CAPITOLO 9 🔞

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"Sente l'ormai familiare freddo del muro contro la schiena, ma non gli importa. Sta baciando con passione il ragazzo di fronte a lui ed è quella l'unica cosa che vuole sentire. Le loro lingue si intrecciano, si inseguono, giocano l'una con l'altra; le mani vagano per tutto il corpo con frenesia, come se temessero di venir interrotte da un momento all'altro.
I loro corpi sono praticamente appiccicati. Lui è più basso di chi gli sta di fronte, ma gli sente comunque il cuore battere forte e il respiro veloce. Sente i loro addomi che si scontrano e i muscoli intensione che sembrano lottare. Sente le rispettive erezioni che vengono a contatto e nulla gli è mai piaciuto tanto. Il ragazzo si protende in avanti, avvicina la bocca al suo orecchio e..."
SBAM!!
La porta sbatte e due individui si riversano nell'Infermeria di corsa e con l'aria affannata. Heaven ha le guance rosse per la corsa e qualche goccia di sudore le orna la fronte, dietro di lei c'è Matthew in tutta la sua imponenza e senza lasciar trasparire la minima fatica.
<Qualcuno  vuole per cortesia spiegarci cosa diavolo avete fatto?!> Urla lei. La conversazione non è cominciata nel migliore dei modi. La ragazza è arrabbiata, tesa, fa muovere gli occhi  da un letto a un altro con una velocità impressionante. Se continua così le pupille rischiano di uscirle dalle orbite.
James si ritrova perfettamente sveglio, ma il sogno che stava facendo era decisamente meglio della realtà che gli si para davanti. Vorrebbe rispondere per primo, ma nota un rigonfiamento nei suoi pantaloni. Meglio non attirare l'attenzione su di sé per ora.
<Mhhh> è tutto quello che riesce a sbiascicare un assonnato Daniel con ancora gli occhi chiusi.
<SVEGLIA!> urla così forte che persino Steven si solleva di scatto nel suo letto, spaventato e disorientato.
Matt la prende per un braccio e la guarda cercando di rassicurarla e farla calmare.
<Forse dovremmo lasciar loro ancora un po' di tempo per riposare, sembra che abbiano avuto una brutta giornata> cerca di usare una voce profonda e rassicurante, ma si riesce comunque a percepire una nota di preoccupazione. Guarda in direzione del suo ragazzo che da quando ha iniziato a parlare pare essersi svegliato e si è messo a sedere. È sia sollevato per il fatto che lo vede vivo e senza lesioni profonde, ma anche triste per i numerosi graffi e botte che gli ricoprono il corpo. Non sa se sia il caso di avvicinarsi e stringerlo, ha paura di fargli male e non vuole metterlo in imbarazzo davanti agli altri. Si limita quindi a fissarlo da una certa distanza. James sta ricambiando il suo sguardo, è palesemente felice di vederlo e gli sorride provando a mostrarsi al meglio.
Cerca di far calmare l'amica minimizzando l'accaduto:
<Stiamo bene, ci siamo beccati solo pochi graffi. Ci vuole ben altro per mettere KO i sottoscritti> la verità è decisamente diversa. Adesso che l'adrenalina si è esaurita tutti e tre sentono i dolori causati dalle ferite riportate. Ogni graffio brucia, le botte pulsano e personalmente ha una strana sensazione di nausea che non riesce a scacciare. È stanco e anche un po' deluso dal fatto che siano stati i professori a distruggere il mostro in via definitiva, non loro. A tutto si aggiungono i pensieri più profondi, che lo portano a pensare ai veri autori dell'attacco, a come si stiano divertendo a farli preoccupare e a come lui si senta arrabbiato e triste per la situazione. Ogni singola emozione viene nascosta dietro un sorriso tirato e falso che sa perfettamente che non ingannerà nessuno, ma è consapevole di doverlo fare ugualmente.
Il professor Milton in una delle sue lezioni ha avvertito i ragazzi: <Un condottiero non si mostra mai sconfitto. Deve sempre infondere speranza a coloro che gli stanno vicino. Non si può mostrare mai debole e incerto, i suoi soldati contano su di lui e lui ha il compito di tenerli uniti e di spronarli. Senza una buona dose di motivazione non si vincono le battaglie importanti> Mentre diceva loro quelle parole guardava tutti gli studenti uno ad uno, ma lui aveva avuto la sensazione che Milton lo avesse guardato con un'insistenza maggiore degli altri. Era abbastanza sicuro di aver ricevuto un'attenzione speciale, ma non ne aveva capito il motivo. Fino a quel momento.
Non vuole dire niente ad alta voce perché teme di essere classificato come arrogante e superbo, ma dentro è convinto che il ruolo di leader spetti a lui. Si guarda attorno e osserva tutti i suoi più cari amici: vede Steven ancora mezzo addormentato con meno graffi di loro perché le sue trasformazioni l'hanno protetto; vede Daniel di fronte a lui che lo guarda con un misto tra orgoglio e dubbio; vede Heaven con le braccia tese lungo i fianchi e la tensione che emerge chiaramente dai suoi occhi e dalla postura; vede Matthew, il suo affascinante ragazzo che nonostante sia il più grosso di tutti non farebbe mai del male a qualcuno se non per estrema necessità.
Con ognuno di loro ha condiviso qualcosa e non vuole perderli per niente al mondo e in lui cresce ancora di più la convinzione di dover essere colui che li guiderà, colui su cui faranno affidamento nei momenti difficili e colui al quale rimetteranno le decisioni. Non sa se si sente pronto a farlo, ma non vuole deludere nessuno. Quando arriverà il momento, farà la sua parte.
<Davvero va tutto bene?> la voce di Matt lo riporta con i piedi per terra.
<Si, non vi dovete preoccupare. Ci serve solo un po' di riposo, vero ragazzi?>
Daniel capisce dove vuole arrivare il compagno e quindi non può fare altro che cercare di assecondarlo: <Si, tornate pure a lezione. Dopo qualche ora di sonno saremo in perfetta forma. Splendidi come sempre, soprattutto io>
Steven ha già ricominciato a russare. I due ospiti prendono quello come un segnale e anche se riluttanti, acconsentono a lasciare la stanza per farli riposare.
L'idea di chiudere gli occhi per un po' non è così male, sono davvero stanchi e poi il letto così comodo. Dopo cinque minuti tutti e tre sono sprofondati nel mondo dei sogni. James spera vivamente di riprendere il suo da dove lo aveva lasciato poco prima.


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