PROLOGO

271 21 15
                                    

Freddo. Questo è tutto quello che James ricorda di quella notte. La sferzante aria gelida di dicembre e l'espressione sollevata e solo in minima parte scioccata della sua matrigna Aline.
Non gli aveva mai voluto bene davvero e nonostante non avesse mai mostrato segni di odio o di effettivo disprezzo, lo trattava sempre con un certo distacco, con la freddezza che caratterizza lo scambio di convenevoli di due estranei in ascensore.

Era una donna forte, così la definiva suo padre. Anche se non era molto alta, compensava con una voce squillante che in genere sovrastava quelle che le stavano in torno. Non sopportava di essere contraddetta e spesso era molto severa e rigida sulle regole che imponeva in casa. Nonostante tutto questo, Giulio, il padre di James, non era mai stato così felice con una donna da quando la sua prima moglie e madre di suo figlio era morta in un incidente d'auto. James non nutriva una simpatia particolare per Aline, ma vedere suo padre felice e spensierato ripagava tutti i bocconi amari che doveva mandare giù. Quella donna lo trattava quasi come un estraneo in casa sua, ma se era il prezzo per vedere suo padre felice, era più che contento di doverlo pagare.
Non era mai stato un problema per James, si sentiva già isolato dalle persone che facevano parte della sua vita e non riusciva a capirne fino in fondo il motivo. Aveva dei compagni di scuola che frequentava, usciva e si comportava come un normale ragazzo di sedici anni, ma dentro era consapevole di avere qualcosa di diverso.

Anche la sua matrigna la pensava allo stesso modo, si era accorta che il ragazzo non era come tutti gli altri; forse era a causa di quegli occhi verde mare che avevano un riflesso insolito, forse per via dei continui incidenti, che probabilmente non erano proprio tali, che gli succedevano o forse solo perché a pelle percepiva qualcosa di sbagliato.

James ricordava immagini sfocate: degli alberi, una strada, un uomo con un cappotto dal collo alto e un cappello schiacciato sulla testa, entrambi scuri che facevano perdere i contorni di quella figura misteriosa in una notte nera come quella.

Non sapeva cosa sarebbe successo dopo, ma nel tragitto verso un luogo a lui sconosciuto, era nata una nuova consapevolezza in lui: nulla sarebbe stato più come prima e magari quella nuova avventura poteva cancellare quella fastidiosa sensazione di estraneità che sentiva dentro di sé.

~ I ragazzi della mezzaluna ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora