Capitolo 3

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L'auto di Anne aveva il caratteristico odore di macchina nuova, nonostante l'arbre magique alla lavanda che oscillava ritmicamente appeso allo specchietto retrovisore.

Eddie e Iryna si erano accomodati entrambi sui sedili posteriori in un silenzio che necessitava di essere rotto.

“In ospedale dovrai ripetere la risonanza magnetica”. La voce di Anne fu inaspettata e prima che Eddie potesse ribattere, Iryna si intromise aggrottando la fronte.

“Assolutamente no, le frequenze tra i 3k e i 5k hertz sono letali per i simbionti”. Come risposta ricevette un sospiro a denti stretti, mentre Eddie annuiva con veemenza “Lo abbiamo provato sulla mia pelle…”.

Iryna allungò una mano fino a sfiorargli la spalla sinistra, “Deve esser stato terribile” e il suo sguardo rifletté quanto le dispiacesse.

Oh puoi giurarci.

Eddie annuì ancora una volta dando perfettamente ragione a Venom.

Quel semplice contatto, durato pochi secondi, sembrò contenere tutta la comprensione di cui aveva bisogno, come se fosse stato consolato da un vecchio amico che non vedeva da tempo.

Proprio così, Eddie. Banshee mi ha sempre parato il culo.

Si schiarì la voce prima di chiedere ciò che entrambi avevano bisogno di sapere.

“Raccontaci tutto” guardò per un attimo la fila di auto ferme al semaforo prima di continuare “la strada è ancora lunga”. Persino Anne guardò Iryna dallo specchietto, in attesa che parlasse.

Un piccolo sorriso le tirò le labbra e inspirando profondamente iniziò a raccontare.

Sopravvivere al distacco di parte della cometa era stato complesso e arduo, ma niente era comparabile al rientro in atmosfera di quel pianeta sconosciuto.

Fortunatamente il nucleo di quel pezzo di roccia cosmico era composto da un materiale parzialmente isolante termicamente e mentre la superficie bruciava ad altissime temperature, Banshee era rimasta nascosta al suo interno.

Era giunta in un luogo sconosciuto quando ormai la luce del crepuscolo iniziava a spegnersi all’orizzonte e nuvole simili a lunghi artigli violacei si estendevano per tutta la volta celeste. Solo dopo aver incontrato Iryna era venuta a conoscenza che quel luogo si chiamasse Prypjat.

“Ci stai dicendo che eravate lì al momento del disastro nucleare di Chernobyl!?” la interruppe Anne girandosi di scatto non appena scattò l'ennesimo semaforo rosso.

Iryna la guardò di traverso, “Ci sarei arrivata se non mi avessi interrotta” rispose secca.

“Aspetta… ha ragione. Dovresti avere una quarantina d'anni in più di quanto dimostri”, si intromise Eddie con tono conciliante.

Iryna aggrottò la fronte e, confusa, sollevò un sopracciglio “Venom non te lo ha ancora detto?”.

L'espressione confusa e sorpresa di Eddie fu un categorico no.

“Oltre a riparare ossa rotte ed emorragie interne, i simbionti possono controllare i danni cellulari dovuti all'invecchiamento… ovviamente non si ha la giovinezza eterna, ma si invecchia ad una velocità irrisoria”.

Anne non fiatò, ma strinse nervosa il volante di pelle.

“Ah. C-continua pure”. Fu questa l'unica risposta di Eddie: doveva ancora digerire l'informazione ricevuta.

Il sistema di raffreddamento della centrale nucleare della città era il luogo più adatto per sopravvivere su un pianeta così ricco di ossigeno.

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