𝘛𝘸𝘦𝘯𝘵𝘺-𝘯𝘪𝘯𝘦

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Fa congiungere le nostre bocche ed ora mi è finalmente tutto chiaro: non ho minimamente intenzione di lasciarlo andare, soffrirei davvero troppo e pure lui.
Mi afferra i fianchi e fa aderire perfettamente i nostri corpi mentre le nostre labbra danzano ad una melodia che solo loro conoscono. Sorridiamo entrambi senza staccarci e lui ridacchia, per poi farmi salire a cavalcioni.
Il nostro bacio passa da uno dolce e romantico ad uno con sempre più foga.
Mi fa sbattere la schiena al muro e passa dal baciarmi le labbra al collo, lasciandoci sopra dei segni violacei mentre io ansimo, respiro pesantemente e lo lascio fare. Sono sempre più agitata mentre a stento usciamo dalla doccia e raggiungiamo la camera da letto, nonostante i nostri corpi bagnati. Mi butta sul letto e non ha intenzione di lasciarmi andare, dato che subito mi raggiunge e continua a baciarmi con foga.
Mi sfila via la maglietta ed il reggiseno, mentre io sono impegnata a togliergli il cinto e sbottonargli i pantaloni. Anch'io gli tolgo la maglietta e, finalmente, ci troviamo entrambi in intimo che, qualche secondo dopo, cade a terra insieme al resto dei vestiti. Mi lascia una scia di baci e morsi su tutto il corpo, mentre io non riesco a stare ferma.
Lui è così bello.
Nonostante il dolore, lui fa risultare questo momento più che magico. Il suo tocco delicato sulla mia pelle calda mi fa rabbrividire e credo di essere la persona più felice del mondo.
Mi sento da dio appena finiamo ed entrambi giaciamo esausti e sudati sul letto, con i respiri accelerati e le mani ancora intrecciate. Lo guardo e lui respira affannosamente con gli occhi chiusi accanto a me.
Mi giro sul suo lato e gli accarezzo il viso dolcemente.
«Sei bellissima.» mormora.
Sorrido e poso la mia fronte sulla sua, dandogli un bacio.
«Non mi stancherei mai di stare con te.» conclude.

Ci riposiamo per una buona mezz'ora sul letto, mentre chiacchieriamo e stiamo comodamente abbracciati mentre non riesco a smettere di sorridere.

Verso l'ora di pranzo, quando entrambi ci accorgiamo di avere fame, facciamo la doccia insieme e preparo qualcosa di veloce.

«Ma lo sai che ti dona la mia felpa?» dice seduto sul tavolo mentre io gli do le spalle per cucinare.
«Mh? Davvero?» mormoro.
«Si, sopratutto perché quando cerchi di prendere qualcosa in alto riesco a vederti il sedere.» risponde.
«Jungkook!» lo sgrido imbarazzata, cercando inutilmente di abbassarmi la felpa dato che sotto ho solo l'intimo.
«Scherzavo!» esclama ridacchiando e alzandosi.
Mi raggiunge e mi mette le mani sui fianchi facendomi ondeggiare a ritmo di una canzone che sta canticchiando.
Mi aiuta a sistemare la tavola ed entrambi mangiamo la cotoletta che ho preparato.
«Ti ha chiamato Tae?» chiedo, mangiando e lui annuisce con un boccone in bocca.
«E cosa ti ha detto?» continuo.
«Mi ha fatto spaventare perché mi ha detto di correre a casa dato che ti sentivi male.» dice, facendomi ridere.
«Infatti, appena sono entrato in bagno mi sono precipitato dentro la doccia da te. Per un secondo ho pensato volessi fare qualche cazzata.» continua.
«Ma no, come lo hai potuto pensare? Stavo solo molto male perché pensavo che per te fosse stato un problema l'età.» dico, stringendogli una mano.
«Effettivamente sei illegale.» mormora pensieroso.
Scoppio a ridere per la sua faccia seria.
«È la verità! Tu sei minorenne!» esclama.
«Non urlare!» lo sgrido ridendo.
Passiamo il pomeriggio sul divano a sfidarci alla playstation a dei giochi a cui i faccio pena e lui bara. Per distrarmi mi fa il solletico o mi da dei baci sul collo mentre io cerco di ribellarmi.
«Sei uno stronzo!» gli grido.
«Oh si, eccome se lo sono bambolina.» ridacchia.
Vince tutte le partite ed io faccio finta di essere offesa mentre mi lamento.
Proprio mentre sono concentratissima nel vincere, il telefono di casa squilla e siamo costretti a mettere in pausa il gioco.
«Pronto?» rispondo.
«Sara? Sono Taehyung. Quindi? Come stai?» chiede.
«Sto arrivando a casa tua.» dico per poi chiudere.
«Sto andando a casa di Tae.» mormoro.
«Mh? Perché?» chiede perplesso.
«Voglio ringraziarlo per averti chiamato.» mento.
«Ah, okay, posso venire anche io?» continuo.
«No, no, no, no, no, no, no! Perché non stai qui e mi prepari la cioccolata?» dico velocemente.
«Okay...» mormora, poco convinto.
Vado in camera e mi infilo un paio di pantaloni, per poi salutare Kook con un bacio sulla guancia e scendo verso il secondo piano, trovando un Taehyung che mi aspetta con ansia.
«Ehi! Come mai così felice?» mi chiede, appena entro.
«Oh, Tae, grazie!» esclamo, buttandomi sul suo divano.
«Su, su, racconta.» dice curioso.
«Allora, ehm...come dire...io e Jungkook...» cerco le parole adatte per spiegare cosa è successo.
«Avete fatto sesso? Si sentivano le tue urla fin qua giù.» mormora.
«COSA?» grido.

Killer. -Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora