«A dopo.» rispondo, sorridendo.
Appena chiude la porta torno sul divano e fisso la televisione senza prestarci attenzione.
«Piccola...» mormoro, pensando a come mi ha chiamata.
Raggiungo la sua stanza e, frugando nei cassetti e nella libreria, trovo un suo vecchio album da piccolo ed inizio a sfogliarlo. Tiro fuori una foto in cui vi è lui appena nato e la giro per curiosità, leggendo la sua data di nascita: 01/09/97.
«Cazzo.» sussurro, portandomi una mano sulla bocca.
Ripongo velocemente tutto al suo posto e vado nel panico.
«Cazzo. Cazzo. Cazzo. Ha quattro anni in più di me!» sbraito, camminando avanti e indietro per il salone.
Non ci posso credere, quello accaduto finora sembra così sbagliato visto da questa prospettiva.
Mi spezza il cuore a questa idea, ma la scelta migliore da fare è quella di allontanarci perché è davvero troppo sbagliato.
Mi lavo velocemente e indosso le prime cose che capitano, scendendo velocemente le scale, raggiungendo il secondo piano.
Busso violentemente sulla porta, finché un povero Taehyung assonnato apre.
«Buongiorno.» farfuglia, scompigliandosi i capelli.
Entro in casa sua e inizio a camminare come una disperata per la cucina.
«Che succede?» mi chiede raggiungendomi e prendendo un bicchiere d'acqua.
Mi metto le mani tra i capelli e sono davvero indecisa se dirglielo o mantenere la promessa fatta a Jungkook.
«Tae, devo dirti una cosa.» mormoro.
Si siede difronte a me e alza un sopracciglio, incitandomi a parlare.
«So che Jungkook si arrabbierà tantissimo, ma ho bisogno di parlarne con qualcuno.» dico.
«Allora fallo. Che succede con Kook?» chiede.
«Non stiamo insieme, solo che ci piace baciarci e dormire spesso insieme.» a questa mia affermazione sgrana gli occhi.
«Diciamo che me l'aspettavo.» farfuglia.
«Fammi finire...il problema è che credo di stare iniziando a provare qualcosa per lui.» concludo.
«E dov'è il problema?» mi chiede, corrugando la fronte.
«Tae, ho diciassette anni!» esclamo.
«Oh, questo sì che è un problema.» dice.
Si porta una mano sul volto e inizia a giocare con il suo labbro inferiore mentre pensa.
«Dovresti dirglielo.» annuncia, dopo un po'.
«Ma guarda, pensavo di dire di avere vent'anni.» dico ironica.
«E tu che pensavi di fare?» esclama ormai esasperato.
«Pensavo di troncare la relazione.» ammetto, con la voce spezzata.
«Sei impazzita? Dopo tutto quello che hai fatto?» chiede, sconcertato.
«Tae, sono piccola.» farfuglio.
«Senti, perché non ci pensi un po'? Si vede che tieni al vostro rapporto, quindi, perché prima di fare qualcosa di cui potresti pentirti, non ci pensi?» propone.
Sbuffo tristemente.
«Hai ragione.» mormoro per poi alzarmi e raggiungere la porta.
«Ehi, devi fare ciò che ti rende felice, okay? Fammi sapere.» conclude, salutandomi.
Raggiungo casa e mi chiudo in bagno.
Mi tolgo solo i pantaloni ed entro in doccia.
Farla senza Jungkook non è affatto la stessa cosa.
Nonostante il calore dell'acqua, ho i brividi. Non riesco a pensare e scoppio in lacrime per la pessima situazione in cui mi trovo.
Ormai ci ho fatto l'abitudine di alzarmi la mattina e trovarmelo davanti che dorme, fare colazione e passare la giornata insieme. Le sue mani su di me e il suo respiro caldo sul mio collo, le sue parole sussurrate sensualmente al mio orecchio, le sue braccia calde che mi stringono. Non riesco a immaginare una me senza lui.Improvvisamente sento la porta aprirsi e mi cade il mondo addosso.
«Sara? Va tutto bene? Mi ha chiamato Taehyung e mi ha detto di correre a casa. È successo qualcosa?» chiede preoccupato.
Mi metto una mano sulla bocca cercando di calmare i miei singhiozzi, ma lui apre la tendina e si paralizza nel guardarmi.
Entra immediatamente in doccia e mi stringe forte a se, facendomi esplodere. Si bagna completamente e trema mentre mi stringe.
«Ti prego, parlami. Che succede?» mi sussurra.
«Non voglio lasciarti andare.» sussurro sulla sua spalla mentre sto aggrappata alla sua schiena.
«Perché dovresti?» mi chiede, allontanandomi di poco.
«Perché quello che c'è tra di noi è sbagliato, tutto quello che abbiamo fatto è sbagliato! Io sono piccola, Jungkook, ma non riesco a starti lontana; non voglio, ma devo farlo.» dico tra un singhiozzo e l'altro.
«A me non importa dell'età. So che hai diciassette anni, so che sei piccola, e non voglio costringerti a fare qualcosa che trovi sbagliato, quindi ti lascerò fare la tua scelta, nonostante mi faccia male.» dice.
«Jungkook, perdonami.» dico, con le lacrime nuovamente a gli occhi.
«Per cosa?» chiede, spaventato.
«Perché io provo qualcosa per te.» dico, portandomi una mano sul volto mentre riprendo a piangere.
«Sara...» mi chiama, dopo poco.
«Tu lo sai perché sei qui, in Corea? Sai perché ti ho portato qui?» mi chiede ed io scuoto la testa, guardandolo.
«Perché in te ho sempre visto una luce che in nessun'altra c'era e, mi suona quasi strano dirlo ad alta voce poiché me lo tengo dentro già da un po', ma io sono innamorato di te, e credo di esserlo da quando ti ho vista per la prima volta a Londra, a scuola.» dice.
Mi prende il volto tra le mani.
«Non mi importa la tua età, se sei piccola ti crescerò e perdonami se alcune volte ti farò del male, nemmeno io sono perfetto. Ma voglio che tu possa essere felice e, ti prego, sii felice con me, non ti voglio lasciare andare.» dice, guardandomi dritto negli occhi, mentre i suoi sono lucidi.
«È una promessa?» chiedo, posando la mia fronte sulla sua.
«Si, piccola, te lo prometto.»Non vi dico quanto ho pianto scrivendo questo capitolo.
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Killer. -Jeon Jungkook
Hayran KurguDove un serial killer rapisce una ragazza senza accorgersi di amarla. »Inizio storia 19.10.18