Dopo una manciata di minuti si erano finalmente decise ad entrare nel negozio; non avevano visto nessuno, a parte Sergio che aiutava un uomo a scegliere una batteria.
S: "ciao Elena! Tutto bene?"
E: "si certo, e tu?"
S: "io benissimo grazie; guarda, se vuoi che ti aiuti io a scegliere il tuo strumento dovresti aspettare almeno 10 minuti, sennò se a te non cambia nulla ti faccio aiutare da mio figlio che dovrebbe essere là dietro in quella stanza a sistemare delle cose. Dimmi tu che per me è uguale, nel frattempo io continuo ad aiutare questo cliente".
Elena non aveva sentito più niente da quando Sergio aveva detto "... mio figlio ...".
E: "T-t-t-Tom, ha detto "mio figlio" o sbaglio? Se quel ragazzo è veramente suo figlio io me ne vado"
A: "magari suo figlio è un altro ragazzo e quello che abbiamo visto l'altro giorno era qui solo per aiutare"
E: "ma ti immagini se è lui?"
A: "se è lui tanto meglio, siamo venute qui per questo no? Oltre che per la chitarra ovviamente ahahah, e poi ti fai troppi problemi, immagina di qua immagina di là, che te ne frega vivi la tua vita un passo alla volta e senza troppa ansia inutile che ti fa solo stare male"
E: "oh, me lo hai già detto tante volte Tom ma evidentemente il mio cervello non capisce. In ogni caso, forza e coraggio che la vita è un formaggio"
A: "ma non era "forza e coraggio che la vita è di passaggio"?"
E: "poco importa, al 3 vado. 1... 2..."
Ed era spuntato il ragazzo di cui Elena si era innamorata persa.
E: "3............"
Il giovanotto si era affacciato per vedere se erano arrivati nuovi clienti, ed alla vista delle due fanciulle aveva esclamato: "ehilà ragazze, tutto bene? Avete scelto la vostra chitarra?"
Elena non riusciva a dire una parola, era più rigida di una vittima di Medusa.
A: "ciao, sì l'ha scelta, e adesso la mia amica ti mostrerà quale"
Elena si era avvicinata al bancone dove stava il ragazzo, aveva preso il foglio dalla tasca dei suoi jeans e glielo aveva dato senza dire una parola.
A: "come vedi, la mia amica è un po' tanto timida, magari x oggi parlo io sennò non finiamo più"
E: "g-g-g..."
A: "prego figurati non c'è di che"
Nel frattempo il ragazzo aveva capito la situazione ed aveva sorriso.
A: "come ti chiami?"
F: "Filippo, e voi?"
A: "io Adele"
Aspettando una risposta da parte di Elena, Filippo le aveva chiesto:
F: "e tu come ti chiami?"
Elena aveva guardato Tom che le aveva fatto un cenno con la testa come dire "dai ti prego, ti scongiuro torna in te e ricordati il tuo nome" ed Elena era riuscita finalmente a dire "E-e-elena".
F: "che bei nomi che avete. Che ne dite, vediamo insieme la chitarra che avete scelto?"
E si era diretto verso il reparto delle chitarre; le due ragazze lo avevano seguito.
STAI LEGGENDO
Immagina
Roman d'amourAd Elena è sempre piaciuta l'immaginazione. La considera l'arma anti-noia più potente che esista; ma a volte ciò che si immagina può avverarsi... in aspetti sia positivi che negativi.