Capitolo 1

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Questa, si stava dimostrando un'altra giornata di merda.

Non ho sentito la sveglia suonare e a quanto pare, nemmeno le urla di Jimin finché non è venuto letteralmente a buttarmi giù dal letto imprecando. Per questo, ora sto correndo come un coglione per le gallerie della metro cercando di non sbattere contro le diecimila persone che come me, sono già sveglie alle otto del mattino per riuscire a prendere la metro ed arrivare... Forse, ugualmente in orario per la prima lezione della mattinata o in orario in ufficio. Sinceramente mi accontenterei di arrivare anche a metà di essa.

Ma perché cercano tutti di bloccarmi la strada?! Odio la calca di gente che c'è a quest'ora del mattino.

Corro per l'ultimo tratto scendendo le scale - e per poco non mi uccido cadendo sugli ultimi scalini. Non sono per niente un tipo atletico, alla mattina presto ancora meno - arrivando finalmente al binario della linea 2.

Le porte di quella che corrisponde ad esser la metro che devo prendere e che al momento è li ferma, si stanno per chiudere.

Velocemente mi ci fiondo dentro sentendo le porte chiudersi successivamente alle mie spalle. Sono salvo.

Se non fosse che vado a finire contro un tizio

« Mi scusi »

Accenno un piccolo inchino per quanto mi sia possibile, visto la calca di persone che ci costringe a stare praticamente uno appiccicato all'altro.

Sollevo lo sguardo non ottenendo ne un segno, ne una risposta.

Il ragazzo davanti a me ha una statura praticamente uguale alla mia. Porta sulla testa il cappuccio della felpa nera che mi blocca la piena visuale sul suo viso, da cui fuoriescono i fili bianchi delle cuffie.

Mi sa che non mi ha sentito... Va be, non mi importa.

Guardo l'orologio sul mio polso che segna le 07:45, ce la posso ancora fare. Tre fermate e scendo.

Ogni mattina da quando ho iniziato l'università mi chiedo perché abbiano messo il campus lontano quattro fermate dalla struttura universitaria... Questa cosa non ha un cazzo di senso... Per lo più Jimin al lunedì ha lezione al pomeriggio, quindi sono abbandonato al mio destino già di prima mattina e questo mi secca. Vorrei fare la strada con lui, così potrei appoggiarmi alla sua spalla e dormire per quanto possibile. Invece devo accontentarmi di averlo al mio fianco solo al ritorno.

Che vita ingiusta.

La metro frena bruscamente e di conseguenza sbatto con la schiena contro il vetro della porta. Il ragazzo davanti a me si sporge in avanti appoggiando la mano a fianco alla mia testa cercando di non finirmi addosso più di quanto non stia già facendo.

Sollevo lo sguardo e due occhi neri e profondi mi invadono. Il suo viso è a pochi centimetri del mio, per la sorpresa rimango a fissarlo perdendomi in quegli occhi grandi e dalla bellissima forma.

Le ciglia lunghe e folte li rendono ancora più espressivi e intensi, sento che potrei perdermici dentro.

Sbatte le ciglia e di riflesso lo faccio anche io.

« Scusa »

Dice ponendo nuovamente delle distanze, anche se minime, tra di noi.

« Tranquillo »

Gli sorrido gentilmente, in risposta lui abbassa lo sguardo per poi prendere il suo telefono in mano.

Ovviamente resto a fissarlo. Ma non così spudoratamente, sembrerei un maniaco altrimenti e poi non voglio che se ne accorga. Ne approfitto solo perché sta scrivendo un messaggio, non vorrei mai mi vedesse mentre fisso il suo bel viso senza alcun ritegno.

I'm takin' over youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora