Il giorno seguente mi svegliai leggermente frastornata, colpa forse del troppo alcool che avevo ingerito. Era domenica, e mamma aveva deciso di andare a fare shopping. Io non avevo fatto storie, poiché era la prima volta che mia mamma mi chiedeva di andare con lei, e poi mi aveva promesso un gelato: come rifiutare?
Scendemmo e passammo tutta la mattina tra negozi di vestiti e di accessori della via principale, gremita talmente tanto di gente che era quasi difficile camminare. LA era una città vivace rispetto a Phoenix, e questo rappresentava un po' anche il mio cambiamento. Almeno per adesso.
Quando arrivò l'ora di pranzo, mia madre mi propose di andare a mangiare una pizza, e io accettai immediatamente: era il mio piatto preferito.
Dopo aver finito di mangiare quella fantastica pizza, finimmo di fare compere e tornammo a casa sfinite. Non ricordavo fosse così stancante fare shopping. Poco più tardi mi arrivò un messaggio di Natalie: 'Stasera discoteca. Ci stai?'. Non sapevo cosa risponderle. La prima e l'ultima volta in cui ero stata in discoteca era stato prima di lasciare Phoenix, con Megan. Non avevo idea di cosa fare. Sarei dovuta andare? Magari sarebbe venuto anche Adam, e la cosa non mi sarebbe dispiaciuta affatto. Saremmo stati in gruppo dopotutto, e io e Adam avremmo potuto approfondire la nostra conoscenza. Decisi che avrei accettato. Le mandai un messaggio per sapere l'orario, e mi disse che si sarebbero visti per le 23:00. Risposi che per me andava bene, e che mi sarei fatta trovare dietro l'angolo.
Avvisai mia mamma, che dopo avermi fatto le solite raccomandazioni, mi diede il permesso di andare, a patto di fare prima i compiti. Sbuffai, scocciata. Ma comunque significava che sarei potuta andare: non mi negava spesso di fare le cose, e questo era uno degli aspetti che preferivo di lei.A cena non mangiai molto. Ero ancora piena dal pranzo, e non avevo molta fame. Ero impaziente per quella sera, e non riuscii a pensare ad altro. Volevo andare subito a prepararmi, per apparire al meglio. Decisi di farmi i boccoli, e di mettere il rossetto: mi rendeva le labbra molto più belle. Scelsi poi un vestitino che avevo comprato quest'estate mentre passeggiavo per la città, e delle scarpe con tacco basso. Ero pronta: sembrava che da quando fossi arrivata a Los Angeles ero diventata un'altra persona. Diversa, ma migliore. Scesi le scale e chiusi la porta, ricordandomi di prendere le chiavi.
Puntuale, mi feci trovare all'angolo dietro casa mia e vidi una macchina da cui si affacciò Natalie facendomi cenni di saluto.
'Quindi hai anche la patente? Wow, cominci a stupirmi' dissi, con grandissimo stupore. Da parte mia. Da quando ero diventata così aperta e disinvolta?
'Sono pieno di sorprese, io!' rispose Adam, facendo quel sorrisetto che avevo già imparato a riconoscere. E quanto era bello.
Mi disse di salire in macchina, ed io obbedii. Salutai Natalie, Rose e Jessica (una delle ragazze more del gruppo) che erano già dentro, e Adam mise in moto.In circa mezz'ora, ci trovammo davanti ad un gigantesco edificio con luci lampeggianti, musica ad altissimo volume e numerose guardie del corpo all'ingresso. Scendemmo dalla macchina, e trovammo gli altri membri del gruppo che ci stavano aspettando nei pressi dell'entrata. Pagammo e fummo dentro.
Andammo immediatamente verso il bar, dove ci servirono il primo drink. Subito ci buttammo in pista, a ballare tutti insieme. Facevo parte di un gruppo, adesso. Ero parte di qualcosa. Non mi trattavano come venivo trattata a Phoenix...possibile che il problema fosse la gente e non io? Avevo sempre pensato di essere io il problema: quella timida, quella chiusa, quella introversa, quella con i problemi.
Finito di bere il mio drink, Rose me ne ordinò un altro. Non reggevo bene l'alcool, ma avevo sete dopo tutti quei balli. Volevo bere. Iniziai a sentire il peso dell'alcool che cominciava a prendere il sopravvento. Mi sedetti sulle poltroncine di una delle sale della discoteca, per riposarmi. Vidi Adam avvicinarsi verso di me, a passi lenti, un po' titubante, ma deciso.
'E' tutto okay?' mi chiese, preoccupato.
'Sì' gli risposi, fingendo un mezzo sorriso.
Calò per un attimo il silenzio tra noi.
Ci guardammo intensamente negli occhi per qualche secondo. I suoi occhi chiari incrociarono i miei: quasi ci sprofondavo. Mi morsi il labbro: ero nervosa, e tentennavo. Sentivo il suo profumo, eravamo a un metro di distanza. Lentamente avvicinava il suo volto alle mie labbra. Poi appoggiò le sue sulle mie. Fu un attimo. Io per un momento volevo lasciarmi andare: l'alcool stava facendo effetto, ma mi distaccai.
'Non sono una delle tante.' Dissi, con tono fermo, e lo liquidai. Mi alzai e me ne andai: mi girai un attimo, e vidi che lui rimase lì fermo, confuso. Ci conoscevamo da un giorno, cosa pensava di fare? Mi piaceva, ma da qui a baciarlo ce ne voleva. Stava correndo, e troppo direi. Forse ero io il problema, ma la pensavo così.
Girovagai in cerca di Natalie, Rose o qualcuno del nostro gruppo: non volevo qualcuno in particolare, ma solo qualcuno da avere vicino. Non trovando nessuno, decisi di andare fuori a prendere un po' d'aria.Ero agitata, lo sentivo. Camminavo avanti e indietro, respirando quell'aria pulita mista a salsedine che proveniva dal mare. Adam mi aveva baciato: io avevo soltanto pensato a liquidarlo, e non ai miei sentimenti. Mi sentivo strana: mi piaceva Adam, eppure durante il bacio non avevo provato quella sensazione di felicità, di euforia, le 'farfalle nello stomaco'. Mentre ero impegnata a rimuginare sui fatti appena accaduti, vidi in lontananza, vicino l'incrocio (dove la strada della discoteca incontra la via principale), nel buio della notte, due figure, di cui una era molto familiare. Erano due uomini. E uno di loro lo avevo riconosciuto: il moro, quello di Phoenix, quello che avevo rivisto al compleanno di Natalie. Mi stava perseguitando, per caso?
Vidi che stavano discutendo: senza dare nell'occhio, sgattaiolai come un ninja, e mi nascosi dietro un lampione. Non mi vedevano, ero troppo minuta, e il lampione mi copriva completamente.
'Lo sai, Hunter, nonostante tuo padre sia stato arrestato, io voglio aiutarti' disse l'altro uomo al ragazzo. Era sulla cinquantina più o meno. Doveva essere un suo conoscente, o un familiare probabilmente.
'Non mi serve l'aiuto di nessuno.' Rispose, mentre avvicinava la sua mano sinistra alla cintura dei suoi pantaloni attillati. Probabilmente aveva una pistola, ma non la estrasse. Vidi solamente da lontano, ma questo bastò per farmi rabbrividire.
'Va via, altrimenti ... Uomo avvisato mezzo salvato.' Aggiunse. L'uomo con cui stava parlando si ricompose, e andò verso una macchina parcheggiata lì vicino mentre lui ritornò dentro. Rimasi ferma ancora per un po'. Hunter? Allora era questo il suo nome. Per un attimo, questo nome mi sembrò familiare. 'Ma certo!', pensai. Natalie me ne aveva parlato. Era il nuovo arrivato, assieme a me. E la cosa che mi sbalordì di più fu che le voci erano vere: suo padre era in prigione. Che aveva combinato? Aveva rubato? Oppure aveva ucciso qualcuno? Mi vennero in mente le cose peggiori che potevano portare un uomo in galera. Scossi la testa e tornai in me. Era quasi l'una di notte, e pensai che fosse stato meglio tornare dai miei amici.
Volevo trovare Natalie o Rose a tutti i costi. In quel momento, ero troppo agitata. Trovai per fortuna Rose vicino al bancone, che faceva due chiacchiere col barista.
'Ehi, dove cavolo eri finita!?' mi chiese.
'Ero fuori a prendere un po' d'aria.' Risposi. Non volevo raccontare cosa avevo visto e sentito.
'Sembra che tu abbia visto un fantasma, invece!' ribatté. Feci spallucce.
'Adam mi ha raccontato quello che è successo.'
'Non ne voglio parlare.' Chiusi il discorso. Non volevo pensarci. Non adesso, almeno.
'Voglio solo andare a casa, adesso' aggiunsi. Mi sentivo piuttosto stanca, ed ero ancora scossa per prima.
'Va bene, ti portiamo a casa.' mi rassicurò Rose, accarezzandomi la fronte.
Vidi che si allontanava, e 15 minuti dopo tornò con tutto il gruppo alle sue spalle. Ci avviammo verso la macchina e mi portarono fin sotto il portone.
Io andai in camera, evitando per quanto possibile di fare rumore. Mi misi nel letto, ma non riuscivo a dormire. Dovevo dirlo a qualcuno? Cosa avrei dovuto fare? Non avevo risposte alle mille domande che mi tormentavano, ma almeno, verso le 2, riuscii ad addormentarmi.
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Lay It All On Me
RomanceL'amore, quello vero, si incontra una volta sola nella vita. Brianna è una ragazza di 17 anni, messa costantemente a dura prova ogni giorno della sua esistenza. Un incontro fortuito cambierà la sua vita per sempre. In una nuova città, dovrà fare i c...