𝘛𝘩𝘳𝘵𝘦𝘦𝘯-𝘰𝘯𝘦

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«Jungkook, che stai dicendo?» gli chiedo.
«Mi hai tirato fuori dalla prigione e mi sei sempre stata accanto, nonostante tutto.» spiega.
«Ma che stai dicendo?» mormoro ridendo.
«Jungkook, tu non mi devi nulla. Oltre ad averlo fatto per te, tutto ciò io l'ho fatto perché mi rendi felice.» dico, mettendogli una mano sulla guancia.
Sorride dolcemente e mi lascia un morbido bacio sulle labbra.
«Sarà il nostro viaggio, okay?» dice.
Annuisco felice e riprendiamo a guardare il film, finché, pian piano, entrambi stanchi dalla giornata passata, ci addormentiamo sul divano come due bambini.
La mattina successiva mi sveglio e per poco non riesco ad alzarmi dal dolore alla schiena.
«Dio mio, sono morta.» commento, facendomi schioccare le ossa.
Jungkook si sveglia poco dopo di me e anche lui propone di dormire sempre nel letto perché se no, poi, ci svegliamo distrutti.
Preparo la colazione e lui si siede al tavolo con davanti il Macbook.
«Mh, guarda qua.» mi chiama, sorseggiando il suo latte.
Mi siedo accanto a lui e subito vedo che sta già controllando i voli Seoul-Londra.
«Questo può andare, va bene se partiamo tra una settimana e mezzo?» chiede.
«Si, è perfetto. Quanto tempo stiamo?» continuo.
«Due settimane?» propone.
«Va benissimo.» commento allegra.
Facciamo ulteriori ricerche e troviamo un appartamento nella periferia di Londra a buon prezzo e subito lo prenotiamo, dopo aver già acquistato i biglietti.

Ci facciamo una doccia e usciamo a fare una semplice passeggiata vista la giornata soleggiata. Prendiamo un gelato e pranziamo fuori, per poi andare a fare un po' di shopping. Al centro commerciale incontriamo per pura casualità Minho e lo salutiamo educatamente con un inchino.
«Ragazzi, che bello vedervi!» esclama lui avvicinandosi.
«E' un piacere vederla, procuratore.» lo saluto.
«Oh, no, vi prego, ragazzi, diamoci del tu.» mormora lui.
Ci accomodiamo ad un bar e ci offre un caffè, mentre continuiamo a parlare.
«Minho, senti, stavo pensando alla proposta di lavoro.» dico.
«Non preoccuparti, Sara, se non vuoi lavorare da noi mi dovrai semplicemente pagare ciò che manca. Non metterti fretta.» dice lui.
«Io in realtà stavo pensando di accettare.» rispondo, con un mezzo sorriso.
«Seriamente?» chiede esaltato.
«Si. Però io parto a Londra tra una settimana e mezzo circa e sto li due settimane, quindi inizierei tra tre, più o meno.» dico.
«Non c'è alcun problema. Appena torni mi chiami e ci mettiamo d'accordo per incontrarci, così ti faccio firmare subito il contratto.» risponde.
«È perfetto.» dice Jungkook.
Minho si posa sulla sedia e ci guarda curioso.
«Ma voi state insieme, giusto?» chiede.
Improvvisamente sento le guance andarmi a fuoco.
«Non proprio.» ammicca Kook.
Non proprio? Ma che significa?
«Cioè?» chiede Minho.
Ecco, appunto, adesso spiega Kookie.
«Io sono innamorato di lei e lei lo è di me, stiamo sempre insieme, ci baciamo, eccetera, ma non è nulla di ufficiale.» spiega.
Non so cosa dire.
Io non ho mai detto di essere innamorata di lui, ma solo di provare qualcosa.
Sento lo sguardo di entrambi addosso e subito torno alla realtà.
«L'hai sentito?» mi chiede Jungkook.
«Che cosa?» chiedo perplessa.
«Ho detto solo che me lo ero immaginato, visti i comportamenti tuoi.» mi dice Minho.
Annuisco con un finto sorriso e faccio finta di niente finché il procuratore non va via ed io e Jungkook torniamo a casa.
Poso la borsa in salotto e lui inizia a parlare di non so cosa, però lo blocco subito.
Non so come farò a dirglielo.
«Kook, devo parlarti.»
Il suo viso si fa preoccupato e subito chiede spiegazioni.
«Perché hai detto a Minho che io sono innamorata di te?» chiedo.
«Non dovevo...?» dice.
«Io non te l'ho mai detto.»

Killer. -Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora