capitolo 13

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ore prima

Harrison's pov

Non so neanche come spiegare il modo in cui mi sentivo quella mattina, stare seduto tutti i giorni a guardare il volto del mio ex migliore amico su tutti i telegiornali insieme ad una ragazza.

La frustrazione di aver perso tutti i rapporti con lui.

Il peso costante dei miei colleghi o dei miei genitori, che si aspettavano che io risolvessi il caso... era uno stress continuo.

Quella mattina ero seduto sulla poltrona di casa mia con una birra in mano a guardare il telegiornale, il suo volto girava ovunque in quei giorni e la cosa era alquanto scocciante, il fatto che fossi costretto a sbatterlo in prigione, il fatto che fossi costretto a vedere quel suo volto su ogni canale, mi faceva star terribilmente male, nonostante ciò che avevo fatto mi mancava terribilmente ma in quel momento dovevo assumetrmi le mie responsabilità.

Riluttante mi alzai dalla poltrona e spensi la tv, mi diressi in camera e mi preparai per andare al lavoro: mi guardai per qualche istante allo specchio e mi presi qualche istante per riflettere... non meritavo quella divisa e non meritavo il ruolo che stavo investendo.

Mi obbligai ad uscire di casa e appena arrivai alla centrale l'odore del caffè misto a quello delle sigarette mi pervase immediatamente le narici facendomi venire la nausea, data anche dal fatto che di prima mattina mi ero scolato una bottiglia intera di birra.

Come facevo ormai ogni mattina mi avvicinai alla bacheca con affissa la foto di entrami e tutti gli spostamenti che avevevano compiuto, fissai per qualche istante la bacheca piena di fogli e foto quando la mia contemplazione venne bruscamente interrotta quando sentii un colpo alla spalla, mi voltai e vidi che era un mio collega

"Harrison ho bisogno di parlarti"

Mi fece allontanare dalla bacheca e mi sostare vicino al mini bar mentre lui sorseggiava il suo caffè bollente, dopo qualche sorso allontanò il bicchiere dalle labbra e se le inumidì leggermente, mi scrutò per qualche istante ed infine iniziò a parlare:

"Amico, credo di essere l'unico qui dentro a sapere i trascorsi che hai avuto con quel tizio e credo che tu non abbia tanta voglia di sbatterlo in prigione ma ne abbiamo veramente bisogno perché sta spargendo il caos. Ora, io so che tu sai dove possa essere andato, quindi muovi il culo e mettiti a lavoro"

Disse dandomi una pacca sulla spalla per poi allontanarsi, sospirai e tornai nuovamente a guardare la bacheca affissa al muro, fissai per qualche istante il percorso che avevevano compiuto e in quel momento realizzai, quel grandissimo imbecille aveva ragione, sapevo dove erano ed in fin dei conti era l'unico posto in cui si potessero rifugiare.

Corsi di fretta fuori dall'edificio e saltai immediatamente in macchina, iniziai a sfrecciare sull'asfalto e nel momento in cui giunsi davanti alla vecchia catapecchia i ricordi si infransero nuovamente nella mia mente, vidi Tom irrigidirsi e far entrare la sua compagna dentro casa, scesi dalla macchina e nel momento in cui chiusi la portiera sapevo a cosa stavo andando incontro.

~~~

Risalii in macchina e prima di accendere il motore feci un gran respiro profondo, sapevo che quel che gli avevo detto avrebbe sortito l'effetto desiderato e sapevo che rivedermi avrebbe fatto male, sapevo che nel momento in cui io me ne sarei andato sarebbe crollato e vederlo in quello stato mi avrebbe fatto sentire ancora più in colpa perciò mi affrettai ad allontanarmi il più velocemente possibile da quella casa.

Nel momento in cui tornai alla centrale mi chiusi in ufficio ed aspettai, non so di preciso cosa ma dopo qualche ora iniziò a squillare un telefono, lo riconobbi subito, corsi nella sede centrale e mi affrettai ad attaccarlo al registratore, tutto stava andando come programmato e nel momento in cui risposi un gruppo di poliziotti si riunì intorno a me.

"Harrison..."

Disse calmo all'altro capo del telefono

"Tom..."

"Ho bisogno del tuo aiuto, ma mi devi promettere che non mi volterai le spalle... ti prego"

"Dimmi tutto"

Mi sentii un verme, gli stavo voltando di nuovo le spalle ma in quel caso non potevo tirarmi indietro, c'era in ballo la vita di troppe persone e non potevo esitare un solo istante

"Sto andando in Scozia in quell'appartamento isolato che ha la mia famiglia, staremo lì per un po e poi andremo in America con documenti falsi per liberarci di tutta questa merda ma ho bisogno di protezione, la amo e non posso permettere che uno dei tuoi poliziotti le faccia qualcosa, ti prego..."

"Sta tranquillo, ci penserò io tu vai"

Dissi per poi riattaccare, il mondo mi cadde addosso, non sapevo se stavo facendo bene o meno, stavo salvando la vita di tante persone, questo si, ma stavo per distruggere definitivamente il rapporto con il mio ex migliore amico, non che prima lo avessi, ma in quel momento si era fidato ed era un primo passo per riallacciare i rapporti no? Ed io come un coglione stavo rovinando tutto, di nuovo.

"Ok, lo avete sentito, si stanno spostando in Scozia per poi uscire, voi iniziate ad andare voi altri invece rintracciate questo appartamento e inviateci la posizione -disse indicando alcuni nella stanza, si avvicinò di nuovo a me e mi poggiò una mano sulla spalla- ottimo lavro"

Disse per poi uscire dalla centrale, sapevo cosa sarebbe successo a distanza di poche ore anche se non sarei stato sul luogo, avrebbero fatto irruzione, armati fino ai denti, ma non sapevo come sarebbe andata a finire, sapevo solo che sarei arrivato all'inferno con gentile invito da parte di Tom.

Mad Love ||Tom Holland||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora