Chapter XV: Peter Pan

7.7K 147 690
                                    

-non lasciarmi scivolare via
ho bisogno di te fino alla fine
quindi rimani qui con me
c'è così tanto amore nel tuo sorriso quando guardo il tuo viso
e ora sono qui per rimanere
se il mio primo e ultimo amore-

Storyteller's point of view

Il petto di Natsu si gonfiò, i suoi polmoni si riempirono di aria, che venne poi espulsa attraverso le sue narici, mentre i suoi occhi verdi erano fissi come chiodi su quelle figura che, seppur a distanza di anni, continuava a provocare in lui la stessa reazione.

Lisanna aveva i capelli leggermente più lunghi, il viso adulto, ma gli occhi chiari che ancor in quel momento brillavano di cattiveria e desiderio. Potente desiderio.

Il rosato sbuffò, prima di infilarsi le mani in tasca e camminare verso la porta del palazzo. Lisanna tirò su l'angolo destro della bocca, e, quando Natsu le passò accanto, senza degnarla di uno sguardo o di un saluto, lo fermò con un semplice gesto.

Sbatté contro il su petto, coperto da una camicia a quadri, un documento. Natsu fermò immediatamente la sua avanzata, abbassando, confuso, lo sguardo sul foglio premuto contro il suo petto, e sulla mano perfettamente curata della Strauss.

Lisanna inclinò la testa verso di lui, sorridendo leggermente, mentre Natsu spostava lo sguardo sul suo viso, guardandola serio ed impassibile.

<<sono sei anni che non ci vediamo...e nemmeno mi saluti?>> chiese, alzando le sopracciglia.

Natsu sentì il sangue divenire un po' più caldo, mentre, mantenendo la calma, con tono gelido e pacato, chiedeva

<<cos'è questa roba?>> riferendosi al documento, ancora premuto sul suo petto.

Lisanna ridacchiò, prima di lasciare andare, lentamente, la mano tenuta salda contro il suo petto, rischiando anche di far cadere a terra il foglio. Il rosato, prontamente, afferrò il documento, stringendolo nel palmo della mano, schiacciandolo sotto la potenza della sua rabbia e del suo fastidio.

La Strauss si sistemò i capelli albini, con fare vanitoso, prima di camminare, lentamente, con i suoi alti tacchi, verso le scale, scendendo il primo gradino.

Natsu la osservò con la coda dell'occhio, e lei si fermò, tutto d'un tratto, per poi girarsi, lentamente, verso il rosato, stavolta con un'espressione mista tra il serio ed il divertito.

<<l'uomo a cui tuo figlio ha sparato, è morto>> disse, semplicemente, con voce piatta.

Poche parole, un solo significato. Il sangue di Natsu perse radicalmente calore, gelandosi all'improvviso. Le sue pupille si svuotarono da ogni tipo di emozione, e si spostarono, sconvolti, sul documento che teneva stretto nel palmo della mano.

Era un certificato di morte, firmato dalla persona che più Natsu aveva cercato di tenere lontana da quel mondo, da quei peccati, da quella vita.

Lucas aveva ucciso un uomo, e lui non aveva potuto evitare che suo figlio si sporcasse le mani di sangue.

-

Gli occhi di Lucas erano fissi fuori dalla finestra della biblioteca di casa sua. Fissava, assorto nei suoi pensieri, il paesaggio di Magnolia visto da lì. I palazzi sembravano mattoncini di lego, ammassati tutti tra di loro, ed avvolti in un cielo grigiastro e un'aria tiepida.

La sua guancia, schiacciata sul pugno che la sorreggeva, stava diventando rossa per colpa del gran numero di minuti passati in quella posizione, mentre il cervello stanco di Lucas, riusciva a connettere solo poche cose. Le profonde occhiaie sotto ai suoi occhi accentuavano la stanchezza delle sue iridi, accentuavano il bisogno sfrenato che il ragazzo aveva di dormire, di esser lasciato in pace dai pensieri assillanti che stavano facendo marcire la sua sanità mentale e la sua spensieratezza.

| Fairy Tail | ImmortalsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora