Chapter XIX: it could be called home

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-dove eri tu?
Quando il mondo mi è crollato addosso
dove eri tu?
Quando mi sono rialzato da terra
dove eri tu?
Quando le mura mi si stringevano intorno
Vivo la mia vita così
La mia linea dell'amore mi sta stretta (?) -

Storyteller's point of view

Natsu rimase per svariati secondi in silenzio, troppo sconvolto e sorpreso per credere a quel che i suoi occhi stavano vedendo. Lui era lì, sulla sua porta, a pochi passi da lui, dopo un'eternità di tempo.

Nonostante i segni dell'invecchiamento avessero colpito anche il suo viso, Ignia era sempre lo stesso. Aveva i soliti occhi verdi, luminosi come non mai, il solito sorriso ed il solito andazzo da ubriacone.

Natsu strinse la mascella, sentendo lo stomaco svuotarsi e, con la gola secca, fissò il fratello fermo davanti a lui, che, sorridente, lo stava guardando come se nulla fosse.

Il rosato, per la prima volta, non seppe come reagire.

<<Ma si è ribaltata la situazione! L'ultima volta che ti ho visto mi arrivavi al cazzo, ora a momenti ti ci arrivo io. Quanto sei alto?>> chiese Ignia, bevendo un lungo sorso del suo alcol, scoppiando poi in una risatina.

Natsu al contrario, rimase serio e, con gli occhi penetranti, tenne lo sguardo fisso su di lui.

<<L'ultima volta che mi hai visto sei uscito a prendere le sigarette...24 anni fa>> sbottò, con astio, stringendo fortemente la maniglia del portoncino.

Ignia sbatté piano le palpebre.

<<Oh>> disse, iniziando a tastarsi le tasche del giubbotto, fino ad estrarre da una di esse un pacchetto di sigarette, che mostrò a Natsu con orgoglio.

<<Le ho prese, infatti>>

Natsu roteò gli occhi al cielo, chiudendosi delicatamente la porta alle spalle, sotto lo sguardo confuso di Ignia.

<<Mi fai entrare, cazzo?>>

Natsu lo fulminò con lo sguardo, spingendolo leggermente indietro, prima di fargli un cenno con la testa, invitandolo a seguirlo.

Ignia sbuffò, lasciando il suo borsone davanti alla porta, e si portò appresso solo la sua bottiglia di alcol, bevendone dei piccoli sorsi lungo il tragitto.

Natsu lo guidò lungo il perimetro della casa fino ad arrivare ad un tavolino, dove trovarono due comode sedie su cui sedersi.

Ignia si lasciò cadere su una di esse, emettendo un gran sospiro di sollievo, allungando le gambe e chiudendo gli occhi.

Natsu, al contrario, rimase rigido e si accese una sigaretta, fissando il cielo sopra alla sua testa.

<<Che ci fai qui?>> chiese, all'improvviso, Natsu.

Ignia copiò l'azione del fratellino, accendendosi una cicca ed aspirando il fumo.

<<Ho finito il mio lavoro, ho mollato. Sono tornato qua per passare un po' di tempo con l'unica famiglia che mi rimane>> disse, con voce roca.

Natsu abbassò lo sguardo su di lui, ed Ignia gli passò la bottiglia di Jack Daniels, che il rosato accettò volentieri.

In un momento come quello gli serviva proprio un goccio d'alcol. Era una situazione inaspettata e strana. Natsu aveva lo stomaco in subbuglio.

Rimase in silenzio per un po', cercando di nascondere la felicità mista ad angoscia che in quel momento stava provando, tornando poi a concentrarsi su qualsiasi altra cosa che non fosse suo fratello maggiore.

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