𝘛𝘸𝘦𝘭𝘷𝘦

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Un brivido mi attraversa nuovamente il corpo quando afferra le lenzuola e copre entrambi, per poi avvicinarsi e stringermi a se.
«Hai fame?» sussurro.
«Mh, dipende da cosa si mangia.» mormora.
«Quello che vuoi, negli ultimi due mesi ho imparato a cucinare diverse cose, quindi vedi te.» ridacchio.
«Tra un po' ci alziamo.» dice con voce roca.
Porto le mani sul suo volto; il contatto fisico mi fa stare bene, nonostante lui già mi stesse accarezzando la schiena.
Faccio delle semicirconferenze con il pollice sulla sua guancia e qualche volta sento i suoi zigomi tirarsi, quindi presumo stia sorridendo.
Dalla fronte al naso siamo completamente attaccati, i nostri corpi sono vicini e gli unici rumori che si sentono sono i nostri respiri.
«Allora...» inizia, allontanando il suo viso dal mio.
«Io ora mi alzo e tu, finché non sentirai la porta chiudersi, non aprirai gli occhi, okay?» mi dice.
«Va bene.» rispondo.
Sento le coperte spostarsi ed improvvisamente il letto torna ad essere freddo e spoglio. Sento dei passi leggeri e non resisto alla tentazione, infrangendo così la promessa appena fatta. Apro gli occhi e, per un attimo, resto accecata dalla luce, per poi vedere in lontananza una figura sfocata che, dandomi le spalle, esce dalla stanza.
Mi metto seduta e mi stiracchio, per poi dare uno sguardo al lato del letto dove stava lui.
Improvvisamente inizio ad avere caldo e mi porto le mani sulle guance, sentendole calde. Mi butto a peso morto sul letto e ripenso a quello appena accaduto, per poi rendermi conto del mio outfit che consiste in una maglia larga e dei pantaloncini extra corti.
«Cazzo.» dico.
Lui si è tolto le mascherine, quindi mi ha vista così.
«Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo!» esclamo con un semi-sussurro alzandomi agitata.
Mi posiziono davanti allo specchio.
«Dai Sara, è successo di peggio. Ieri ad esempio, nella doccia.» cerco di auto convincermi.
No! Un conto è sotto la doccia, un altro è a letto.
«Va bene, okay. Adesso devo cercare di stare calma e uscire da questa stanza come una persona normale; però, PRIMA, mi cambio i pantaloni.» mi dico.
Faccio come programmato ed esco dalla stanza, raggiungendo la cucina dove Jk mi aspetta seduti al tavolo.
«Buongiorno.» mormora da dietro la sua maschera da coniglio.
Alzo una mano in cenno di saluto.
«Cosa gradisci da mangiare?» chiedo, per poi sbadigliare.
«Mh...uno yogurt con della frutta e dei cereali.» dice.
«Wow, e da quando in qua tu mangi sano? Solitamente mi chiedi schifezze.» mormoro, raggiungendo il frigorifero.
«Dovresti essere felice allora.» mi risponde.
«Mai detto nulla in contrario.» dico, versando il contenuto del barattolo in una scodella.
Taglio della frutta e la sistemo insieme ai cerali in maniera scenica sopra la crema, poi sistemo la tovaglietta e sopra poso il cucchiaio e la sua colazione.
«Grazie.» mi dice.
Sorrido in rimando e, prendendo una merendina dal mobile, raggiungo la mia stanza e preparo i miei vestiti così da poter raggiungere gli altri sull'attico.

Killer. -Jeon JungkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora