Capitolo 28

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In quel momento, quando avevo rivisto Cole, stavo bene, stavo splendidamente, avevo ancora l'adrenalina a due mila, l'ansia ancora che mi faceva pulsare le tempie, l'affanno, il batti cuore.

Si, c'erto, poi però ho sentito tutto.

Quando i battiti sono tornati regolari, insieme al respire e quando le tempie avevano finalmente deciso di smetterla di martellarmi la testa, ma soprattutto quando l' adrenalina mi è caduta sotto i piedi, ho sentito, ho sentito le conseguenze delle botte prese, del freddo, del digiuno, ecco perché siamo tutti qui.

"Ti dico che sto bene" ripeto per la decima volta a Cole,
"Non azzardarti a muoverti Aria, ti ho già rincorsa una volta per il reparto, vogliamo ripetere?" Risponde lui,
"S-" non mi lascia finire,
"Non volevo una risposta" mi fulmina con lo sguardo.

Ritornati al branco, Cole mi aveva portata subito all'ospedale, anche perché avevo avuto, durante il tragitto, un mancamento, ma nulla di grave.
Dopo un accurata visita, alcuni ringhi di Cole al medico e qualche analisi, i risultati sono questi:
Disidratazione, varie lesioni, lividi, graffi, i più gravi quelli al viso, zigomo e occhio, un ampio ematoma all'altezza delle costole, parte destra, due costole incrinate, anche se in modo lieve -per fortuna- e un polso slogato.

Sinceramente?!

Cavolo, pensavo di stare peggio, innanzitutto, pensavo che le costole erano rotte dal male che facevano e per quanto riguarda la mia faccia, pensavo si fosse gonfiata come se uno sciame di api mi avesse punto tipo....ovunque, ma per fortuna sono solo un po' viola.

Adesso, mi hanno fasciato il polso, e dato degli antidolorifici e nel frattempo sono arrivati tutti, Cole è accanto a me e non mi ha lasciato neanche per un momento, gli hanno messo dei punti sulla mano e due sul sopracciglio, io per sdrammatizzare il tutto gli ho detto che sarà ancora più sexy con la cicatrice sul sopracciglio e lui mi ha sorriso divertito.
Appena fuori dalla stanza, riesco a vederli, perché c'è la porta aperta, c'è Helen, che quando è arrivata piangeva a dirotto, blaterando parole senza senso, mentre Alan la teneva stretta a se, per fortuna adesso si è calmata, Kayla era arrivata appena dopo Jack, con April e Thomas, che in questo momento stanno amoreggiando, sulle sedie qui fuori, c'è addirittura Kyle, chi l'avrebbe mai detto.

Un infermiera è appena entrata, con una flebo e un ago,
"Non è per me vero?!" Cerco di convincerla ha non conficcarli quel coso nell'interno del gomito, che è un punto che mi fa particolare impressione, me ne hanno già infilato uno sul dorso della mano e non ho fatto storie, ma questo non c'è la faccio proprio,
"Si, è tutto tuo questo" mi risponde la ragazza,
"Non posso semplicemente bere molto?!" Chiedo ingenuamente,
"Non funziona proprio così" mi risponde lei,
"Cerca di non far impazzire le infermiere piccola" Cole si avvicina al mio viso, mi lascia un dolce bacio sulla fronte e si siede vicino a me, mi guarda negli occhi, non c'è la faccio, distolgo lo sguardo per vedere cosa sta combinando l'inferno era col mio braccio,
"Non guardare, o ti farà ancora più impressione, guarda me" mi dice Cole, prendendoli il viso tra le mani e facendo scontrare nuovamente i nostri sguardi.

Sono più intensi? Hai gli occhi più intensi rispetto all'ultima volta che li ho visti, sono di un colore più chiaro, non sono più torvi e cupi, brillano quasi sotto questa luce.

"Aia" esclamo quando l'ago mi punge la pelle, stringo gli occhi solo per un momento, ma quando li riapro, i suoi occhi sono ancora lì e mi guardano come se fossero anni che non mi vedessero, che non vedessero il mio viso, i miei occhi.

"Ecco fatto" dice l'infermiera prima di andarsene, io avvicino le labbra a quelle di Cole e lo bacio dolcemente, mentre lui, ricambia volentieri, le sue labbra non sono come alcune ore fa secche e screpolate, come le mie, bisognose di quel bacio che c'eravamo dati, come se fino a quel momento avesse trattenuto il fiato e solo dopo avermi baciato, fosse tornato a respirare.

La compagna dell'Alpha Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora