Chapter XVI: young volcanoes

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-e voglio un momento reale
voglio toccare cose che non riesco a sentire
voglio tenere duro e sentire che appartengo a qualcosa
e il mondo come può volere che io cambi?
loro sono i primi che restano gli stessi
sono l'unico adesso,
perchè sono ancora qui -

-
Lucas sbuffò, rigirandosi quel pallone tra le mani. Ritoccare la palla dopo così tanto tempo gli aveva fatto uno strano effetto, quasi come se non fosse più adatto a giocare, quasi come se quello sport non gli appartenesse più.

Si sentiva alquanto nudo e a disagio, anche perché stava seriamente dubitando della sanità mentale del suo psicologo, dal momento che era stata una sua idea portarlo nella suo campo da basket al coperto per fare la sua seduta. Lucas lo trovava già alquanto strano, ma la cosa che lo preoccupò ancora di più, fu quando Yuri lo bendò.

Lucas arricciò il naso, a disagio, ascoltando i passi leggeri e regolari dell'uomo in sua compagnia. Non vedeva assolutamente nulla, aveva quella palla in mano, e non aveva la più pallida idea di quel che stesse succedendo.

<<Ora ti spiego quello che dovrai fare>> disse Yuri, all'improvviso, facendo riecheggiare la sua voce come un eco profondo.

Lucas fece un sorrisino ironico, girandosi alla cieca verso l'origine dei passi che udiva.

<<Grazie, molto gentile da parte tua>> disse, con un pizzico di fastidio nel tono.

Yuri ghignò, continuando a camminare avanti ed indietro.

<<Per prima cosa ti ho bendato per un motivo: per permetterti di osservare te stesso, ma osservarti e capirti veramente. Devi farti comandare e lasciare andare ogni tua emozione, senza però l'aiuto della vista, e nemmeno della parola, quindi, da adesso in poi, devi stare zitto e non pronunciare nulla, per nessuna ragione al mondo. Ogni volta che io ti farò una domanda, o pronuncerò un nome, te dovrai palleggiare, e non fare altro...va bene?>>

Lucas stette per aprire bocca, confuso, ma Yuri lo interruppe subito.

<<Non devi parlare>> lo rimproverò.

Lucas sbuffò, e se solo avesse potuto avrebbe anche alzato gli occhi al cielo, ma, dal momento che erano coperti da quella stupida benda, si limitò a far scontrare la palla contro il pavimento, riprendendola poi, per rispondere alla domanda di quell'uomo.

<<Bene, possiamo iniziare>>

Yuri prese, lentamente, a camminare intorno a Lucas. Il biondo sentiva la sua presenza, sentiva lo spostamento d'aria dovuto al muoversi dell'uomo, che, irregolarmente, si scontrava sulla sua pelle. Sentiva i suoi passi lenti, ed il cuore battergli regolarmente nel petto.

Lucas deglutì, capendo di doversi aspettare di tutto da un tipo come Yuri.

<<Anna>> disse, all'improvviso, l'uomo, chiudendo gli occhi e rimanendo in ascolto.

Il ragazzo trattenne il respiro, iniziando a far scontrare la palla, regolarmente, contro il parquet vetrato.

Yuri sorrise.

<<Elisabeth>>

Il palleggiare di Lucas diventò più frenetico, e l'uomo sorrise.

Lucas fermò la palla, prendendo un profondo respiro ed aspettando che lo psicologo continuasse a parlare.

<<Nicolas>> disse, scandendo bene le lettere.

Lucas riprese a palleggiare, concentrato solo sulla voce di Yuri.

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