Chapter twenty five -" Paris "-

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Point of view of Andy

Ero appena arrivato. Il volo era durato molto.
L'aeroporto di Parigi era un totale labirinto. L'odore, i rumori, il vociferare della gente. L'atmosfera che si respirava era pazzesca. Le persone che correvano qua e là con le valigie. Adoravo cogliere la strana commozione dei distacchi e degli arrivi.

Osservai le persone piangere, ma più che altro mi soffermai su una coppia di fidanzati.
Lui strinse tra le mani quelle del più grande.
-"Ti prego non andare via"- disse piangendo
-"Non abbandonarmi. Non voglio restare solo. Ho paura"-
-"Ma non sarai solo, piccolo. Ci possiamo sentire con delle lettere"-
-"Al diavolo le lettere! Starai via per chissà quanto. In un paese lontano e chi sa se tornerai vivo!"-

L'aereo 2375 per l'Iran è arrivato. I signori passeggeri sono pregati di imbarcarsi.

-"Devo andare"- si baciarono.
-"Solo qualche mese. Te lo prometto. I chilometri ed il paese non contano. Io ci sarò sempre per te"-

Il marines se ne andò lasciando il più piccolo solo. Estrasse poi un piccolo bigliettino che lo fece scoppiare in lacrime. In un pianto disperato.

Mi asciugai velocemente una lacrima scappata al mio controllo.
Uscii dalla struttura. Fuori il sole picchiava come non mai. L'aria era leggera e pungente.

Vidi Thomas e Curtney aspettarmi al di là della strada.
-"Benvenuto a Parigi"- sorrise lei accarezzandomi il braccio destro.

Posai il borsone nel portabagagli e mi accomodai nel sedile posteriore.

Il viaggio in macchina era silenzioso. Ognuno era assorto nei propri pensieri, riflessioni, ma anche sogni.

Arrivati parcheggiammo la macchina fuori da una piccola casa.
L'edificio in mattoni blu era molto alto. Dal soffitto potevo vedere una cappa fuoriuscire.
Raggiunsi l'ingresso.

Le case in Europa erano completamente differenti dall'America. Non avevamo vicini e le case non si assomigliavano.

A primo impatto notai le ampie scale in mogano che portavano al secondo piano.
Sulla sinistra avevamo un grande open space.
La sala e la cucina erano collegate tra di loro. L'isola che si estendeva era di marmo bianco.
Al piano superiore erano collocate due stanze per gli ospiti e due bagni mentre la camera matrimoniale era in fondo al corridoio.

-"Questa sarà la tua stanza"- mi disse lei indicandomi la camera a destra.
-"Grazie"-
-"Per quanto ti fermerai?"-
-"Due settimane"-
-"A cena vorremmo parlarti"-
-"Ora vado a riposare"-
-"Oh, si certo sarai sicuramente stanco"-

Dopo che uscì mi guardai attorno.
La camera aveva una finestra ampia  a forma di un piccolo trapezio.
Mi distesi sul letto prendendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni.

Da Shane
Com'è andato il viaggio?
Tra due gironi partiamo.
Dammi il tuo indirizzo quando arrivi. Ti voglio bene.

A Shane
Il viaggio è andato bene. Sono molto stanco.
Non vedo l'ora di rivederti, mi sento così solo qui.
Ti voglio bene anche io.
L'indirizzo è 25 Rue Des Fleurs 33500 Libourne.

Scorsi con il pollice le altre notifiche notandone una di Xavier.
Tremando la aprii.

Da Xavier
I will be there.


*******



Due ore dopo qualcuno bussò alla porta. Mi ridestai dal terpore delle coperte andando ad aprire.
Curtney aveva impresso nelle piccole labbra un sorriso dolce.

Excuse Me While I Kiss The Sky ◆ Tematica Omosessuale ◆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora