Capitolo 3

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Andiamo a sistemare le cose nella cabina prendiamo un telo mare e scendiamo i  spiaggia, è deserta se non fosse per un vecchietto sdraiato sugli scogli che aspetta con la canna da pesca stretta in una mano. Il mare è molto mosso quindi decidiamo che magari è meglio non fare il bagno quindi stiamo l'intero pomeriggio sdraiate al sole, io ne approfitto per pensare a chi avrebbe mai voluto sabotare i freni e se mai fosse vero, perché?  Io potrei anche levarmi un peso dalla coscienza ma poi avrei un macigno da sopportare, il fatto che qualcuno ci voleva uccidere, e magari vedendo che io sono sopravvissuta verrà per vendicarsi e finire il suo compito o magari mi lascerà morire agonizzante nel dolore della perdita. Si fanno le 7 e il mare si calma, sistemo il telo nella cabina e prendo la tenda che aveva portato Maria, una di quelle tende che si montano in 2 secondi. È molto larga ci stanno comodamente 4 persone quindi finiamo col sistemarci una da un lato e una dall'altro..... Maria non ama l'intimità e non soppprta dormire accanto a qualcuo ma alla fine dopo cena si addormenta come un sasso abbracciata a me. Io mi sollevo sui gomiti e le sposto delicatamente i capelli di lato, la guardo perplessa pensando se dovrei dire quello che penso sul fatto dei freni, che probabilmente qualcuno potrebbe uccidermi, ma poi crollo pure io stretta angora fra le sue braccia. Chissa che faccia farà domani mattina e se magari sciogliera la sua aria da "dura" . Stranamente la mattina non dice niente tranne che pensare al cibo" vado a prendere un cornetti  e cappuccini, va bene" le dico, lei annuisce.  Al bar non c'è nessuno tranne che il commesso, un ragazzo sulla ventina coi capelli biondi e gli occhi color nocciola, è molto gentile mi offre persino il cappuccino, io ringrazio timidamente e vado da Maria con la colazione le descrivo il commesso e lei sembra mooooolto  piu interrssata di me e dice che si occuperà lei dei pasti per il resto del week end.  La cosa mi rende felice e divertita ma ricado subito nella serietà quando mi ricordo del fatto che devo parlarle del fatto dei freni così attacco il discorso e lei dopo avermi ascoltato attentamente mi dice "non ti devi preoccupare, ci sono io a proteggerti" questo non mi rassicura molto dato che oltre a mettersi in pericolo rischia di fare male a qualcuno senza volerlo, sorrido semplicemente e dopo essere stata un'oretta a sonnecchiare sulla sabbia ardente mi tuffo in acqua, e molto fredda ma a me piace così, dopo un po mi raggiunge Maria, sorride e mi dice che ha parlato col ragazzo del bar e ha scoperto di esserne innamorata, buon per, stiamo un po in acqua poi usciamo e chiudiamo tutto nella cabina, mi metto i vestiti e partiamo per andare un po in giro, in zona fra l'altro abita mio cugino ed è un po che non gli faccio visita quindi approfittiamo della scusa per "sequestrarlo" e passare una giornata insieme. Ci divertiamo molto e quando torniamo in spiaggia sono già le sette, io passeggio con mio cugino lungo la spiaggia mentre Maria torna a provarci col ragazzo del bar che ho scoperto che ha un nome.... si chiama Nicolas.

Da quanto vedo sono molto più che amici, lo sempre detto che con un po di serenità poteva fare una strage di cuori, ma essendo felice non se ne fa niente di altri ragazzi.  Io e mio cugino parliamo di cio che è avvenuto in famiglia, lui conoscendomi sorvola di proposito l'argomento "lutto" e passiamo ad altro. si fanno le nove e mio cugino dice che deve andare ma che se ho bisogno potevo chiamarlo in ogni momento.  Ci salutiamo e torno in tenda Maria è molto felice mi dice che sono stati una serata intera a limonare, io esprimo in risposta una smorfia tra la felicità e lo schifio e lei ricambia con una forte ma amichevole per cosi dire spinta.

Ci addormentiamoa e la mattina mi ritrovo la colazione accanto a me e fuori la tenda i due piccioncini innamorati seduti verso il mare. Mangio il cornetto e per non disturbarli mi faccio un giro per la spiaggia e penso che domani dovrei tornare per l'ultima settimana di scuola. in fondo la sofferenza sta finendo, ad un certo punto vengo distratta da uno stridore di gomme sull'asfalto e un forte botto.  Sono ormai lontana dal mio "accampamento" e i ragazzi non hanno sentito niente, ma io si e quello è il rumore che ha preceduto la morte della mia famiglia. Mi guardo intorno e vede una macchina tutto sfracellata aul ciglio della strada, e disteso per terra un uomo, sembra privo di sensi, mi precipito verso di lui e scopro che è gravemente ferito, riesco solo a vedere la facvia tagliata dal vetro e una gamba sanguinante oltre che i vestiti tutti sfracellati. Chiamo subito un'ambulanza che arriva in 5 minuti, portano via l'uomo e mi dicono che a prima vista sembra potercela fare e che se non fossi arrivata io probabilmente sarebbe morto, avverto che sarei tornata all'ospedale in giornata e loro mi dissero dove si trovava l'edificio e che sarei stata utile per la sua riabilitazione. Tornando verso la spiaggia vedo Maria e Nicolas ancora seduti... decido di raccontargli tutto cio che è successo sia per dirgli  che sarrmo andati all'ospedale, sia per dividerli dato l'eccessiva vicinanza tra loro, meglio essere previdenti.

Durante il pomeriggio tutti e tre ci prepariamo e andiamo con ls macchina di Nicolas.

Arrivati all'ospedale chiediamo all'infermiera del malati azzardando una descrizione riusciamo ad arrivare alla stanza 414 dove troviamo l'uomo che ho aiutato in uno stato dignitoso rispetto a com'era prima e mi ringrazia per avergli salvato la vita, io gli dico che essendomi successo qualcosa di simile non volevo altra sofferenza, quindi ho reagito senza pensare

Mi ringrazia ancora e i medici mi dicono che se sono interessata posso aiutarlo nei mesi di riabilitazione, ma spiego di non essere di Lascari e che quindi mi verrebbe impossibile, mi ringraziano e io me ne vado.

Tornati a casa vediamo la drammatica scena di una moto di nostra conoscenza lasciata senza ruote, siamo rimaste bloccate qui.

Quasi sicuramente non potremo andarcene prima di martedì, dati che mio cugino dice che non hale ruote prontw ma vhe gli arrivano lunedì sera.

Così siamo rimaste bloccate a Lascari, senza soldi e con una vita a Palermo.

L'unica che sembra felice è Maria che avrà più tempo per stare  con Nicolas.

Mi  devo sfogare in qualche modo quindi mi metto il costume e, nonostante siano le 8 mi tuffo in acqua e nuoto fino a galleggiare a 100 metri dalla costa, questa è l'unica cosa che mi rende tranquilla.

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