Capitolo 12

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Mi strinsi a lui e misi le mani tra i suoi bellissimi capelli. Mi accarezzò la schiena. Il mio corpo era in preda ai brividi. Non avevo mai provato quelle sensazioni. O almeno era da tempo che non le provavo.

- Ti amo- mi sussurrò.

Un brivido percorse il mio corpo. E io? Si anche io. Anche io ti amo.

Incrociai il suo sguardo e mi persi in quel blu. Amavo il blu perché amavo il mare. Avevo un'altra ragione per amare il blu.

- Perché mi fissi?

Rise. E mi accorsi che aveva due fossette. Amavo le fossette. Amavo il suo sorriso. Amavo lui.

Lo baciai. Non resistetti. Era troppo perfetto.

- Devo prenderlo come un "anche io"?

Sorrisi. E lui mi abbracciò.

- Ti dovrei parlare. Vieni con me.

Mi prese per il braccio e lo seguii. Ci sedemmo su una sdraio.

Lui si inginocchiò davanti a me.

- All'aeroporto è stata la prima volta che ti ho visto. Quando ho incrociato il tuo sguardo non potevo credere che potessero esistere degli occhi così profondo come i tuoi. È stato un attimo. E in quell'attimo mi sono innamorato di te. Poi ti ho vista arrossire: la fine del mondo e l'inizio del paradiso.

Eri così bella, eppure così fragile. Sentivo il bisogno di proteggerti da qualsiasi male.

In ascensore capii che la vita ti faceva schifo, che il mondo faceva schifo. Lo capii dal tuo sorriso. Un sorriso falso. Per far credere agli altri di stare bene.

La prima volta che hai sorriso veramente è stato sull'isola. Quando ti ho baciato. E ti ho detto che non avrei dovuto farlo perché sono un grande coglione di merda. Io non sono mai stato innamorato. Di solito delle ragazze guardo solo tette e culo. E sapevo che se ti avessi dato delle speranze ti avrei fatto soffrire. Ed io non volevo questo.

Speravo che tu ti dimenticassi di me, ma a quanto pare non l'hai fatto.

Speravo di dimenticarmi di te, ma a quanto pare non sono riuscito a farlo.

Stavo piangendo. Mi ero commossa. Nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere.

"Nemmeno Alessio?".

Nemmeno lui.

Lo abbracciai e piansi sulla sua spalla.

- Sai... Avevo immaginato questo momento un po' diverso. Tipo di sera, con la luna piena che illuminava i nostri volti.

- A me va benissimo anche così.

Mi baciò. Le sue labbra stavano diventando la mia droga.

- E tu ti sei innamorata di me stamattina? O sulla spiaggia?

Dovevo parlare io. Ma avrei dovuto parlare di Alessio.

"Dai parla. Svuotati. Ti sentirai meglio".

- Mi sono innamorata di te inconsapevolmente. Non me ne ero resa conto. Perché quando ti guardavo soffrivo troppo.

L'unico che io abbia amato in tutta la mia vita era Alessio. Un ragazzo stupendo. Lo amavo più di me stessa e...

- Ti ha mollata?! Ma come si può lasciare una come te?! Questo è un grande...

- Non mi ha mollata. E non mi ha tradita. Quella troia ci ha separati.

- Chi era la troia?

- La morte.

Rimase zitto. Notai che aveva un'espressione stupita.

- Gaia... io...

- Non dire che ti dispiace, perché non c'entri un cazzo in questa storia. Odio quando la gente dice: mi dispiace. Cazzo c'entri che dici che ti dispiace.

Mi stava fissando.

- Perché soffrivo quando mi guardavi?

- Perché avete gli stessi occhi.

Abbassò subito lo sguardo.

- Gaia... Non sei costretta a stare con me se ti faccio soffrire...

- No. Mi facevi soffrire. Ora non più. Ho capito che non posso scappare dal mio passato. E poi mi sembra di averlo ancora affianco quando sto con te.

Rimase in silenzio.

- Tu lo ami ancora?

Scossi la testa.

- Non posso passare la mia vita senza tentare ad amare di nuovo con la scusa di amarlo ancora. La verità è che io ho una paura tremenda dell'amore.

MY SPACE

Salve a tutti :)

Scusate se sono stata molto sdolcinata in questo capitolo ma dovevo farlo XD

Comunque volevo dirvi che potete scrivermi le vostre storie nei commenti e vedrò di pubblicizzarle nel prossimo capitolo ;)

Alla prossima♥

Maledetta distanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora