18. Il mondo perduto

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Obsessed

18. Il mondo perduto.

Quando aprii gli occhi, il cielo si estese sopra di me. Ero distesa, e non capivo dove. Le mani lungo i fianchi iniziarono ad ispezionare la terra sotto di me, facendomi capire che mi trovavo sull'erba di un prato. Confusa e incredula mi misi a sedere, e cercai qualcosa che potesse farmi ricordare cosa era successo. Dove mi trovavo? Perché ero qui? Poco distante dal mio corpo, Harold giaceva senza sensi, e allora mi vennero in mente i ricordi degli attimi precedenti. Il bagno del pub, lui che stava per baciarmi..i nostri zaffiri che si erano uniti. Ecco la causa di tutto ciò. Era stata la loro magia a portarci in un altro mondo. In un posto sperduto, lontano dal tempo e dallo spazio. Mi alzai di fretta e lo raggiunsi, scuotendo il suo corpo. Harold aprì gli occhi ben presto, e si rese conto che non eravamo a casa. Era tutto così surreale, non riuscivo a credere ai miei occhi. C'era un cielo sereno e bellissimo, una distesa di prato enorme, e poco distante un albero grandissimo. Tutto qui. Forse in lontananza c'era anche un piccolo fiume o ruscello..non riuscivo molto bene a distinguerlo.

《L'ho trovato.》mormorò Harold, meravigliato.

《Cosa?》domandai confusa.

《Questo!》indicò il paesaggio intorno a noi e sorrise.

《Sei già stato qui?》sorpresa, mi lasciai andare e mi sedetti accanto a lui.

《Sì, una volta in tutti questi secoli.》annuì 《È un luogo magico, tipo un paradiso. Qui il tempo non scorre mai, questo è il luogo dell'eternità. Siamo immortali, Angel. Immortali!》si alzò di scatto ed iniziò a saltellare da tutte le parti. 《Dakar, ecco il suo nome. È bellissimo, forse meglio dell'ultima volta. Ho cercato per anni un modo per ritornare qui e vivere serenamente, e la soluzione era proprio in te. In-incredibile.》Mi sentivo importante, ero un mezzo fondamentale per raggiungere questo angolo di paradiso.

《Sono stati gli zaffiri, la loro unione.》spiegai, sicura. Avevo visto una forte luce rossa investirci, il colore di quella pietra così rara. Non esisteva al mondo zaffiro più raffinato e magico di quello che portavamo al collo. Era la chiave per un mondo migliore, Dakar. 《Immaginavo, stanno iniziando ad essere più potenti, visto che ora controlli molto bene il tuo.》disse riferendosi allo zaffiro.

《Ho imparato.》risposi, facendo spallucce.

《No, Angel. Hai fatto chiarezza dentro di te. Sai cosa vuoi, adesso.》Io..be' okay, forse aveva ragione. Forse avevo capito cosa voleva il mio cuore, ma ero spaventata, terrorizzata. Non avevo mai avuto nessuno al di fuori di Zayn.

《Non esserne così sicuro, Harold.》lo ammonii, seria.

《Smettila!》urlò forte gettandosi su di me. Sbattei forte la testa al suolo a causa dell'impatto improvviso. 《Smettila, davvero basta. Basta giocare. Sono stanco, Angel. Anche io ho paura, forse più di te. Non so a cosa andremo incontro, non so neppure cosa succederà, se il mondo finirà. Ma voglio te, lo capisci? Voglio te.》Battei le palpebre per mettere a fuoco il suo viso. Una lacrima lasciò i suoi occhi e cadde sulla pelle della mia guancia. Era fredda, e ben presto si trasformò in un diamante. Quel posto era magico, e rendeva magici anche noi. Voleva solo che fossimo felici, e trasformava il dolore in qualcosa di speciale. Harold prese la piccola pietra tra le sue mani, studiandola. Poi la fece scivolare in tasca e si rimise nella stessa posizione di prima. Respiravo a fatica perché i nostri petti si stavano toccando, e le sue mani erano intrecciate alle mie. Il suo viso vicinissimo al mio mi fece perdere qualche battito, e mentre chiusi gli occhi sentii le sue labbra sulle mie. Era il bacio più dolce di sempre. Avevo messo da parte tutti i sensi, lasciando che il tatto scorresse dentro di me, focalizzando tutte le sue sensazioni e le energie su quella parte di corpo che Harold stava assaporando. Non avevo mai provato nulla del genere, e mi meravigliai del fatto che avessi resistito alle sue labbra per così tanto tempo. Ma quando si avvicinò ancora di più per approfondire ulteriormente il nostro contatto, gli zaffiri entrarono in collisione riportandoci indietro. Sentii ogni singola cellula muoversi e sbattere contro la parete di quel piccola bagno del pub. Aprii gli occhi, guardando Harold respirare a fatica di fronte a me. Rise felicemente, mentre le sue mano si chiusero a coppa sul mio viso e mi spinse verso di sé.

《Non era poi così difficile lasciarsi andare.》disse semplicemente. Annuii ricambiando il sorriso, e cingendolo con le braccia. Restammo per secondi che sembrarono minuti in quella posizione così naturale.

《Forse è meglio andare adesso, Liam e Sally ci stanno aspettando.》commentai, cercando di nascondere la mia irritazione. Era sbagliato voler restare con lui a Dakar per sempre?

《Okay.》disse, lasciandomi un bacio veloce sulle labbra. Mi prese per mano e mi condusse fuori di lì. Trovammo due ragazze nel bagno, che volevano veramente fulminare Harold. In verità era lui ad essere nel bagno delle donne, quindi non avevano poi così torto. Sorrisi divertina mentre lasciavano quel posto, mano nella mano. Era nervosa ed emozionata allo stesso tempo, chissà come avrebbe reagito Liam.. e Sally. Be' poco mi importava di lei, voleva mettere le mani sul mio Harold! Giuro, che se non fosse successo quel che era accaduto in bagno, l'avrei fatta comunque fuori a fine serata, con tanto amore ecco. Vidi il suo viso riempirsi di stupore alla vista di Harold, e poi di rabbia e odio quando le nostre mani intrecciate entrarono nel suo campo visivo. Liam scosse la testa confuso, e Sally trattenne la sua frustrazione ben salda.

《Cosa...?》mormorò Liam, stupito.

《Abbiamo chiarito e..》rispose Harold 《..puoi ben vedere il risultato finale.》Sventolò le nostre mani in aria e mi rubò un bacio velocemente. Era il ritratto della felicità e anche io lo ero.

《Be' io vado, la mia presenza qui è poco gradita.》Angel 1 - Sally 0 Bye Bye Baby. Pensai soddisfatta di aver finalmente trovato la pace dopo 2 mesi di torture infinite.

《Aspetta, Sally.》Liam si alzò di fretta e si congratulò con noi prima di raggiungerla.

《Cosa vuoi fare, Angel?》chiese d'un tratto Harold.

《Ben poco, come torniamo a casa adesso?》

《Chiamiamo un taxi.》fece spallucce.

《Oh, già. Potremmo..ma se facessimo una passeggiata?》proposi, sorridendo. Lui annuì.

《È proprio quello a cui stavo pensando.》Lasciammo il locale, e ci incamminanno in quella strada buia e molto lunga. Avremmo impiegato circa 40 minuti per arrivare a casa, ma non era un problema. Mi teneva per mano, a volte mi avvolgeva tra le sue braccia, e poi parlava, parlava tanto. Ed io ascoltavo le sue storie meravigliata di quante esperienze avesse vissuto.

《Mi lascerai dormire da te, stanotte?》chiese, ammiccando.

《Non c'è bisogno di chiederlo, da oggi in poi.》lo informai, felice.

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