Capitolo 14.

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Ho gli occhi chiusi. In questo momento sono davvero rilassata e tranquilla, sono in ospedale da tutta la mattinata e le mie braccia sono ormai insensibili a causa di tutte le siringhe che mi bucano la pelle ogni ora. Non provo dolore, sono così abituata che fa paura. Però sono felice, se qualcuno mi dicesse che tra meno di un'ora potrei morire piangerei (perché insomma nessuno vorrebbe morire) ma poi forse lo accetterei serenamente perché morirei felicemente. Oppure mi lamenterei chiedendo perché proprio io e chi mi dà la sicurezza che nell'aldilà c'è il gelato gratis.

È così che sono fatta, o il gelato o niente.

È passata una settimana da Ferragosto, da quando ho fatto pace con quel bellissimo biondo tinto dagli occhi blu che è il mio ragazzo. È strano dirlo, ma ho un ragazzo, e io che credevo sarei morta sola con mille gatti. Sola e pazza.

Non ci siamo ancora occupati della questione potrei-morire-da-un-momento-all'altro perché lui continua a zittirmi con un bacio o con del cibo.

Non ho fame ultimamente, il che non è tipico di me. Mangio poco e solo quello che porta Niall, perché non voglio farlo rimanere male.

Mia madre è contenta, dice che Niall mi fa mangiare e quando sono con lui riprendo un po' di colorito quindi sono tutti più felici.

Sono ancora convinti che sia un mio amico perché non riescono ad accettare il fatto che la piccola di casa abbia un fidanzato.

Qualcuno bussa alla porta e apro un occhio solo per controllare chi è.

Vedo un grande sorriso davanti a me e due labbra rosa arricciate.

"Buon giorno raggio di sole" mi scocca un bacio veloce e si siede davanti a me.

Mi prendo qualche secondo per osservarlo in tutto il suo magnifico splendore.

Ha una maglietta bianca più stretta nelle spalle, un paio di pantaloni larghi, quelli che usava prima che Harry lo influenzasse con i suoi pantaloni stretti, e un paio di Nike nere. Ha i capelli scombinati, vanno da un lato e dall'altro. Cerca di sistemarli passandoci una mano ma dopo un po' rinuncia e sorride.

"Com'è andata?" Chiedo. Non resisto alla pesantezza dei miei occhi perciò poggio la testa contro la sedia e li richiudo.

"Bene, credo" fa una pausa e sospira.

"Fra tre giorni ci sarà l'operazione che dovrebbe aiutarla a farla tornare da noi" il suo tono è triste, la sua voce si spezza a fine frase.

"Ehi" allungo una mano e apro gli occhi. Tiene il capo basso e si stropiccia le palpebre con una mano.

"Niall, guardami" afferro il suo mento e gli alzo delicatamente il viso, portandolo a guardarmi.

"Andrà tutto bene" allargo le braccia in una richiesta muta per un abbraccio.

Si inginocchia per terra e mi circonda la vita con le braccia, poggiando la testa contro il mio petto.

Gli accarezzo i capelli sussurrando cose dolci per rassicurarlo. I miei movimenti sono lenti a causa di tutte queste trasfusioni, e aghi, e medicine, e tac, e radioterapie.

Il mio cuore affonda un po' di più. Niall non sa ancora che presto dovrò prendere una decisione riguardo le cure.

Lui non ha voluto affrontare l'argomento e io non ho intenzione di costringerlo a farlo.

Sarei una persona orribile se in un momento del genere gli lanciassi una bomba addosso, ha già abbastanza preoccupazioni.

Dopo aver pianto qualche altro minuto Felicity entra in camera e lui si alza da terra tornando a sedersi sul suo posto iniziale.

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