In tanti dicono che nessuno si rende conto di amare una persona fin quando non la si perde.
Ma penso che non sia assolutamente vero, o meglio, è vero, ma quando si ha la consapevolezza di amare cecamente una persona, non c'è alcun bisogno di perderla.
E adesso parlo direttamente a voi, cari lettori che in questo momento hanno le idee più confuse delle mie, vi spegherò tutto.
Sono sempre rimasta intrappolata tra queste quattro spoglie mura, stesa su questo scomodo letto, la vita intorno a me sembrava essersi fermata, ma la mia mente, iniseme alla mia malattia continuava a viaggiare senza sosta.
E dopo aver raggiunto finalmente la consapevolezza che tutto quel che vi ho appena finito di raccontare sia stato solo frutto della mia mente malata, sono distesa su questo scomodo letto, come sempre d'altronde...
Ma la più piccola parte di me, la parte irrazionale, quella che primeggia sempre, spera ancora di vedere Tom apparire da quella porta per portarmi fuori da questo manicomio.
"Questo non è il luogo adatto a te"
Mi ripeteva sempre con quel sorriso contagioso, con quel sorriso che mi faceva innamorare sempre un po' di più.
"Non dar ascolto a nessuno di loro, hanno solo paura del tuo potenziale, loro non vedono ciò che vedo io, cioè la splendida ragazza che amo, che è capace di pensare oltre gli schemi, che è capace di trovare il lato positivo anche nelle situazioni più brutte, è questo che amo di te"
La nostalgia si faceva largo tra mille pensieri ed emozioni, anche non ero più capace di distinguere ed una lacrima sfuggì dal mio controllo.
Non ero una tipa che piangeva spesso, anzi, odiavo le persona che si deprimevano senza far nulla per cercare di risolvere la situazione, ma in quello stato era inevitabile, non avevo il permesso di uscire, nessuno mi veniva a far vista -anche perché non avevo più nessuno- a volte veniva un'infermiera, e mi piaceva pensare che veniva per farmi star meglio, ma era solo per darmi la pillola giornaliera.
Mentre la mia mente contina a viaggiare nei miei vari ragionamenti assurdi sento bussare alla porta di ferro, mi alzo di scatto dal letto aspettandomi di vedere Tom ma appena vedo entrare l'anziana infermiera, il sorriso che mi si era formato tra le labbra mi si spegne immediatamente.
Lei intanto entra nella stanza con un sorriso gentile, si siede di fianco al mio letto e mi porge una piccola pillola con un bicchier d'acqua, mi prendo qualche istante per scrutarla non convinta fin quando la donna non interrompe la mia contemplazione.
"Madison andiamo, prendi la pillola, sai che non mi piace arrivare alle maniere forti" disse con tono gentile, ed è vero quel che dice, tutte le mattine cerca di convincermi a prendere la pillola fin quando non è costretta a chiamare due nfermieri.
"Lo so Rita, ma quando mi porgi quella -dico indicando la pillola- ho la consapevolezza di essere pazza o sbagliata " dico sconsolata
Lei posa la pillola con il bicchiere sul comodino di fianco al letto e mi accarezza piano i capelli porgendomi il milionesimo sorriso di circostanza
"Tesoro tu non sei ne sbagliata, ne pazza ne qualunque altro brutto che la gente usa per descrivere le persone come te, io so che tu sei innocua, e tu sai che io non ti vorrei imbottire di quelle pillole, ma servono per calmale il tuo piccolo cervello, che ingrana troppo velocemente per le persone comuni" dice per poi pormi di nuovo la pillola e questa volta la inghiotti senza far store.
Lei si alza dal mio letto per poi lisciarsi con le mani il vestto bianco, mi porge un dolce sorriso e prima di uscire dalla mia stanza si volta nuvamente verso di me.
"Ah e tra mezz'ora hai la visita con il dottor Wattson" dice per poi uscire finalmente dalla mia stanza.
Nel momento in cui il suo nome mi giunge alle orecchie mi stendo di nuovo sul letto sbuffando.
Odio con tutta me stessa quel dottore, mi fissa dietro quei suoi piccoli occhiali rettangolari con quei suoi occhi azzurri con sufficienza, come se lui fosse meglio di me, come se avesse il diritto di giudicarmi.
Mezz'ora dopo sono seduta di fronte ad un uomo con i capelli brizzolati, l'odore di naftalina mi giunge e mi pervade le narici facendomi venire un fortissimo mal di testa.
"Allora, come andiamo con i suoi sogni, le sue immaginazioni o film mentali...come preferisce chiamarli lei"
Dice con tono di superiorità, e mi trovo costretta ad alzare gli occhi al cielo, il suo modo di fare mi urta altamente e non è una cosa che passa facilmente inosservata infatti a causa del mio gesto ribatte
"Signorina, io sono qui per lei, secondo lei non sarei molto più felice di stare a casa, con mia moglie e i mei figli seduti sul divano a guardare la tv? E invece sono qui, quindi non mi faccia perdere tempo e mi parli di quel che la turba"
"Prima cosa: non ho più alcuna visione, come dice lei. Secondo cosa: anche io sono costretta a stare seduta con una persona che detesto, che puzza di naftalina e che mi urta altamente, quindi, invece di stare qui a perderci in chiacchiere inutili dove potrei finire per aggredirla, scriva su un pezzo di carta o dove vuole lei che sto bene e che posso uscire da questa gabbia di matti"
Senza degnarmi neanche di uno sguardo chiama di nuovo gli agenti e con il suo solito tono monotono dice: "Portatela in isolamento"
Nel momento in cui metabolizzo quelle parole scatto impiedi dalla sedia e sgrano gli occhi fin quando due agenti non mi prendono di peso per portarmi.
"Cosa?! Perché?! Non ho avuto alcun comportamento aggressivo con lei anche se adesso ho una grandissima voglia di sbatterle la testa contro il muro"
Dico urlando e dimenandomi cercando di liberarmi dalla presa dei due uomini, in tanto, il dottore si alza con calma dalla sua sedia, richiude la sua valigetta e si accosta al mio orecchio facendomi venire la nausea per il suo pessiom odore e mi sussurra:
"Cosi la prossima volta impara a mancarmi di rispetto"
Dice per poi uscire dalla stanza, intanto tra le mie urla e le mie suppiche i due agenti mi portano in una stanza molto più piccola del normale, mi lasciano sul suolo freddo e senza proferire alcuna parola si chiudono la porta alle spalle lasciandomi sola.
E' così che svolgo la maggior parte delle mie giornate da quando Tom non è più nei miei pensieri.
"Tom torna da me, ti prego." dico per poi guardare il soffitto.
STAI LEGGENDO
Mad Love ||Tom Holland||
FanficDove c'è una malattia, c'è un amore malato. Dove non si riesce a distinguere tra realtà e immaginazione. Dove il confine tra amore e pazzia è talmente sottile che è quasi inesistente. Dove Madison si innamora di Tom ma non posso dirvi più nulla...