada sterrata, lui scese dalla macchina ed io lo seguii

"Tommy dove siamo?"

"Dobbiamo fare qualche metro a piedi, potremmo andare con la macchina ma poi sarebbe più facile rintracciarci"

Io mi limitai ad annuire ed iniziammo a camminare tra le frasche, ai lati di quel sentiero si trovavano solo alberi, non c'erano punti di riferimento e francamente non riuscivo a capire come Tom fosse tanto in grado di orientarsi in quel posto.

Non camminammo per molto fin quando non mi ritrovai una catapecchia avanti agli occhi, era completamente costruita in legno ma era grande, di fianco alla casa si trovava una specie di stalla dove provenivano urla e risate, Tom sorrise immediatamente e mi afferrò la mano

"Ti faccio conoscere delle persone"

Disse iniziando a correre con me al suo seguito, le risate diventavano sempre più forti e vicine e quando ci trovammo all'ingresso della stalla queste non cessarono, la stalla era vuota -o quasi- c'erano solo due ragazzi un bambino sulla sedia a rotelle e un cane , giocavano tutti con il cane e quando si accorsero della nostra presenza riuscii a vederli bene in volto, il più piccolo aveva le lentigini e i capelli castani, uno dei due più grandi aveva gli occhi castani e i capelli ricci invece l'altro i capelli lisci e gli occhi verdi, nonostante fossero diversi tra loro avevano tutti una faccia vagamente familiare, si presero qualche istante e corsero vero la nostra direzione urlando conteporaneamente

"TOM"

Tom venne travolto dai tre che lo abbracciarono, quando questi si staccarono anche il cane si precipitò da lui e Tom non esitò ad accerazzarlo, capii che quella era la sua famiglia e la malinconia iniziò a farsi strada dentro di me non avevo più la mia famiglia, nonostante non mi sentissi veramente amata in quella casa, dopo tutto mi mancava, scossi la testa per cercare di scacciare quel pensiero

"Piccola, loro sono i miei fratelli Paddy, Harry e Sam, lei invece è Tessa"

Salutai tutti con un cenno della mano fin quando Tom non mi fece entrare dentro casa con lui, venne immediatamente accolto dai genitori che mi salutarono e mi porsero una tazza di te, ci sedemmo intorno al tavolo ed iniziammo a chiacchierare

"Allora... come vi siete conosciuti?"

Il te mi andò storto ed iniziai a tossire, quasi ad evitare di rispondere, la madre subito si preoccupò e mi diede un bicchier d'acqua, sorvolammo sull'argomento e rimasi a parlare con lei e il padre fino all'ora di cena mentre Tom era fuori con i fratelli

"L'unica cosa che mi dispiace è che siate costretti a scappare continuamente, se siete in difficoltà potrete tornare qui quando volete" disse lei tenendomi le mani

"Ma perché voi siete qui? Nascosti?"

"Io e Dominic conducevamo la stessa vita, con il tempo abbiamo sentito il bisogno di fermarci e ci siamo fermati qui, non volevo che i nostri figli seguissero il nostro esempio ma se questo li porta ad essere felice e a conoscere ragazze come te, sono felice per loro. Adesso vai a chiamare Tom e gli altri che è pronta la cena"

Finito di cenare salimmo nelle nostre stanze, mi stesi sul letto di fianco a Tom ed ad un certo punto entrò sua madre

"Maddy ti ho portato una vestaglia per la notte" disse per poi uscire lasciando che la porta le si chiudesse alle spalle

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"Credo che non ti servirà" disse sorridendo beffardo

Mi ribaltò facendomi stare sotto di lui, iniziò a baciarmi e torturarmi il collo ed io iniziai a gemere cercando di trattenermi

"Tom... i-i tuoi genitori c-c-ci sentiranno"

"Shh... tranquilla, hanno fatto di peggio"

Disse per poi baciarmi nel mio punto debole, sotto l'orecchio, a quel contatto mi lasciai completamente trasportare senza dar conto al fatto che ci avrebbero sentito.

Le sue mani scorrevano sul mio corpo ed ad ogni centimetro che toccava sentivo il mio corpo avvampare sempre di più, mi sfilò la maglia ed io feci lo stesso con la sua, mi lasciò una scia di baci umidi sul petto e sull'addome facendomi sentire un nodo allo stomaco per l'eccitazione.

Portai le mie mani all'altezza dei suoi jeans e li feci scorrere sulle sue gambe fino a sfilarglieli totalmente, vidi la sua erezione premere contro il tessuto sottile dei boxer neri e decisi di prendermi gioco di lui.

Lo ribaltai alzandomi completamente facendolo rimanere sbigottito, sbottonai piano i miei jeans e feci lo stesso con il reggiseno, i suoi occhi si allargano sorpresi -come se mi avesse visto per la prima volta in quello stato- mi sfilai anche gli slip e mi misi a cavalcioni su di lui, iniziai a muovere le anche piano sentendo la sua erezione premere contro di me, cercavo di torturarlo e ci stavo riuscendo

"Mi uccidi così..."

Disse interdetto dai gemiti, io sorrisi beffarda e continuai così fin quando, stufo, non ribaltò di nuovo la situazione, sfilò furioso i boxer e senza alcun preavviso entrò in me facendomi gemere.

Più il suo ritmo aumentava più io tendevo i muscoli delle gambe e infilavo le unghie nella sua schiena lasciando forti segni rossi.

Arrivati al limite si accasciò esausto su di me ed entrambi cercammo di riprendere fiato

"Non ti sei affatto preoccupata di non farti sentire eh"

Disse ridacchiando ed io lo colpii sul braccio
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"È stato... wow"

Dissi arrossendo cercando di nascondere il mio volto nell'incavo del suo collo, lui mi posò due dita sotto il mento imponendomi il contatto visivo, rimasi per qualche istante a fissare i suoi occhi color nocciola fin quando lui non poggiò le sue labbra sulle mie, quel bacio era differente dagli altri, era più... dolce, cauto, senza alcun secondo fine, solo pieno di amore

"Ti amo piccola" disse poggiando la testa sul mio petto chiudendo gli occhi, iniziai ad accarezzargli i capelli e calai lo sguardo

"Ti amo Tommy" dissi per poi addormentarmi

Mad Love ||Tom Holland||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora