Capitolo 8.

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Non avete idea quanto io abbia fangirlato per questo capitolo, perché sì, sclero per i miei stessi capitoli. Ma okAY.

Ho un appuntamento in ospedale dopo pranzo.

Non ho proprio voglia di mangiare, sono un fascio di ansia e dolore. Dopo essere tornata a casa ieri sera ho iniziato ad avere male alla schiena, allo stomaco e un'emicrania lancinante. Non ho dormito fino alle sei del mattino e quando sono riuscita a prendere sonno ho fatto incubi che hanno solo aumentato la mia tachicardia.

Mi aggiusto sul sedile posteriore dell'auto di mia madre e inserisco la cintura di sicurezza.

"Sdraiati, per favore" mi dice il dottore dando dei piccoli colpetti a una siringa.

Il mio braccio sinistro è collegato ad una flebo per le trasfusioni mentre al destro adesso verrà iniettata qualunque-cosa-ci-sia-in-quella-siringa.

Chiudo gli occhi e prendo un respiro profondo quando vedo l'ago avvicinarsi alle mie vene.

Quaranta minuti dopo spingo le ruote della mia sedia a rotelle verso il corridoio dell'ospedale, mia madre è in stanza, a parlare con Felicity e il mio dottore. Non ho affatto voglia di ascoltare la loro conversazione.

Sto ancora facendo una trasfusione quindi oltre a trasportare me stessa mi tiro dietro pure l'asta con la sacca di sangue nuovo.

Entro in ascensore e vado verso il mio reparto preferito: pediatria.

C'è così tanta gente che rifletto sul ritornare al mio piano. Decido di no e mi avvicino al vetro dei bambini.

"Ciao Sam" sussurro, toccando il vetro, al bambino nell'incubatrice.

Sam è qui da quattro settimane, è nato prematuro e probabilmente uno solo dei suoi polmoni è in grado di funzionare.

"Coraline, cosa ci fai qui nell'orario di visite?" Margo viene verso di me.

"Tu cosa ci fai in questo reparto?" Chiedo evitando la sua domanda. La osservo mentre controlla la sacca attaccata alla mia sedia.

"Non dovresti stare in giro durante il trattamento" alzo gli occhi al cielo e faccio per andare via, lontano da lei, ma inizia a spingere la mia sedia verso il muro.

"Eri in mezzo al corridoio" si difende quando le lancio un'occhiataccia.

Fa spallucce e va via.

Avvicino le mani alle ruote e mi avvicino di nuovo al vetro, borbottando cose come "stupida infermiera".

Qualcosa mi colpisce, alzo lo sguardo e quello che vedo mi pietrifica.

"Oh scus- Coraline?!"

"Ehi..."

"Coraline ma che cazzo" non completa la frase ma non credo sia necessario.

"Ehm..."

"Perché sei su una sedia a rotelle? Perché hai una sacca di sangue attaccata e cosa ci fai qui?"

Sospiro. Non ho idea di come uscire da questa situazione, non posso nemmeno inventarmi una bugia.

"Niall mi ha detto che venivi qui perché una tua amica era ricoverata" inizia a farsi sempre più pallido.

Spingo la sedia verso le scale accanto all'ascensore e gli faccio cenno di seguirmi.

Si siede su uno scalino e rimane immobile a guardarmi.

"Hai messo la bandana che ti ho dato" sorrido leggermente.

"Sì, già. Inizia a rispondermi"

Deglutisco rumorosamente e mi guardo intorno.

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