La compagna dell'Alpha

Capitolo 26

Gli occhi mi pulsavano, la testa e le tempie con loro facevano un gran male, gli occhi più pesanti che mai si aprirono lentamente, impiegando un enorme sforzo, mi sentivo uno schifo e avrei voluto solo dormire, ma dovevo capire che cavolo era successo, quando finalmente i miei occhi decisero di riprendersi, cercai di  capire dove mi trovavo, ero stesa su un vecchio divano bordò, scomodo, molto scomodo, con grande sforzo mi misi seduta, per un attimo mi girò la testa, poi ritornai alla terra ferma.
Odoravo di terra, ed ero anche sporca di terra, praticamente ovunque, mi erano stati tolti i vestiti, ero rimasta con gli slip, neri e la canottiera, questo mi fece rivoltare lo stomaco, pensare che qualcuno mi aveva, spogliata, oltre ad essere un affronto nei miei confronti, trovai una nota di nausea nel pensare a questo, tutta colpa del legame, i capelli sciolti e sporchi anche loro.
La stanza buia, illuminata solo da una piccola luce al centro della stanza, freddo, avevo freddo, il pavimento a contatto con i miei piedi nudi era gelato, le pareti sporche, l'aria umida, lo sgocciolare di un lavandino non troppo nuovo mi provocava solo irritazione, facendomi aumentare il mal di testa, mi passai le mani sulla faccia più volte, già esasperata, dove cavolo ero finita?!

Ragionai un attimo, mi ci volle ben poco per capire che qualcuno, mi aveva rapita, lupi?
Cacciatori?
Umani del gruppo di Kyle che mi odiano per avergli voltato le spalle ed essermi integrata con i lupi? Se fossero loro, avrebbero fatto bene.

Per quanto mi riguardava potevano anche essere stati i folletti delle radure magiche, oppure un unicorno alato con il dono della parola, ormai non mi sarei stupita più di nulla.
Sospirai pesantemente, ma il senso di pesantezza fisica ed emotiva che sentivo non si affievolì minimamente, la piccola lampadina continuava a lampeggiare, infastidendomi ulteriormente, lentamente cercai di alzarmi, ma un forte giramento di testa mi fece rimettere al mio posto.
Mi feci coraggio, dovevo capire dov'ero, chi mi aveva rapita e soprattutto che cosa volevano da me, anche se stanca di tutto, non mi sarei arresa, non era da me.

POV's Cole

Aria è scomparsa....
Da due giorni, inizialmente avevo pensato che se ne fosse andata di sua volontà, ma ad un tratta avevo sentito una forte botta alla testa, un leggero mancamento, avevo toccato con la mano il punto, ma niente, non c'era niente, il dolore piano piano si affievolì, fino a restare solo un leggero mal di testa.
Avevo capito subito, non era scappata, qualcuno le aveva fatto del male, qualcuno l'aveva portata via, l'aveva portata via da me.
Mi ero maledetto da solo, per tutto, per averla trattata male ed averle dato la colpa, per averla lasciata andare via da sola, doveva aver corso per delle ore.
Quella notte, non avevo chiuso occhi, dovevo trovarla, ad ogni costo.

Ero seduto sul letto della nostra camera, mi alzai, avanzai verso la grande finestra, appoggia un braccio a fianco ad essa, per poi perdermi a guardare l'immensità del bosco, che ci circondava,

"Dove sei?!" Lo dissi in un leggero sussurro, dentro di me si era scatenato il panico più totale, ardevo di rabbia e rimproveri, verso me stesso, chiunque avesse preso Aria, avrebbe rimpianto di essere nato.

Il bussare alla porta, mi riportò alla realtà,
"Avanti" dico con voce roca,
Dalla porta compare Jack,
"Abbiamo delle novità" mi comunica e subito ha tutta la mia attenzione,

"Siamo convinti che l'abbiano rapita al confine nord, deve aver corso almeno per due ore e mezza, il suo odore si intensifica in alcuni punti, quindi deve aver camminato per un po', crediamo che la tengano rinchiusa in una delle vecchie fabbriche di quella zona, nei sotterranei, quasi sicuramente" mi comunica lui, non avanzando dalla porta,

"Chi sono?" Chiedo io, continuando a non guardarlo,
"Un gruppo particolarmente grande di esiliati" risponde lui, guardandosi in giro sospetto,
Sbuffo infastidito,
"So che c'è dell'altro Jack, quindi parla" rispondo io, lasciandomi andare ad un leggero ringhio,
"Abbiamo trovate delle tracce di Logan" dice alzando leggermente lo sguardo,
mi volto verso di lui, incredulo, per quello che mi ha appena riferito, mi passo una mano sul viso, poi decido di parlare,