- Cosa vuoi?
- Niente. Ti volevo solo chiedere se vuoi venire a fare un giro con me.
Guardai Gete. Mi fece le spallucce.
- Okay.
Mi alzai e lo seguii. Stava andando sulla spiaggia, ma arrivato lì, salì su una moto d'acqua.
- Sali.
- Non salire mai su uno di quei così. E di sicuro non con te.
Non sapevo nemmeno perché stessi facendo l'acido con lui. Non aveva alcun senso. Lui aveva la sua vita e poteva baciare chi voleva. Eppure mi sentivo incazzata con lui in una maniera incredibile.
Sorrise. Dio che sorriso.
- Se non sali con le buone, ti faccio salire con le cattive.
Sospirai e mi sedetti dietro di lui.
- Sono l'unico appiglio che avrai, e ti conviene aggrapparti.
Arrossii violentemente e ringraziai il fatto che non mi potesse vedere. Mi aggrappai alla sua vita. Fece partire quella moto e sfrecciammo verso il mare aperto.
Io tenni gli occhi aperti. Era stupendo guardare la riva da lontano e vedere le persone così distanti.
Guardai davanti a me e vidi una specie di isolotto. Andrea accostò li e mi fece scendere.
Mi guardai intorno. Era un luogo totalmente selvatico. Non c'era alcuna traccia di umani. Solo natura.
- Ti piace qui?
- Perché mi ci hai portato?
Fece le spallucce.
- Vieni.
Mi prese per mano e mi tirò via. Lo seguii in mezzo a quella folta vegetazione.
Mi sentivo agitata in una maniera incontrollabile. Il mio cuore batteva a un ritmo troppo veloce, sentivo che sarebbe potuto esplodere da un momento all'altro.
E dopo qualche minuto mi ritrovai su una spiaggia completamente deserta.
Era meravigliosa.
Mi girai verso di lui e mi accorsi che mi fissava. Sentirmi il suo sguardo addosso era davvero troppo.
- Perché siamo qui?
- Boh. Io mi voglio fare il bagno. Tu vieni?
"Oh. Mio. Dio. Cerca di mantenere un tono neutrale".
- Okay.
Mi sfilai il copricostume e mi avviai verso il mare. L'acqua era limpidissima e non troppo fredda. Mi buttai, e qualcuno mi afferrò.
Andrea mi teneva in braccio. Mi fissava.
"Mo ti bacia, mo ti bacia!".
Chiusi gli occhi aspettando.
Ma lui iniziò a ridere e mi affogò.
Lo rincorsi per tutta la spiaggia e poi caddi a terra sfinita, e lui si stese affianco a me.
Lo fissai. Era ancora più bello della prima volta che ci eravamo visti.
- Allora. Di te so che: ti chiami Gaia, ami leggere e che hai paura degli ascensori.
Risi. Sembrava divertente rimanere bloccati in ascensore.
- Quanti anni hai?
- 16. Tu?
- Io 17.
Rimasi un minuto in silenzio.
- Ma allora la moto d'acqua non la potresti guidare!
Fece le spallucce e si girò su un fianco.
Feci lo stesso.
Le sue mani mi avvicinarono a lui.
E a quel punto, mi baciò.
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Maledetta distanza
RomanceEro una ragazza un po' scorbutica e asociale. L'unica cosa che mi faceva davvero sentire felice era starmene con i miei migliori amici: i libri. Ma poi incontrai lui. Perfettamente incredibile. Un ragazzo d'oro. Cosa ci può essere di strano in una r...