Capitolo 9

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I giorni passano veloci e una settimana dopo siamo seduti in aereo, io e Mari davanti, i ragazzi nei sedili dietro di noi, ci stiamo preparando a circa 16 ore di viaggio, mentre ascoltiamo gli ordini delle assistenti di volo i ragazzi scherzano e parlano fra di loro, "si ma Maria a letto è na bomba, non glielo devo manco chiedere, è lei a buttarmi sul letto" sento bisbigliare.... guardo Maria e la vedo rossa come un peperone, ridacchio fra me e me e poi battendogli la mano sul braccio gli dico ".... e brava la mia Maria, non te lo lasci dire due volte...." "....ma come devo fare io con te, miracolo che non sei incinta" lei un po arrabbiata per quello che ha fatto Nicolas e per quello che gli ho detto io si gira verso di me " io prima o poi glielo taglio" mi bisbiglia all'orecchio " comunque, ricorda che le dimensioni contano" dice scherzosa a Nicolas, che abbassa lo sguardo e diventa rosso, noi due ridiamo alla sua reazione " non ti preoccupare, sono i risultati a far valere un uomo" gli dice poi accarezzandogli il braccio, lui sembra riacquistare sicurezza "già, però Clara è più governante, ogni volta è difficile tenerla sotto, aggressiva, ribelle, mi piace" ribatte Paul " zitto, sennò racconto di quella volta al Renzo Barbera" cala il silenzio e occhi curiosi mi guardano "non ero in me" si difende,"si vede...

'mmriaco ri birra eri" dico io ridendo, Paul sembra ricordare momento per momento quella volta allo stadio, per la promozione del Palermo. "Ma che è successo" "niente si affretta" a rispondere Paul,

la verità è che non vuole ricordare e gli viene difficile parlarne, per non umiliarlo sto zitta pure io, la porterò nella tomba questa cosa.

Durante il viaggio scambiamo poche parole, essendo partiti tardi è ormai notte e tutti pensano a dormire , tutti tranne me, sto a pensare a cosa dirò ai parenti di Paul , a come mi comporteró e a cosa diranno alla vista di Nicolas e Maria che con lui non c'entrano nulla, magari dirà che sono dei grandi amici di infanzia e che ci teneva a portarseli con se, poi penso che Paul non aveva più parlato con suo padre, neanche per dirgli che sarebbe venuto a stare da me, allora mi torna in mente l'immagine dell'uomo all'ospedale e quella del padre di Paul, nonostante il maltrattamento post- incidente non assomigliava per niente al magro e slanciato uomo biondo che era suo padre, le cose si complicano, il fatto che siamo rimasti a Lascari più del dovuto, la sua riapparizione dopo un anno... tutti pensieri che se ne vanno quando un suo bacio mi riporta alla realtà, pure lui non riesce a dormire, forse ha notato che ero sveglia dal fatto che muovevo freneticamente le dita sul bracciolo esterno del sedile "pure tu non riesci a dormire?" mi chiede con aria dolce "già, pensavo al nostro viaggio, a ciò che diro ai tuoi parenti" gli dico sottovoce per non svegliare Maria "non preoccuparti ho pensato a tutto io"mi dice rimettendosi a sedere "ora dormi, domani sarà una grande giornata" dice accarezzandomi i capelli. Mi addormento nel giro di poco.

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