Il lavoro

3.1K 240 45
                                    

"Invece di rimanere lì imbambolato con quella faccia da fesso, siediti."

Jimin annuì ancora scosso, e fece come ordinato.

"Così tu sei Jimin...quanti anni hai?"

"Ventitré."

"Ma lo sai che sembri avere tredici anni? Adorabile. Hanno fatto bene ad ammetterti, con quel visetto da angioletto che ti ritrovi, nessuno ti torcerebbe un capello."

Jimin deglutì rumorosamente, sempre più agitato dalle informazioni che otteneva man mano.

"Per tua fortuna non ti hanno assegnato nessuno di particolarmente manesco, tosto si, manesco no. Ora fammi parlare e non interrompermi per alcun motivo, d'accordo?"

L'arancione annuì e l'altro si schiarì la voce.

"Allora, in poche parole ti verrà assegnato un Idol o persona famosa al mese. L'unica cosa che dovrai fare, è andare ad intervistarlo quattro volte, una a settimana, facendo domande che verranno inviate a noi o direttamente a te, via email. Ti faranno domande abbastanza strane, però tu dovrai farle alla persona assegnata senza se e senza ma. Per questo, appunto, conta molto il viso, solitamente quando si è così carini, come nel tuo caso, si limitano ad insulti o occhiatacce. Tutto chiaro?"

Jimin lo fissò boccheggiando per circa dieci secondi prima di scuotere leggermente la testa "Io non-io non penso di esserne in grado..."

L'uomo alzò gli occhi al cielo come se fosse abituato a vedere queste scene '"pietose'" ed era effettivamente così.

"Yah! Ce la farai vedrai. Una volta concluso il mese potrai decidere se continuare a farlo o scegliere tra le varie categorie."

Jimin annuì ancora insicuro.

"Chi mi è stato assegnato?" sul volto del signor Nim comparve un sorrisetto.

"Kim Taehyung. Hai la sua stessa età."

Jimin sbarrò leggermente gli occhi.

E se fosse quel Taehyung? pensò con in mente il ragazzo del bar.

"Dove lavora?"

"Ti invierò la cartella con le sue informazioni sta sera. Ora vai a casa."

L'arancione lo ringraziò, ma proprio mentre stava per uscire, il signor Nim lo fermò.

"Dimenticavo...dovrai mantenere il silenzio, nessuno dovrà sapere chi devi intervistare altrimenti potrebbero tentare di ostacolarti."

Nemmeno Jungkook? Cazzo.

Jimin annuì e dopo aver augurato un buon pomeriggio all'uomo, corse in macchina.

Accese il motore e si diresse verso casa con tranquillità.

Devo comprarmi un materasso!

Cambiò direzione e, nel giro di dieci minuti, arrivò in un negozio fatto apposta.

Appena entrò nell'edificio un centinaio di letti erano disposti in ordine e addobbati in stile natalizio.

Manca poco a natale...devo comprare qualcosa per Gukkie.

"Salve, posso esserle utile?"





Yoongi nel frattempo si rigirava nella sedia del suo studio.

"Non ho idee!" esclamò passandosi una mano tra i capelli.

Nella mente del Menta, correvano solo le immagini del minore che gli urlava contro, alimentando in questo modo la sua rabbia.

Quel bastardo pensò con in mente il viso di Sehun con un sorrisetto strafottente dipinto in volto.

Ladro.

Tirò un pugno sulla scrivania facendo venire un infarto al suo assistente, che gli lanciava delle occhiate di nascosto.

"Yoongi, smettila di struggerti, è da sempre così. Fa vedere il viso, e quello verrà automaticamente denunciato, finché rimani anonimo può giocare quanto vuole con la tue canzoni."

"Non...posso, lo sai."

"Yoon..."

"Jackson, no. Non mi mostrerò. Questa rabbia passerà vedrai."

"Mi sembri più arrabbiato del solito, che succede?"

Il viso del ragazzo dai capelli arancioni gli passò per la mente e strinse i denti.

"Nulla."





Jimin nel frattempò tornò a casa, seguito da un grosso camion che trasportava il suo adorato letto.

Si era letteralmente innamorato di un letto matrimoniale e la tentazione di prenderlo era stata fin troppo forte.

Erano ormai le sei e sapeva che il Menta sarebbe stato a casa, decise però di non pensarci.

"Da questa parte." disse indicando la strada all'omone robusto che trasportava i materiali con tanta facilità.

Un espressione di pura confusione si dipinse in volto quando si accorse che Yoongi non c'era.

Che fine avrà fatto?

"Scusa, potresti spostarti? Non riesco a passare." la voce bassa dell'uomo attirò la sua attenzione, facendolo risvegliare dai suoi pensieri.

Si spostò velocemente per poi prendere il telefono da dove lo aveva lasciato la mattina.

Se lo rigirò tra le mani indeciso se chiamarlo o meno.

Potrei...

Ma cambiò idea appena gli ritornò in mente l'accaduto del giorno precedente. Lanciò il cellulare sul divano per poi correre ad aiutare.

Spero solo stia bene.

ROOM HATES - The bet | YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora