Il giorno seguente fu un giorno qualunque. Sveglia alla solita ora, solite materie a scuola. La mia vita ormai era diventata abbastanza monotona, e questa cosa cominciava a non piacermi. L'unica novità era rappresentata da Hunter: da quando ero venuta qui e l'avevo rivisto, da quella sera, la curiosità aveva iniziato a crescere in me. Cosa lo aveva portato qui a Los Angeles? Con chi stava parlando la sera del compleanno di Natalie? E poi, c'era quello che avevo sentito. Come potevo dimenticarlo? Ero davvero incuriosita, ne volevo sapere di più senza necessariamente cacciarmi nei guai, ma non sapevo come fare.
La giornata continuò in maniera abbastanza lineare. Suonò la campanella e uscimmo da scuola. Mi incontrai con gli altri e decidemmo di andarci a mangiare qualcosa per pranzo. Avvisai mia mamma, che mi rassicurò con un 'Non preoccuparti, divertiti!'. Notavo che tra me e Adam c'era un po' di tensione, o forse era solo un mio pensiero. Decisi di non farci caso e prendere le cose come venivano. Forse sarei dovuta uscire di nuovo con Adam, ma non avrei mai avuto il coraggio di chiederglielo. Mi piaceva, ma non so se ero innamorata. Non lo ero mai stata, quindi come potevo sapere come ci si sente ad essere innamorati davvero? E poi, ero arrivata ad un punto tale da pensare che l'amore non facesse decisamente per me.
Andammo al Mc Donald's. Rose e gli altri arrivarono al tavolo con dei vassoi enormi, pieni di schifezze varie. A me non piaceva il Mc Donald's, ma ci ero andata per la compagnia. Adam aveva anche il mio vassoio in mano, con il mio Happy Meal. Era davvero gentile. E più carino del solito. Passammo il tempo a strafogarci e a parlare del nostro futuro. Non so ancora cosa avrei fatto dopo la scuola. Ero indecisa, mi piacevano tante cose, ma non mi vedevo ancora nel mondo del lavoro. Non so se ero pronta. Mi spaventava il futuro, ma per il momento risolvevo il problema non pensandoci, anche se non sempre funzionava.
Improvvisamente sentii il telefono tremarmi nella tasca: era un messaggio di Adam. Rialzai lo sguardo e si mise a ridere. Lessi il messaggio. 'Stasera andiamo a prenderci un drink?' Alzai di nuovo lo sguardo. Lo guardai e annuii. Lui sorrise. Ero contenta.
Passammo il pomeriggio a ridere di Natalie che si era sporcata il vestito di ketchup e maionese e a cercare di aiutarla a pulire per quanto possibile la macchia.Tornai a casa. Ero stanca, ma dovevo uscire con Adam.Andai in bagno per prepararmi. Iniziai facendomi la doccia, per poi scegliere cosa mettermi: scelsi un vestito lungo azzurro che risaltava il mio corpo e degli stivaletti. Presi la mia pochette bianca, e scesi. Stavo bene, sarei piaciuta ad Adam. Ero emozionata. Non avevo un appuntamento con un ragazzo da parecchio. Meritavo di essere felice, lo sapevo, e quella sera sarebbe potuta essere l'occasione giusta. Forse avrei compreso meglio i miei sentimenti per Adam. Chissà.
Adam fu puntualissimo e si fece trovare sotto casa mia alle 9 esatte. Scesi dalle scale e trovai i miei genitori in salotto. 'Sei bellissima' disse mia madre. Le volevo bene. 'Esci anche stasera? Di questo passo dovrò impedirti di uscire, prima o poi.' Disse sorridendo.
'Tua madre ha ragione, sei bellissima.' Aggiunse mio padre.
'G-grazie' arrossii. 'Ho le chiavi, non aspettatemi.' I miei annuirono e uscii di casa.
Vidi Adam appoggiato ad un palo del marciapiede. Era bellissimo, forse addirittura più elegante di me.
'Sei bellissima' esordii. Io arrossii nuovamente. Mi resi conto che non ero molto abituata a sentire frasi del genere.
'Grazie, anche tu' risposi accennando un sorriso.
Iniziammo a camminare. 'Dove andiamo?' gli chiesi.
'Conosco un bar che fa ottimi drink. Non è molto lontano.'
Durante il cammino, approfondimmo la nostra conoscenza. Gli piacevano le macchine d'epoca, il calcio e la musica. Almeno la musica era qualcosa che avevamo in comune, dato che di calcio e macchine io sapevo meno di niente.
'Anche a me piace la musica. Ogni tanto suono il mio violino, mi rilassa,soprattutto nei periodi di stress.'
'Wow, devi essere brava. Anche io vorrei saper suonare uno strumento, ma penso che sia meglio lasciar perdere.' Scoppiò a ridere.
'Tutti possono imparare. Volere è potere.' Risposi convinta.
'Hai proprio ragione. Mi piace il tuo modo di pensare' disse, sorridendo.
Sapevo quello che Adam provava per me, ma non avevamo mai approfondito la nostra conoscenza e questa fu un'altra conferma per me. Ma stavolta era diverso: sapevo che stavo iniziando anche io a provare qualcosa.
Continuando a camminare parlammo del più e del meno finché non arrivammo al bar. Era un bel posto, con musica e persone abbastanza in ghingheri. Sembrava uno di quei bar nel centro di LA in cui vanno solo i vip. Non sapevo quanto si pagasse, ma mi dava l'idea di essere qualcosa di lussuoso. Effettivamente, non conoscevo la famiglia di Adam. Poteva essere ricco, e io non lo sapevo. Eppure era una persona così carina e gentile, diverso dal tipico cliché di uomo ricco.
'Ti piacerà, vedrai.' Ordinò qualcosa che aveva un nome strano al banco. Io non sapevo nulla di cocktail e drink dato che non bevevo spesso, ma speravo che Adam si ricordasse di non esagerare con l'alcol per il mio drink. Dopo poco, il barista portò due cocktail con degli stuzzichini.
'Hai ragione, è buono'. Non lo dicevo per compiacerlo, era buono davvero.
'Hai visto? Ne ero sicuro. Ti conosco più di quanto pensi.' Disse.
'Ah sì?' lo sfidai. Volevo metterlo alla prova.
'Sì. Sei una ragazza timida a primo impatto. Non parli molto, perché non vuoi che gli altri conoscano le tue debolezze. Ma quando uno ti conosce meglio,capisce che sei una persona meravigliosa.'
Aveva ragione. Sapeva di me molto più di quanto pensassi. Mi stupì. Non sapevo cosa dire.
'Ah, e non baci al primo appuntamento.' Disse scherzando, facendosi una risata.
'Ah ah ah, molto simpatico devo dire. E quello non era un appuntamento.'Risposi, mordendomi leggermente il labbro.
Per un momento ci guardammo negli occhi sorseggiando la nostra bevanda, e ci sorridemmo a vicenda.
'Da grande vorrei fare il pilota. Magari un giorno diventerò un campione di Formula Uno. Chissà.'
Mi limitai ad annuire. Era anche un gran sognatore. Capii molte cose quella sera: stavamo iniziando a conoscerci. E mi intrigava sempre di più.
Uscimmo dal bar dopo che Adam e io eravamo rimasti circa 15 minuti a discutere sul fatto che io dovessi pagare la mia consumazione, ma lui insistette così tanto nell'urlare che si girarono tutti quelli presenti nel locale.
Mentre ci allontanavamo, mi accorsi di essermi dimenticata la mia pochette.Allarmata, avvisai Adam e corsi indietro a prenderla. Spiegai la situazione al barista che mi disse di andare a controllare al mio tavolo, e fortunatamente la trovai. Mi tranquillizzai. C'era tutto.
Mentre mi avviavo verso l'uscita, non potevo credere ai miei occhi. Per l'ennesima volta vidi Hunter in compagnia dello stesso uomo che era con lui quella volta al One. Mi stava perseguitando davvero? Lui non aveva la minima idea di chi io fossi, eppure io sapevo. Forse sapevo anche troppo, ma volevo di più. Perché avevano cambiato bar dove incontrarsi? 'Per essere più discreti'pensai, e doveva essere così.
Chiesi al barista un bicchiere d'acqua poiché avevo corso. Volevo provare a sentire qualcosa, qualsiasi cosa.
'Non preoccuparti, sto cercando di risolvere la situazione. Non è facile, ci sono tanti capi d'accusa contro tuo padre.' Disse l'uomo. Doveva essere un giudice, o un avvocato probabilmente.
'Lo so' rispose Hunter. Lo vidi diverso. Sembrava sconfortato, affranto,diverso da come l'avevo visto le altre volte.
Il barista mi portò l'acqua. Inventai la solita scusa sul fatto che andavo di fretta, mi scusai e uscii.
Avevo avuto la conferma che il padre di Hunter era in prigione. Le voci erano vere. Ma non sapevo ancora il perché.
Mi ricordai che Adam mi stava aspettando più avanti, e accelerai il passo.Quando lo raggiunsi lo rassicurai dicendo che era tutto apposto. Fu sollevato anche lui.
Ci facemmo un giro sotto le stelle e il cielo di LA. C'erano tante stelle,probabilmente sarebbe stato bel tempo il giorno seguente. Parlammo ancora, dei sogni e del fatto che non vedevamo l'ora che tornasse l'estate, anche se era passata da appena un mese.
Mi riaccompagnò fin sotto casa. Per un momento ci fu imbarazzo tra noi. Ma ero decisa. Lo guardai intensamente degli occhi, e premetti le mie labbra sulle sue. Lui fu sorpreso, ma ricambiò e incominciammo a baciarci più volte. Le nostre lingue si cercavano e si intrecciavano come fossero serpenti che danzano. Fu un momento intenso, e decisamente bello. Ero felice quando ero con Adam, stavo bene.
Ci guardammo di nuovo negli occhi, sorridemmo entrambi. Intrecciò le sue mani con le mie e mi salutò dandomi la buonanotte e un bacio sulla guancia.
Io rimasi per un po' ferma fuori casa, compiaciuta, mentre guardavo la sua auto allontanarsi. Ero felice davvero.
Presi le chiavi e aprii la porta. Corsi in camera, facendo meno rumore possibile e mi buttai letteralmente sul letto. Avevo passato una bella serata.Mi scappò anche un sorriso spontaneo. Ma prima che potessi accorgermene, ero già nel mondo delle meraviglie.
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Lay It All On Me
RomanceL'amore, quello vero, si incontra una volta sola nella vita. Brianna è una ragazza di 17 anni, messa costantemente a dura prova ogni giorno della sua esistenza. Un incontro fortuito cambierà la sua vita per sempre. In una nuova città, dovrà fare i c...