07. Another World

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Obsessed

07. Another World

Un calore terribilmente tranquillizzante si insediò tra le mie dita. La mia mano tremò a quella stretta così dolce e protettiva. Lo sentii. Sentivo le sue dita intrecciarsi alle mie, e nel buio più totale quella era la mia unica salvezza. Lo seguii mantenendo gli occhi chiusi e i sensi sempre in allerta. Il pavimento di legno scricchiolò sotto i miei piedi e quasi mi sentii cedere, ma riusciva a resistere, sostenendo il mio peso, e anche quello di Harold. Mi stupii del fatto che lui fosse così reale in questo istante che quasi respirai l'odore della sua pelle. Non capivo bene se quella fosse solo una stupida fantasia o Harold stava davvero prendendo forma durante il nostro cammino verso un punto luminoso che ci indicava la direzione da prendere. All'improvviso una luce accecante si abbattè su di noi, rendendo i miei occhi vulnerabili e il mio corpo teso. Harold si fermò ed io sbattei contro di lui. Arrossii per l'imbarazzo prima che l'espressione del mio viso cambiasse radicalmente. Mi guardai intorno, e poi proprio sotto di me. Stavo camminando su una tavola di legno, molto vecchia e debole, che se solo mi fossi spostata un po' a destra, o a sinistra, sarei caduta nel vuoto dell'oscurità. Terrorizzata mi aggrappai alla mia unica fonte di vita, Harold. Il mio corpo abbracciò il suo da dietro, mentre i miei occhi ormai chiusi stavano minacciando di fare uscire le lacrime.

《Harold...》sussurrai appena con voce piccola e impaurita. La sua mano toccò la mia schiena, e si mosse avanti e indietro lungo la mia colonna vertebrale.

《Mantieni la calma, ci sono io qui.》Stupita dal suono della sua voce che rimbombava in tutta l'Ala Sud, con coraggio e decisione aprii gli occhi e fissai i muscoli tesi del suo corpo. Emanava calore, sentivo il suo cuore battere, le gambe tremare. Era lì, ed era reale. Un ragazzo in carne e ossa, con il sangue che scorreva velocemente nelle sue vene. 《Adesso ripeti i miei stessi movimenti, e non agitarti.》ordinò serio, mentre una delle sue mani prese la mia che era stretta al suo addome. Harold fece un passo in avanti, e i miei piedi seguirono i suoi spostamenti passo dopo passo, senza mai guardare giù. Finalmente riuscii a vedere meglio il punto illuminato che stava diventando una porta piuttosto grande e antiquata, ornata da illustrazioni molto dettagliate e rifinite. Ecco che Harold, fece il suo ultimo passo, portandosi nella piattaforma in roccia che includeva l'entrata. Rimasi un po' più indietro di lui, mantenendo sempre il contatto stretto con la sua mano. Mi incitò a velocizzare i miei spostamenti, porgendomi un aiuto. Lo guardai terrorizzata ma attenta a dove mettere i piedi. Un attimo dopo, il legno cedette e sbattei contro il muro. Urlai per lo spavento e il dolore. Sotto di me c'era solo il vuoto e potevo sentirlo benissimo. Harold intensificò la sua presa, i muscoli delle braccia erano tesi, e stava facendo una gran fatica a tirarmi su'. Decisi di aiutarlo impuntando i miei piedi sulla roccia, ma ad ogni tentativo le mie scarpe scivolavano, facendo cadere dei mezzi di pietra nel buio. Non si sentiva neppure il loro impatto con il pavimento, segno della profondità vasta di quella cavità. Le mie mani iniziarono a scivolare da quelle di Harold a causa del sudore creatosi. Ogni speranza stava per essere frantumata. Non pensai neppure un momento alla morte certa che mo attendeva. Il mio pensiero andò ad Harold, nonostante tutto ero sicura che lui mi avrebbe tirata fuori da lì, da quella situazione. Quando rimase una sola mano a tenermi legata a lui e a questa vita, il terrore si impossessò di me. La mia mente proiettò il film della mia vita: il litigio con i miei genitori a causa di Zayn, il mio Zayn, Liam, il nonno, la libreria. Il mio unico rimpianto era quello di non essere riuscita a dire alla mia famiglia quando bene volessi loro, e il tempo che avevo sprecato in 3 anni.

《Non mollare, Angel!》La voce di Harold bloccò il flusso dei miei pensieri, facendomi ritornare alla realtà. Volevo continuare a vivere e mi promisi che se fossi uscita viva da quella situazione avrei affrontato i miei genitori e avrei chiesto loro perdono. Così, una forza sovrumana si fece largo dentro di me, dandomi la spinta per aggrapparmi a qualsisi cosa e ritornare con i piedi per terra. Caddi sopra il corpo di Harold che mi abbracciò evidentemente preoccupato e sollevato allo stesso tempo. Nascosi il mio viso nell'incavo del suo collo e risi. Ce l'avevo fatta. Ero ritornata in superficie.

《Che paura, mi dispiace così tanto, Angel.》mormorò passandosi la lingua sul suo labbro inferiore, e chiudendo poi gli occhi sospirando. Lasciò cadere la sua testa sul terreno, e godei della splendida visione del suo profilo eccellente. Era la prima volta che lo osservavo così da vicino, e mi sorpresi del fatto che non avessi notato prima la sua bellezza infinita. Era così perfetto. Gli occhi di un verde inimmaginabile, il naso strutturato magnificamente, la pelle morbida e vellutata, le labbra sottili ma piene e carnose. Oh, quelle labbra. Quelle labbra che erano state qualche giorno fa proprio sulle mie, mi ricordarono quel momento imbarazzante, e la temperatura corporea del mio corpo si alzò immediatamente. Zayn, pensa a Zayn! urlò la mia mente. Scossi la testa, e mi alzai di scatto come se il contatto con la sua splendida pelle bruciasse.

《Stai bene?》domandò un attimo dopo, raggiungendo il mio piccolo corpo e sovrastandomi con la sua imminente altezza. Annuii e distolsi lo sguardo dai suoi occhi magnetici.

《La chiave.》gli ricordai, visto che non smetteva più di lasciare i miei occhi azzurri.

《Sì, sì.》farfugliò un attimo dopo, riprendendo il controllo della situazione. Cercò nelle tasche l'oggetto, e lo estrasse inserendolo poi nella serratura. La porta si aprì, e quasi soffocai per la sorpresa. C'era un mondo lì dentro. Harold mi tese la mano, incitandomi con gli occhi a prenderla. Lo accontentai, pronta ad entrare in quel mondo magico che era stato aperto a noi. Quando il mio piede toccò lo splendido prato verde, la porta dietro di noi si chiuse, scomparendo. In lontananza, su una collina, una torre di pietre occupava quasi tutto il luogo. Era lì che avremmo trovato una soluzione a tutto.

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