Capitolo 32

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Mi fermai davanti ad una piccola casetta. Aveva i muri rovinate e piene di crepe, e il piccolo giardino che la circondava era pieno di erbacce.

L'unica cosa che sembrava resistere al tempo era il tetto, sempre di quel rosso acceso.

- È questa?- mi chiese Andrea.

Annuii lentamente, per poi aprire il cancello arrugginito, che emise un cigolio di protesta.

Dopo la morte di mia nonna nessuno era venuto a vivere in quella casa. Prima era sempre ben curata. Mia nonna la teneva come un gioiellino. Ma dopo la sua morte mi faceva male anche vedere una sua foto. Immaginiamo andare a vivere in quella casa.

Mi feci largo tra le tante erbacce, cercando di seguire il vialetto ormai coperto dall'erba. A fatica arrivai alla porta principale, con Andrea dietro di me.

Presi il mazzo di chiavi che avevo nella borsa. Mia nonna ci aveva lasciato una copia di quelle di casa sua, perché viveva nel continuo terrore che le succedesse la stessa cosa che era successa al nonno.

Da quello che mi avevano raccontato, mio nonno era morto di infarto. E da quel giorno, nonna aveva paura di restare sola e di morire sola.

Trovai la chiave giusta (cosa abbastanza difficile) e la infilai con un tremito nella toppa.

Spalancai la porta e venni investita da tutti quegli odori. Quella casa sapeva di nonna.

Si sentiva ancora il profumo delle rose.

Feci un passo in avanti, ma venni colpita da tutti i ricordi che quella casa emanava.

Guardai l'angolo dell'ingresso e vidi una piccola bambina con le guance paffutelle che rideva alle facce buffe del fratello.

Osservai le scale, e vidi la solita bambina che correva mentre la nonna la inseguiva ridendo.

- Senti Gaia- mi disse Andrea.

Io sobbalzai. Mi ero completamente dimenticata di lui.

- Io vado di sopra... Tu cerca giù. Okay?

Annuii e lo osservai mentre saliva le scale.

Entrai nella cucina, dove vidi la tavola imbandita a festa. C'erano tutti i miei parenti, e a un lato della sala, due bambini che giocavano con dei pupazzi.

Non potevo sopportare tutti quei ricordi. Allora ero felice e spensierata. Perché non potava tornare tutto come prima?

Uscii dopo aver dato un'occhiata veloce e entrai nel salottino. Ma quello che vidi mi fece scoppiare in lacrime.

*inizio flashback*

- Allora?? Qual è la sorpresa?- chiesi con fare ansioso.

Mia nonna scoppiò a ridere.

- Se te lo dicessi, che sorpresa sarebbe?

- Io odio le sorprese- dissi mettendo il broncio.

Lei si inginocchiò davanti a me.

- Ma come puoi odiarle? Certo l'attesa è brutta, ma pensa a quant'è bello ricevere qualcosa che non ti aspettavi proprio. Se io ora ti dicessi qual è il tuo regalo, non pensi che ti toglierei lo sfizio dell'attesa?- fece una pausa fissandomi intensamente - È da tanto che sogno di avere una sorpresa anche io.

Io la guardai sbalordita.

- Ma nonna! Te la faccio IO una sorpresa! Anzi, una MEGA SORPRESA!!

Lei mi fece un sorriso dolce, quei sorrisi che sanno fare solo i nonni.

- Quello che desidero io è impossibile, tesoro. Oh, perbacco!- esclamò alzandosi - mi ero dimenticata dei biscotti!

E così dicendo corse in cucina, lasciandomi sola e piena di domande.

*fine flashback*

Mi accasciai sul divano rosso. Anche quel divano era impregnato di odori, di sapori. Di ricordi.

Alzai il cuscino pieno di polvere, ma prima di posarlo mi accorsi che da dentro l'imbottitura usciva qualcosa.

Corsi in cucina, e preso un coltello, cominciai a tagliare il cuscino. Quando l'incisione divenne abbastanza grande, tirai fuori la lettera.

La aprii tremando e mi sedetti sul tappeto.

Ciao carissima!

Spero davvero che tu sia una carissima e non un carissimo, perché altrimenti dovrei picchiare mia moglie per avermi disobbedito! Ovviamente scherzo! A proposito, lei come sta? Spero bene.

Comunque... Ciao. Mi presento. Sono tuo nonno. Carlo Marenna. Sai, non so perché ti sto scrivendo questa lettera. Diciamo che è una specie di diario. Una confessione. Una cosa che non sapeva nessuno. Eccetto tua nonna, ovvio.

Io non sono morto d'infarto come spero ti abbiano raccontato. Sono morto per il cancro. Ebbene si, ero malato. I dottori mi avevano detto subito che avrei avuto pochissimo tempo, e quindi feci tutto quello che avevo sempre sognato di fare.

Ho fatto paracadutismo, ho provato a surfare, sono andato in America... E ora penserai:"Ma che razza di nonno avevo?!".

Be, non so come avresti fatto tu, ma sapendo che avevo solo un mese di vita, sono rinato. Mi sono ritornate tutte le energie, e sono riuscito a fare tutto quello che volevo. Tranne una cosa.

Non ho avuto il coraggio di dire alla mia famiglia che stavo male. Tua nonna era l'unica a conoscenza della mia malattia. Tutti gli altri pensavano solo che la mia fosse una crisi di mezza età (mezza si fa per dire).

Non ho avuto il coraggio di vederli soffrire per me. E quindi sono morto e basta.

Ma ora vorrei che tu gli dica TUTTA la verità. Sai, ci tenevo che fosse una femmina a farlo, perché credo che le donne hanno una delicatezza che gli uomini non hanno. E spero che lo farai.

Fai come se queste fossero le mie ultime volontà. Spero di averle affidate nelle mani giuste.

Con questo ti saluto. È stato un vero piacere conoscerti.

Un bacione.

Poggiai la lettera a terra e mi stesi completamente sul tappeto.

La mia testa era piena di pensieri.

Quelle erano le ultime volontà di mio nonno. Lui le aveva lasciate a me. Io avevo una missione.

Non mi accorsi di piangere finché non notai che la mia maglietta era fradicia.

Continuai a farlo fino a quando due braccia mi strinsero.

E restammo così, in un silenzio rotto solo dai miei singhiozzi, ognuno immerso in una sua riflessione.

MAI SPAIS

Allora. Prima cosa BUON NATALE A TUTTI (anche se in ritardo ma vi amo LOL)

Seconda cosa: OMG QUASI 10mila visualizzazioni sclero

Terza cosa: siete tutti BOONI e vi amo tutti quanti

#pubblicitàtime

- Sorry but this is me, che è mia

- Never give up e Clown Killer di Crazy_mofos_24

- Discover Me di M3li

#finepubblicitàtime

Alla prossima✌ un bacione dalla vostra Lilith♡

Maledetta distanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora