𝘛𝘸𝘦𝘯𝘵𝘺

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Mi alzo di scatto dal divano e corro verso la mia auto, raggiungendo il più in fretta possibile il laboratorio, dove mi vengono consegnati i risultati che annunciano che sono state ritrovate sul corpo e vestiti delle vittime e sul coltello le impronte digitali di Hwang Hyunjin.
«Pezzo di merda.» sussurro, non appena lo leggo.
Salgo in auto e alla radio sento dire che il processo sta per essere concluso, così corro come una matta, facendo lo slalom tra le altre auto e non rispettando i semafori. Parcheggio davanti al tribunale e corro su per le scale, facendo girare tutti i presenti a causa del rumore dei miei tacchi.
«E io vi dichiaro col-» il giudice non ha il tempo di concludere poiché io irrompo nella stanza.
«Fermi tutti! Minho, Woojin, ho i risultati.» dico, tentando di riprendere fiato.
Mi giro verso una guardia che mi guarda perplesso.
«Voglio due pattuglie per andare a prendere Hwang Hyunjin. È accusato di otto omicidi.» ordino.
Questo inizia a correre per avvisare le polizia ed io mi accomodo nei posti dietro ai ragazzi, ricevendo da Woojin un enorme sorriso soddisfatto.
«I risultati del test del dna sull'arma ritrovata e sui corpi delle vittime, annunciano che i qui presenti Kim Seokjin, Min Yoongi, Jung Hoseok, Kim Namjoon, Park Jimin, Kim Taehyung e Jeon Jungkook non sono colpevoli di questi otto omicidi.» annuncia Minho.
«Le autopsie sulle vittime erano già state fatte e dicono chiaro e tondo che i colpevoli sono loro.» ribatte un avvocato delle famiglie.
«Obiezione: sono andato personalmente a parlare con le famiglie delle vittime che mi hanno annunciato di non aver fatto effettuare l'autopsia ai propri figli. Ero in compagnia della signorina Hale che propongo di far venire a testimoniare, se lei lo permette giudice.» esclama Minho.
«Si accomodi, signorina Hale. Lei, signore, è pregato di tornare a sedersi al suo posto.» dice il giudice a mio padre che mi guarda malissimo mentre raggiungo la seduta.
«Mi chiamo Sara Hale e sono la vittima del presunto rapimento. Parto col dire che la maggior parte delle informazioni che vi sono state date sono errate, poiché io non sono mai stata vittima di violenta fisica e tantomeno mentale. I ragazzi non hanno mai abusato di me e tantomeno di qualcun altro.» dico, mentre sento lo sguardo infuriato di mio padre perforarmi il corpo.
«Non sono stata rapita. Cercavo casa già da un po' e quando ne ho trovata una con un coinquilino ho accettato l'offerta e mi sono trasferita qui.» continuo.
«Obiezione: non ci sono prove per testimoniare le sue parole.» interviene un altro avvocato.
«Posso mostrare la cronologia del mio cellulare dal quale ho effettuato le ricerche della casa due mesi fa.» dico, iniziando a cercare.
Dopo pochi secondi lo trovo e mi avvicino a tutti i presenti mostrando lo schermo del mio cellulare.
«Inoltre,» ricomincio, tornando al posto, «come ha già detto il procuratore Minho, sono stata io ad accompagnarlo dalle famiglie delle vittime che hanno confermato di non aver mai fatto effettuare le autopsie ai propri figli, quindi, l'unica cosa che mi viene da pensare è che, quelle prove, che lei tiene saldamente in mano, siamo false, avvocato Hwang, o mi sbaglio?» concludo, guardandola.
Tutti quanti fanno un verso di sorpresa ed io mi sento fiera di me.
Tutti iniziano poi a parlare finché il giudice non si intromette.
«Silenzio in aula! Signorina Hale, quindi lei vuole dire che le prove sono state compromesse dall'avvocato Hwang?» mi chiede.
«Assolutamente si e sono anche completamente sicura del perché.» rispondo.
«Allora noi siamo lieti di lasciarla parlare.» mormora il giudice.
«Bene. Il motivo è molto semplice: Hwang Hyunjin è l'assassino dei figli delle famiglie qui presenti e l'avvocato Hwang, nonché sua madre, dato che di professione fa l'avvocato, ha procurato delle prove false senza farlo sapere alla famiglia che gestisce e le ha portate qua in tribunale per far risultare che gli assassini fossero loro e non suo figlio.» esclamo, indicando i ragazzi.
«Però, in una cosa ha sbagliato signora Hwang...» mormoro, avvicinandomi a lei.
«Prima di procurare delle prove false, si sarebbe dovuta assicurare che le autopsie fossero state fatte, dato che questi risultati risalgono al sette di febbraio, quando, invece, le autopsie, sono state fatte nella settimana tra il dieci e il sedici.» esclamo.
Il giudice batte il martello e richiede cinque minuti per analizzare le prove e decretare il verdetto. Mi avvicino a Minho e Woojin che mi ringraziano per aver portato qua le prove e mi fanno i complimenti per tutto quello che ho detto.
Mi avvicino dai ragazzi e li abbraccio uno ad uno, finché non arrivò da Jungkook che mi guarda con gli occhi lucidi.
«Ehi...» lo saluto lievemente, afferrandogli le mani.
«Sei impazzita.» mormora, sorridendomi.
«Io ti ho fatto una promessa.» rispondo.
«Ma hai mentito per mantenerla.» dice.
Scuoto la testa.
«No...ci sono tante cose che non sai di me, Jungkook.» concludo, tornando al mio posto dato che il giudice è tornato.
«Ho raggiunto una conclusione.»

Killer. -Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora