Capitolo 2

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Mi infilo nella doccia, acqua ghiaccciata tempo di levarmi l'odore di letto e mentre mi asciugo alla velocità della luce e prendo qualche biscotto, volo in scivolata sul parquet dell'appartamento prendo lo zaino e mi fiondo fuori casa quasi travolgendo Maria. Lei mi dà il buongiorno chiudo la porta e corriamo verso la scuola. Non abbiamo il tempo di parlare, solo dirgli che l'avrei aspettata all'uscita per raccontargli le solite cose. Entro in classe, per fortuna la prof non è arrivata così mi siedo ancora col fiatone e ripasso la lezione, non appena arriva la prof mi viene meccanico alzarmi per il saluto, ma d'un tratto guardo fisso su di lei  quando le sento dire che oggi interrogherà una sola perso e che sia preparata. Ci coglie di sorpresa.  Eravamo io e Julia ad essere interrogate per levarci il pensiero e pensare ale future vacanze estive, fu un solo sguardo a capire che dovevamo muoverci in fretta.  Alziamo di scatto le manibla prof ci guarda sbigottita, non basta dobbiamo andare alla cattedra, un mio compagno ha capito l'atmosfera e ad un certo punto salta sulla sedia e urla- Via - in un secondo scattiamo dalle nostre postazioni e dopo un paio di spinte mi ritrovo trionfante difronte alla prof pronta a ripetere con  Julia  inginocchio dietro di me. Con tanto di tono vittorioso inizio a ripetere. La giornata poi passa tranquilla.  All'uscita vedo Maria che mi guarda con aria interrogativa allora io ridendo gli spiego tutto ciò che è successo durante le lezioni poi aggiungo- e soprattutto stanotte sono riuscita a sognare!!!!!- lei mi guarda felice e mi porta di nuovo alla pizzeria, li discutiamo di quello che faremo i  vacanza e mi dice di preparare subito una borsa con un costume e un telo spiaggia, ha intenzione di partire oggi. Mentre azzanno un  trancio di pizza al prosciutto ascolto tutto ciò che ha da dire- Devi capire. Voglio partire subito dato che ho gia preso la moto di un mio amico e prenotato una cabina. Ho sentito dire che lì cu lavorano dei ragazzi niente male, magari riesco a fare qualcosa-

gli mollo una spinta amichevole e scoppiamo a ridere.

Facciamo il giro lungo per il ritorno, mi capita di passare dal negozio in cui lavorava mio padre e per un momento mi salgono le lacrime agli occhi Maria deve aver notato il mio bruago cambiamento di umore e cerca di consolarmi- Clari, ormai è passato, non torneranno più fattene una ragione... non puoi continuare a ricordare questo- a volte ha la delicatezza di un elefante in un negozio di cristallia è il metodo migliore che ha per esprimersi

-Mari' è colpa mia se non ci sono più e questo non lo dimenticherò mai- replico.

- non è vero, e lo sai... ho controllato te lo volevo  dire, i freni dicono che sono stati manomessi-

Siamo arrivati a casa e vedendo Maria scontenta le dico che il mare ci sarà lo stesso, lei mi guarda mi saluta e se ne va. Si sarà arrabbiata? è felice? sembra impossibile capirla, l'unica cosa che so e che devo fare gli esercizi per essere libera per poi stasera andare con lei al mare. Quindi mi lavo la faccia e preparo le valige finisco la matematica e butto tutti i libri sotto al letto. Dopo una mezz'ora arriva Maria che mi fa saltare in  sella e partiamo a tutta velocità verso l'autostrada. Il vento forte che mi accarezza il viso mi fa ricordare l'ultima chiaccherata che ho avuto con Maria e mi ricordo che mi ha detto che i freni sono stati manomessi, ovvero? Qualcuno ha cercato di ucciderci. La cosa mi fa riflettere ma non appena vedo avvicinarsi il  limpido mare siciliano mi dimentico tutto coo che rimuginavo e osservo Maria, con quel casco sportivo bellissimo.  Nero, dalle linee semplici, molto solido dall aspetto e vedo uscire e svolazzare soli da un lato i capelli suoi, se solo potesse aprirsi come fa con me con qualcuno più seriamente potrebbe pure farsi una vita. Mi rendo conto che sto solo pensando cose tristi invece che rilassarmi quindi allento la preaa sulle maniglie del motore e stendo le braccia come per imitare il volo di un uccello e in quel momento provo un senso di libertà unico, una brusca frenata ed eccoci arrivati.

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