Idiota!

3.5K 254 59
                                    

Jimin aprì lentamente la porta, trovandosi Namjoon intento a scarabocchiare qualche foglio. Il più piccolo bussò ed il Grigio si accorse in questo modo della sua presenza, occogliendolo con il solito sorriso, lo fece accomodare nella poltrona.

"Jimin, che piacere vederti! Mi spiace per ciò che è successo ieri, sono molto imbranato come hai potuto notare...mi chiedo ancora come abbia fatto a non licenziarmi..." Borbottò l'ultima frase tra sé e sé, alla ricerca di una risposta con un senso logico, non trovandone alcuna, riportò l'attenzione sull'arancione che prese a parlare.

"Non c'è alcun problema. Molte volte capita anche a me di combinare dei guai..." rispose con in mente ciò che successe due giorni prima, quando si quasi dimenticò dell'appuntamento. Se non fosse stato per Yoongi, probabilmente non sarebbe seduto in quella poltrona.

"Beh...capita, a me, ne succede uno al giorno come minimo, il capo mi ha ormai messo in guardia, se ne combino ancora una..." si passò una mano sulla gola per poi ricomporsi e cercare qualcosa tra la montagna di scartoffie.

"Mh...era qui...dove sarà andato a finire? Scusami un attimo Jimin." si rimise a cercare con ancora più insistenza, facendo cadere a terra metà dei fogli che erano posti disordinatamente sulla scrivania.

"Cosa sta cercando? Posso esserle d'aiuto?" Jimin voleva dare una mano,  il Grigio sembrava essere entrato in un totale stato di panico.

"Potrei accidentalmente aver perso il tuo modulo...cazzo. È la volta buona che mi licenziano."

La bocca di Jimin si spalancò leggermente.

"E non si può far nulla per riprocurarselo?"

"Andrei volentieri a ristamparlo se non fosse che si trova nell'ufficio del capo. Aish sono un idiota."

"Quindi dovrei ritornare domani?" Chiese Jimin sperando più in una risposta negativa, ma appena il Grigio confermò, si lasciò andare in un lungo verso di disapprovazione.

Quando avrò questo dannato lavoro?!

"Scusami Jimin...riordinerò questa scrivania ed appena stampato il tuo modulo lo metterò al sicuro. Sono davvero desolato...siccome sono sicuro che otterrai il lavoro, conterò questi due giorni come giornate di lavoro da aggiungere al tuo stipendio, d'accordo?"
Jimin annuì lentamente per poi alzarsi ed uscire dall'ufficio.

Nel frattempo, Namjoon, si recò in corridoio silenziosamente, sperando che Lui non lo vedesse.

"Namjoon."

Oh signore!

"Capo...buongiorno." Disse facendo un leggero inchino.
"Allora, con quello nuovo? Lo hai assunto?"

Namjoon iniziò a sudare freddo, cercando una scusa e non trovandola si grattò la nuca imbarazzato.

"Veramente signore..."
"Kim Namjoon! Nel mio ufficio. Ora!"

Il Grigio deglutì ed andò nel luogo indicato seguito dal maggiore. Si sedette nella solita poltrona a testa bassa.

"Ieri non ci siamo capiti." Sussurrò il capo avvicinandosi lentamente al minore.

"Mi scusi capo, mi scusi. Sono stato particolarmente occupato in questi giorni, avevo molti documenti e non sono riuscito a-"

"Non m'interessa! Namjoon sei consapevole del fatto che avrei dovuto licenziarti già da tempo vero?!"

Il Grigio annuì in silenzio, non sapendo cos'altro fare.

"Guardami negli occhi quando ti parlo!" esclamò prendendo il mento del più piccolo e facendogli fare un leggero sussulto.

Certo che è bello...

"Dovrai stare fino ad oggi alle cinque. Compilerai tutti i documenti lasciati in sospeso nel mio computer. Ci sarò io a monitorarti, prova a combinare qualche guaio ed aggiungerò altre tre ore di lavoro."

Namjoon spalancò la bocca ed i suoi occhi quasi uscirono fuori dalle orbite.

È per caso impazzito?!

"Ma capo io-"

"Niente scuse. Lo farai e basta. Sarà così ogni volta che combinerai qualcosa."

"Ma-"

"Ho detto niente ma! Ed ora a lavoro."


Yoongi invece, era finalmente arrivato a casa, si stiracchiò e cercò le chiavi nella cartella. Non le trovò.

Ma dove sono?

Bussò alla porta. Nessuna risposta.

Che non sia ancora tornato a casa da lavoro?

Provò a chiamarlo.

"Risponde la segret-"

Fanculo.

Guardò dalla finestra e notò che le luci erano accese.

Cosa cazzo.

Ricominciò a bussare.

"Jimin? Jimin!" chiamò più volte il nome del minore.

L'Arancione invece, era seduto sul divano, divertito dal fatto che la Mentina (così aveva deciso di soprannominarlo), si struggeva davanti alla porta di casa. Al freddo.

Così impari a molestarmi stronzo.

Jimin non si era dimenticato dell'episodio spiacevole che si era verificato i primi giorni del trasferimento ed un po' di sana vendetta, a detta sua, faceva nient'altro che bene.

ROOM HATES - The bet | YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora