Capitolo 9.

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Uni.

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Rido ma poi vedo la sua espressione-Oh cazzo ma è serio.

Il mio sorriso scompare.

Niall si inumidisce le labbra, sposta lo sguardo verso il mondo sotto di noi.

"Abbiamo ancora quindici minuti" dice.

"Meglio sbrigarci, allora" rispondo.

Mi avvicino lentamente, sono un'imbranata, non so cosa fare, sto entrando nel panico, non ho nemmeno mai baciato un ragazzo come si deve.

Farò schifo? Mi ritirerò all'ultimo minuto? Non ho idea di come muovere la testa, o la lingua, o le labbra...

Oh dio sto per avere una crisi di panico.

Niall, al contrario mio, si avvicina velocemente e in una frazione di secondi le sue labbra piene e soffici sono sulle mie.

Lo ringrazio mentalmente per aver interrotto la linea disconnessa dei miei pensieri.

Il mondo intorno a me smette di esistere, per quello che mi importa ci siamo solo io e lui, le sue labbra che si muovono contro le mie come se fossi la cosa più preziosa al mondo, la sua mano sulla mia guancia, le mie dita incastrate tra i suoi capelli.

Le sue labbra sono esattamente come le immaginavo: soffici, morbide, dolci e piene.

La sua lingua scivola sul mio labbro inferiore e io gli consento l'accesso.

La mia lingua trema al contatto ma sento subito una scossa di elettricità dentro le vene ed è come se un intero uragano stesse prendendo vita nel mio stomaco, altro che farfalle.

Vorrei muovermi di più ma sono costretta dalla barra di ferro.

Inizio a non avere più fiato, Niall diventa sempre più passionale e morde il mio labbro inferiore fino a lasciarlo e staccarsi da me.

Siamo a meno di due centimetri di distanza, fronte contro fronte.

Ho il respiro irregolare e pesante, se fossi in piedi sarei caduta sicuramente, il ginocchio mi trema, e le dita anche. Non posso fare altro che perdermi nei suoi penetranti occhi blu.

"Sei bellissima, Coraline Bale." E mi bacia un'ultima volta in modo casto e genuino.

"Perché non puoi semplicemente prendere quella fottuta tigre?" Incrocio le gambe.

"Perché l'ho vinta per te, devi tenerla tu" il suo sguardo è fermo sulla strada.

"Allora prendi l'unicorno"

Rivolge il viso verso di me per lanciarmi un'occhiata stranita "Ti sembro uno da unicorno?"

Annuisco senza esitare.

"Che?!" Ride.

"Oh, scusami tanto signor SonoTintoPlatino" allargo gli occhi e alzo le mani.

"Non sono platino, sono biondo chiaro"

"Come vuoi, sono un po' daltonica in ogni caso"

Finisce per ridere.

"Perché ci tieni tanto a regalarmi un peluche?"

Sospiro.

Prendo qualche minuto per me prima di rispondere. Non voglio che le prossime parole mi facciano sembrare come una depressa, insicura riguardo se stessa e con problemi di autostima, ma sì.

"Le persone intorno a me sembrano fare tantissime cose, sono in grado di eseguire e realizzare ogni loro sogno, sono capaci di vivere le avventure che desiderano e tutto."

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