Capitolo 3

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La settimana sembrò volare. Durante quei giorni, avevo legato moltissimo con Natalie e Rose, tanto che sembrava che ci conoscessimo da una vita. Ripensai a questo: perché non provavo più queste sensazioni con Megan? Forse perché non eravamo più amiche, nel vero senso della parola, mi risposi. E forse era davvero così. Ormai mi telefonava soltanto per raccontarmi i suoi soliti battibecchi con il prof di storia, e io non avevo voglia di sentirla. Era strano: era come se non avessi più bisogno di lei.
A scuola ero migliorata: rispetto al passato, avevo voti altissimi. E mi faceva piacere che i miei genitori fossero fieri di me, almeno per quanto riguardava la scuola.
Sabato era arrivato, e la prima settimana da nuova arrivata era quasi terminata. Non fu poi così male, dopotutto, considerando come me l'ero immaginata, anche se si trattava sempre di scuola. Mi alzai verso le 7:00 come al solito, e mi andai a sistemare nel bagno. Mi vestii, scegliendo una t-shirt nera molto semplice, con una gonna e delle Vans basse nere. Feci colazione al volo, salutai tutti e mi avviai verso la scuola.

Arrivata al mio armadietto, vidi Rose venirmi incontro.
'Ehi! Stasera ci sei? Oggi è il compleanno di Natalie, e volevo farle una sorpresa.' Mi disse, euforica.
'Certamente.' Risposi, un po' preoccupata. Cosa le avrei dovuto regalare? Ci conoscevamo solo da una settimana, non sapevo i suoi gusti. E se il mio regalo le avesse fatto schifo? Cosa le avrei detto?
'Allora, andiamo in classe?' mi incitò Rose.
Cercai allora di scacciare quei pensieri dalla mia testa e provai a riflettere mentre ci incamminavamo verso il laboratorio di chimica, dove il professore ci avrebbe mostrato dal vivo alcune reazioni chimiche.

Finita l'ultima ora di lezione, cominciai a sentire il panico scorrere lungo tutto il mio corpo. Mi ero trasferita da pochissimo, e non conoscevo neanche un negozio dove poter andare. Allora presi la situazione in mano e decisi: sarei andata da qualche parte, qualsiasi. Ci sarà pur dovuto essere qualcuno che vendeva qualcosa di carino in una città grande come questa, no?
Girovagai tutto il pomeriggio per ore ed ore, guardando ogni vetrina di qualsiasi negozio incrociasse il mio sguardo. Avevo visto delle cose carine, ma non erano decisamente nello stile di Natalie. Lei aveva uno stile tutto suo, e non era per tutti. Mentre camminavo per la strada, capitai davanti ad una gioielleria. Vidi un bellissimo bracciale che mi colpì da subito: era il regalo perfetto. Entrai nel negozio e glielo comprai: sarebbe stata felicissima.

Tornata a casa, mandai un messaggio a Rose per sapere il luogo in cui si sarebbe tenuta la festa. Dopo circa 15 minuti, mi rispose: 'One, 9:30', era il contenuto del messaggio. 'One'? Cosa voleva dire? Provai a cercare su Internet. Dopo aver scrollato varie inserzioni, lessi 'One Lounge Bar'. Distava circa 40 minuti a piedi da casa mia. Sospirai.

Erano le 19:30 ed era giunto il momento di prepararsi: ero piuttosto lenta, io, e non volevo fare tardi, né prepararmi di fretta. Andai a farmi la doccia, dopodiché cercai di rendermi più bella che potevo: spazzolai i capelli per bene, mi truccai con molta attenzione e precisione, e mi vestii in maniera elegante. Guardai dritto nello specchio: ero bella in fondo, solo che non lo sapevo. Non avevo mai avuto molta stima di me stessa, ma forse era arrivato il momento di conquistarla. Mi feci qualche foto, e ne postai una su Instagram: ero venuta bene, dopotutto. Guadagnai circa 100 followers quella sera. Misi un po' di profumo ed ero pronta. 8:45. Avevo anche 5 minuti di anticipo.

Sembrava essere passato un secolo, ma finalmente arrivai. 9:30, in perfetto orario. La cosa che mi sembrò strana però era che non vedevo nessuno che conoscevo fuori al bar, né che avevo visto a scuola. Cercai allora con lo sguardo Rose o Natalie attraverso le vetrate del bar: le vidi sedute ad un tavolo, che ridevano e scherzavano. 'Sono vere amiche, loro' pensai. Improvvisamente vidi Rose che si voltò senza farlo notare troppo a Natalie. Mi vide, ed io le ricambiai un cenno. Notai che farfugliò qualcosa all'amica e si alzò, venendo verso di me.
'Sei venuta!' mi abbracciò.
'Certo, che ti aspettavi?' risposi io, quasi offesa. Sorridemmo.
'Gli altri saranno qui a momenti, o almeno lo spero .. ho detto a Natalie che sarei andata a fumare una sigaretta.' E ne cacciò una da un pacchetto, offrendomene una. Dissi di no.
Sentii una folla di persone avvicinarsi. Erano tanti, forse troppi. Un paio di ragazzi e alcune ragazze. Saremmo stati una decina, noi 3 comprese.
'Eccovi finalmente! Dove eravate finiti?!' disse Rose, infuriata ma sollevata.
'Comunque, vi presento Brianna, Brianna Clark.'
Sprofondai nell'imbarazzo. Detestavo le presentazioni, ma accennai un saluto per non sembrare snob o antipatica. Gli altri mi salutarono calorosamente. Cercai di scrutare quante più persone potessi. Alcune ragazze erano bionde, alte quanto me mentre 2 erano more, un pochino più basse di me. Ma quello che più notai su tutti fu un ragazzo, molto alto, forse 190 cm, capelli biondi, occhi azzurri come il mare: il ragazzo perfetto. 'Dio quant'è bello', pensai. Cercai di non fissarlo troppo a lungo, distogliendo lo sguardo.
'Andiamo, la torta ce l'ha il barista, adesso vado a prenderla. Entriamo e gridiamo sorpresa. Okay!?' gridò Rose, e tutti annuimmo.

Entrammo nel 'One', quello che, a detta di Rose, era diventato il luogo di ritrovo del loro gruppo, dove sorseggiavano buoni drink mentre intavolavano le loro lunghe chiacchierate. Seguimmo alla lettera le istruzioni di Rose, e Natalie fu sul punto di piangere dalla felicità: era molto sensibile ed emotiva, anche se sapeva nasconderlo benissimo. Un po' come me. Il barista portò la torta al nostro tavolo e anche lui fece gli auguri alla festeggiata. Mentre Natalie cominciava a salutarci, io mi avvicinai.
'Questo è per te' le dissi, porgendole il pacchetto regalo che mi ero fatta fare dalla gioielleria.
Natalie lo aprì e fu contentissima. Mi ringraziò e mi diede un abbraccio. Ero felice.

La serata passava molto velocemente, ma d'altronde succede così quando ci si diverte. E io mi stavo divertendo. Notai che il ragazzo che avevo intravisto prima, il biondo, mi aveva guardato spesso. O era tutto nella mia testa? Pensai. Non potevo saperlo. Anche Rose mi aveva lanciato occhiatine, facendo cenno verso di lui, mentre io scuotevo la testa. Dio che imbarazzo. D'un tratto sentii Rose che diceva:
'Brianna si è trasferita qui da Phoenix una settimana fa.'
'Sul serio? Io ho una zia che abita lì' disse con mia estrema sorpresa il ragazzo. Non so perché, ma immaginavo fosse timido come me. Ma adesso mi piaceva ancora di più.
Io mi limitai a fare una faccia sorpresa, sorseggiando un altro po' il mio drink. Ci ripensai. Ero stanca di essere la ragazza timida che ha paura di parlare.
'Non è un granché come città, o non faceva per me, almeno. Preferisco di gran lunga LA' dissi, iniziandomi a sciogliere, finalmente.
'Hai perfettamente ragione.' Sorrise. E che sorriso che aveva.
'Comunque, io sono Adam.' Sorrise di nuovo. Non volevo assolutamente che smettesse di farlo.
Che mi stava succedendo? Sembravo una stupida. 'Riprenditi', pensai.

Passammo la serata così, ridendo e scherzando in compagnia. Per la prima volta, mi sentivo parte di qualcosa. Anche se sapevo di non essere ancora entrata completamente a far parte di loro, mi sentivo 'a casa', e mi stavo finalmente inserendo.
Fuori al bar, mentre eravamo lì a concludere la serata, Rose mi assillò tutto il tempo.
'Ho visto che hai un bel feeling con Adam ..' esordì, lasciando ovviamente a me la conclusione.
'Beh, ti sbagli' dissi, mordendomi il labbro. Avevo passato una bella serata, ed era anche merito di Adam. Era simpatico, avevamo parlato di tante cose. Ma ci eravamo appena conosciuti, era troppo presto. Decisamente.
Mentre eravamo occupati a stare tra di noi, voltai per caso la testa verso il bar. Vidi da lontano una figura familiare. Era impossibile confondersi: il tipo che si era scontrato con me, a Phoenix. Come dimenticare i suoi occhi? Ma la cosa importante non era quella. Cosa diavolo ci faceva qui, a LA? Rimasi scioccata. Ma non ci diedi troppo peso. Notai soltanto che era in compagnia di un uomo, molto più anziano di lui, sulla cinquantina. Decisi di ritornare ai discorsi dei miei nuovi amici. Mi aspettarono mentre io attendevo il taxi che mi avrebbe portato a casa. Una volta lì, salutai tutti e feci ancora una volta gli auguri a Natalie.
Nel taxi, ripensai un po' alla serata: erano successe tante cose. Avevamo ballato, avevo conosciuto nuove persone, avevo parlato con Adam. Rimasi stupita da me stessa: ero cambiata? Decisamente, e senza accorgermene. Ma mi piaceva. Mi piaceva quella nuova Brianna. Non ero ancora come sarei voluta essere, ma stavo facendo progressi. Mentre tutte queste cose si facevano strada nella mia mente, rientrai a casa, mi diressi immediatamente nella mia stanza e senza neanche rendermene conto stavo già facendo dei sogni d'oro.

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