Capitolo 4.

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Mia madre apre la porta di casa e io mormoro un debole "ciao" per poi filare nella mia camera.

Sorrido mentre chiudo la porta e mi ci poggio contro ricordando la telefonata di poco prima.

"Ti va di, ehm, non so, venire a sentirci suonare stasera?" Aveva detto, la voce esitante e tesa mentre il mio sorriso si allargava dall'altra parte del telefono.

Avevo accettato cercando di sembrare tranquilla quando in realtà volevo soltanto gridare e saltare e mostrare la mia felicità al mondo.

"Okay, allora, a dopo, cioè ci sentiamo via messaggi, d'accordo?"

"D'accordo" e aveva attaccato.

Pranzo nel modo più silenzioso e veloce possibile, voglio andare a setacciare i miei vestiti per trovare qualcosa di decente da mettere.

"Mamma?" Dico, di punto in bianco, lo sguardo fisso sul piatto di carne.

"Coraline?" Mi risponde.

"Posso chiederti un favore?"

"Sì, certo"

"Dei miei amici stasera suonano in un locale e volevo sapere se potevo andare"

"No"

Alzo lo sguardo e poggio la forchetta sul tavolo.

"Mamma per favore, ti prego"

"Io ho detto di no"

"Mamma!" Sbotto.

"Non ho una vita sociale, ti lamenti perché non esco mai ma alla fine sei tu che non mi fai fare nulla, non esco, non vado al cinema, non ceno fuori mentre tutte le mie amiche lo fanno. Dici che sono come tutte le persone ma sei la prima a non trattarmi come tale"

Tiene le braccia incrociate, lo sguardo fiammante rivolto a me.

"Non puoi fare tutto quello che fanno gli altri"

Mi alzo e porto il piatto mezzo pieno verso il lavandino.

Mi giro, tengo le mani sui fianchi.

"Morirò senza essermi goduta la vita."

Ed esco dalla cucina, entro in camera sbattendo la porta, so quanto questo le dia fastidio.

Sento lei e mio padre parlare della mia situazione e finiscono, come sempre, per litigare.

"Cora?" Mia madre entra in camera e si siede sul mio letto.

Tengo gli occhi chiusi.

"Chi sarebbero questi amici, comunque?"

Il suo tono è più morbido, sento che potrebbe essere la mia occasione.

"Lea, Els e un ragazzo che ho conosciuto in ospedale" schiudo le palpebre.

Mia madre tiene lo sguardo verso il comodino accanto al mio letto.

"E dove andate?"

"All'orso cattivo" rispondo in fretta.

"Ti prendono e ti accompagnano loro?"

"Sì, vado e torno con Els"

Stampo un promemoria nella mia mente: dire ad Els e Lea di stasera.

"Mh" fa mia madre.

"Posso andare?" Chiedo, i denti fermi sul labbro inferiore.

"Non tornare tardi" dice, e si alza.

Grido per la gioia e poi chiamo Els al cellulare per informare lei e Lea riguardo stasera.

Il mio telefono si illumina mostrando un messaggio da Els: è qui fuori.

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