Dolori che riemergono

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CAPITOLO 12 - DOLORI CHE RIEMERGONO

"Non ce la faccio più"

"Che è successo ?"

Lily era davanti alla Signora Grassa e si rifiutava di dire la parola d'ordine.

"Dai Lily,entriamo dentro e ci racconti" Remus le mise una mano sulla spalla e la spinse leggermente verso l'entrata.

"No,non mi va,ci sono troppe persone"

"A quest'ora penso che non ci sia nessuno però se vuoi vado a controllare"

La ragazza annuí in silenzio.

"Non c'è nessuno, entriamo"

Quando furono dentro si sedettero tutti e tre su un divano, Lily era nel mezzo stretta dalle braccia di Marlene.

"Dai, ora dicci"

La sfortunata prese un gran respiro e con voce ancora tremante iniziò a raccontare.

"Ero in Biblioteca e stavo studiando con Potter, dopo i vostri allenamenti" guardò Marlene "era tutto tranquillo fino a quando non ho visto Severus seduto ad un tavolo poco lontano dal nostro.
Ho notato che mi guardava e l'ho guardato anche io per un po', poi ho accennato un sorriso ma lui ovviamente ha subito abbassato lo sguardo sul suo libro.
Verso la chiusura ci siamo alzati e mentre James andava a posare un volume ho visto Severus allontanarsi così ho salutato Potter e gli ho detto che io restavo a vedere delle cose in Biblioteca.
Lui si è proposto di restare con me anche perché non saremmo potuti restare tanto a lungo ma io l'ho mandato via"

Meno male che James non l'ha visto, meno male... pensò Remus.

"Aver visto Severus osservarmi mi aveva lasciato una strana sensazione addosso, è stato come se sentissi il bisogno di andare da lui e parlargli. Non so bene per dirgli cosa ma volevo andare.
Non mi guardate cosí, lo so che probabilmente non avrei dovuto più rivolgergli la parola dopo quella volta ma è stato più forte di me"

Marlene e Lupin la stavano guardando con un misto di disapprovazione e compassione.
Sapevano quanto Lily soffrisse per quello che era accaduto due anni prima e che ancora cercava di trovare una soluzione, a volte mettendo da parte il suo orgoglio da Grifondoro.

"Comunque, ho aspettato che uscisse e l'ho fermato.
Quando gli ho posato una mano sul braccio mi ha scansato ovviamente, ma non l'ha fatto in modo rude.
Mi ha chiesto cosa volessi e io gli ho detto che mi mancava.
Mi è uscito di slancio, forse non avrei dovuto.
Comunque lui mi ha fissato per un po', in silenzio e poi se ne è andato. Così. Ma non è finita qui. Perché io l'ho rincorso - lo so che è testardo - e l'ho fermato di nuovo.
Mi ha detto di lasciarlo perdere perché non era il caso e perché come so benissimo - ha detto - non mi vuole piú sentire né vedere. Io ho provato a dirgli qualcosa per placarlo e soprattutto che dovrei essere io quella arrabbiata ma lui niente.
Mentre andava via gli ho chiesto perché ce l'avesse ancora così tanto con me e lui si è riavvicinato.
Non mi ha risposto direttamente ma mi ha detto
' Ma non ti vergogni a studiare con quello lá? Non ti ergere a paladina della giustizia se poi vai in giro con gente che dici di disprezzare per come tratta gli altri,ipocrita. '
Inutile dire che ci sono rimasta malissimo.
Il problema è che mentre discutevamo è arrivato Mulciber"

Marlene si lasciò sfuggire un verso di disapprovazione.

"Ci è passato accanto e si è fermato a parlare con lui, come se io non esistessi. Ha detto che dovevano andare perché c'era una specie di riunione nella Sala Comune di Serpeverde, non ho ben capito.
Piton gli ha detto che prima doveva sbrigare una questione allora Mulciber gli ha chiesto con chi, si è girato a scrutarmi dall'alto verso il basso 'con questa ?'
Al che io gli stavo per rispondere bruscamente ma lui mi ha preceduto e ha detto, testuali parole

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