CAPITOLO 16

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Quando James apre gli occhi la prima cosa che vede è che qualcuno ha messo un Muffin speciale sul suo comodino. È uno di quelli con la glassa come decorazione e il cuore di cioccolato caldo che a lui piacciono tanto. Sorride e scuote leggermente la testa. Il suo migliore amico sa decisamente come farsi perdonare.
Si raddrizza, appoggia la schiena ai cuscini e rivolge uno sguardo pieno di gratitudine verso Daniel che però ha ancora gli occhi chiusi. Non è sveglio per aspettare di cogliere l'esatto momento in cui lui avrebbe visto il suo regalo. Ha il respiro regolare e un'espressione tranquilla, ma non resterà tale ancora a lungo. Afferra il cuscino dietro alla sua schiena e glielo lancia. Ha sempre avuto una buona mira per queste cose e infatti lo colpisce in pieno volto.
≪Che diamine fai?≫ dice la voce roca della persona sotto l'arma che ne ha appena tentato il soffocamento.
≪Volevo ringraziarti per il Muffin e dirti che ti ho perdonato, ma stavi dormendo e non mi hai visto sorridere quando l'ho trovato≫ risponde il ragazzo dai capelli corvini con tono da finto innocente alzando le spalle con indifferenza.
≪Quindi hai ben pensato di svegliarmi con una cuscinata per dirmelo?≫
≪Mi sembrava la cosa migliore da fare≫
≪James?≫
≪Dimmi caro≫
≪Ti odio≫
≪Anche io ti voglio bene amico≫


La porta si apre senza fare rumore e Steven entra in punta di piedi per non svegliare i compagni. Varcata la soglia però si rende conto che anche gli altri sono svegli e quindi non c'è bisogno di fare piano. Si maledice per averci messo tanto. Adesso inizieranno a fargli domande e lui dovrà inventarsi qualcosa. Odia mentire in generale e in particolare proprio a loro.
≪Ei, da dove arrivi?≫ James lo guarda dal centro della camera. È in piedi con le braccia incrociate al petto. È senza maglietta e dal sudore che gli ricopre i muscoli evidentemente ha appena finito di fare degli esercizi mattutini.
ecco che è partito l'interrogatorio. Il ragazzo dai capelli castani spera di concludere il discorso in poche battute.
≪Ho fatto una passeggiata, mi sono alzato presto e non volevo svegliarvi≫ mente.
Non sa bene il perché, ma preferisce non condividere con loro il fatto che parli con il padre defunto. Teme che possano suggerirgli di smettere, che pensino che non sia utile per superare l'accaduto, ma lui ne ha bisogno.
L'amico lo sta ancora guardando con sospetto, ha un sopracciglio alzato e lo sta squadrando.
≪Dov'è finito Daniel?≫ decide di incalzarlo prima che sia a lui a tartassarlo di quesiti.
≪Soprattutto: da quando vi svegliate così presto voi due?≫
≪È in bagno, sai che ha bisogno di un tempo infinito per fare lui solo sa cosa≫ scrolla le spalle e torna a terra per fare un'altra serie di piegamenti. Tra un respiro affannato e l'altro aggiunge:
≪Mi ha portato uno Special, sai che a quelli non resisto≫
Steven sorride e lo fissa. È vero che non resiste agli Special, ma è ancora meno capace a tenere il broncio a Daniel.
≪Non è affatto vero che ci metto un tempo infinito. È un tempo assolutamente normale≫ risponde una voce dalla porta del bagno che si è appena aperta. Anche il ragazzo dalla pelle color cioccolato è senza maglietta, ma lui porta un asciugamano attorno alla vita mentre con un altro si sta strofinando i capelli bagnati. È evidentemente appena uscito dalla doccia. Passa davanti al cestino dei Muffin, ne prende uno e lo addenta mentre si butta sul suo letto. Nonostante non si alleni con costanza come James, anche lui ha un buon fisico. Le spalle sono larghe e le braccia forti. Ora è semi sdraiato, appoggia il proprio peso sul braccio libero posizionandolo più indietro rispetto alla spalla.
≪Allora, chi vuole cominciare?≫ chiede tra un boccone e l'altro.
≪A fare cosa?≫ domanda subito Steven guardandolo spaesato.
≪A parlare di quel che dobbiamo fare per Miss Opkins≫ è James a rispondere.
Si è rialzato e li guarda respirando con fatica. Il ragazzo appena tornato ha come la sensazione che i due amici stiano cercando un modo per dirgli qualcosa di scomodo. Si scambiano strane occhiate e sembrano colpevoli. C'è una strana aria di tensione in camera, qualcosa non va.
≪C'è qualcosa che dovrei sapere?≫ tenta di far svuotare loro il sacco.
≪Senti, sappiamo che non è il giorno giusto per fare discorsi pesanti e forse sarebbe meglio aspettare per discutere di questa cosa≫ James è titubante. Continua a spostare lo sguardo preoccupato tra i suoi due migliori amici.
≪Non c'è problema, so che abbiamo questioni importanti da risolvere e poi davvero, sto bene≫ cerca di essere il più convincente possibile. Anche se è triste per motivi personali, è vero che hanno delle faccende urgenti.
≪Ecco vedi... mentre ti aspettavamo abbiamo discusso di una cosa e vorremmo sentire anche la tua opinione≫ dice puntando i suoi occhi color del mare nei suoi, hanno una strana sfumatura scura. Non è un segno positivo, sarà una conversazione tutt'altro che piacevole e serena.
≪Sappi che abbiamo affrontato il discorso solo dopo aver mangiato. A stomaco pieno sappiamo essere ragionevoli≫
≪Vi ascolto≫ risponde semplicemente, in attesa di avere più informazioni. Dubita che i suoi due amici possano essere mai definiti ragionevoli in una qualsiasi situazione, ma vuole sentire quello che hanno da dirgli.
≪Ok allora, la preside ci ha chiesto di andare a reclutare qualche vecchio studente, giusto? Noi abbiamo pensato... tra questi ci sarà pur qualcuno che sa qualcosa su dove si trovi l'altra scuola, no?≫
≪Ok...≫ ha capito dove vogliono arrivare e la cosa non gli piace.
≪Ok allora ci basterà ottenere più dettagli possibili e poi potremo andare per cercare Scott≫ conclude Daniel che nel frattempo ha finito il suo Muffin.
Silenzio. Steven li guarda e non sa cosa dire. Anche lui vuole andare, anche lui vuole aiutare l'amico, ma non crede che tocchi a loro farlo. Non è il loro compito e non è per questo che sono stati reclutati. Gli sguardi degli amici sono supplichevoli, sanno che è lui quello da convincere, loro hanno già deciso.
≪Va bene, ci proveremo≫ quelle parole li lasciano a dir poco basiti.
≪Fai sul serio? Senza opporre la minima resistenza?≫ Il ragazzo ha i suoi occhi scuri spalancati e lo fissa incredulo.
≪Ho alcune condizioni≫ precisa subito prima che l'entusiasmo dilaghi e diventi incontenibile
≪Parla≫ dice allora James molto serio.
≪Se non troveremo nessuno della lista che conosce il posto, torneremo qui e basta≫ dice alzando il dito indice come per contare e allo stesso tempo mettere loro in guardia. Gli altri due si osservano un attimo e poi annuiscono. Senza informazioni non sarebbe comunque stato possibile arrivare a destinazione, quindi non si tratta di una vera e propria condizione limitativa.
≪Quando e se arriviamo a destinazione, proviamo a cercarlo, ma se le cose si mettono troppo male oppure non riusciamo a trovarlo alla svelta, ce ne andiamo≫ li guarda con fare di sfida.
≪D'accordo, d'accordo, faremo come vuoi tu≫ James è comunque contento. La discussione è durata meno di quanto pensasse e non è stato per niente difficile convincere l'amico ad unirsi a loro.
≪Bene, ora possiamo mangiare quei Muffin? Mi stanno fissando da un po'≫ Steven è contento di aver chiarito la situazione. È spaventato da quel che potrà succedere, ma è convinto che sia la scelta migliore.
Si siedono tutti sul suo letto e iniziano a strafogarsi. 

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