Se la gente parla
tu lasciala parlare
e ricorda che i perdenti parlano
mentre i vincenti agiscono.
Will SmithÈ sabato, un'altra settimana di scuola è volata. Emma è a casa sui libri, non quelli scolastici ma i suoi migliori amici. Il fratellino Kurt entra nella sua stanza, prende le sue auto e si siede a terra per giocare. Fa un gran rumore, infastidendo e deconcentrando la sorella maggiore.
<Kurt! Quante volte ti ho detto che non devi metterti a giocare qui quando sto leggendo? Mi disturbi, vattene!> le urla contro Emma.
<Ma io non so dove andare! Papà sta dormendo e la mamma è in cucina a lavare i piatti. Questo è l'unico posto in cui posso giocare> piagnucola.
<Vai in soffitta> suggerisce la ragazza.
<No, ci sono i topi e poi ho paura> risponde il bambino, continuando il suo gioco.
<Ma quali topi! E poi sei grande, devi affrontare le tue paure.
Ti accompagno io, su. Alzati> Emma si avvicina. Il bambino scuote la testa.
<No! No! No! Non ci voglio venire, lasciami! Ho paura!> Emma sbuffa e inizia a tirarlo per un braccio.
Kurt struscia a terra tra urla e scalpitii.
<Lasciami! Lo dirò a mamma e papà! Lasciami Emma!>
<E muoviti...> ordina lei, stufata.
La mamma mentre sta lavando i piatti sente quelle grida e si fionda sopra.
<Che sta succedendo qui?> trova il piccolo a terra che si dispera e la figlia grande che lo tira per il braccio.
<Emma, vuole costringermi ad andare in soffitta ma io non voglio. Ho paura> dice lui, con gli occhi rossi di pianto.
Emma fa un passo indietro e libera la presa dal braccio del piccolo.
<Emma! Come hai potuto? Sei in punizione! Stasera niente Mcdonald's>
<Ma... ma...>
<Niente ma signorina. È ora che impari come si sta al mondo e rispetti tuo fratello che è più piccolo.
Vieni Kurt, gioca sul letto, Emma se ne va lei in soffitta> .
Emma è furiosa. Il fratello deve avere la meglio sempre. Solo perché è piccolo non è detto che debba vincere su tutto.
<Io vi odio! Tutte e due!> afferma prima di salire le scale e chiudersi in soffitta.Emma si guarda intorno. Da quanto tempo non visitava quel posto!
Ci sono grossi scatoloni piazzati ovunque. Contengono i ricordi della vecchia casa. Emma strappa lo scotch da uno. Sposta la polvere che si è accumulata sopra, a mucchi.
Starnutisce per 5 volte di seguito.
Trova le foto dei nonni defunti, del cagnolino Black. Ricorda che fu una lotta tenerlo. Black era un randagio. Un giorno il portone era aperto e quel cagnolino già cresciuto entrò dentro. Inizialmente si spaventò, invece i cugini più grandi italiani Anna e Paolo subito si affezionarono a quel delizioso cagnetto. Per lei era complicato, non avendo avuto da sempre un carattere fiducioso, temeva che la potesse mordere da un momento all'altro.
L'amicizia con Black nacque a poco a poco. Dapprima gli zii non desideravano un cane in casa, vivendo già con tre gatti. Il loro portone era piccolo, sotto abitavano i nonni e loro, e sopra zii e cugini.
Si decisero tardi e accettarono di tenerla per il bene di tutti i figli, legati a Black dal primo giorno.
Prima era stato portato in campagna, dove dormiva e mangiava, poi fece la sua entrata finalmente nel nido di famiglia.
Emma viveva giù ed era la preferita di Black. La seguiva ovunque e la accompagnava quando la ragazza si sentiva sola.Il pensiero che Black e i nonni sono morti, suscita in lei una leggera commozione. Lei cerca la vita di prima, a contatto con i cugini.
In quella casa è sola, a parte il fratellino capriccioso.
Anna, maggiore di due anni, era una sorta di amica fidata, poi è cresciuta, ha trovato nuove amiche e l'ha abbandonata. Emma ripone le foto nella scatola. Si sdraia sul pavimento freddo e chiude gli occhi, sperando che quelle ore passino in fretta.È sera quando la ragazza decide di uscire di casa. Prende uno zainetto, infila qualche moneta nella tasca, gli auricolari e il telefono. I genitori hanno portato Kurt al Mc.
Emma li maledice. Avrebbe voluto mangiare lì anche lei, succede solo una volta al mese. La madre cucina il brodino, la polenta, minestre e schifezze varie. Li chiama "cibi salutari", per Emma sono schifezze e basta. Canticchia il motivetto di una pubblicità che manco ricorda.
Ha la memoria breve, solito.Un ragazzo con una bici rossa le sfreccia di fianco, quasi buttandola sotto.
<Deficiente!> gli urla dietro. Quello non si volta nemmeno. Fa lo sbruffone con impennate e acrobazie da idiota <che razza di cretino...> borbotta tra sé e sé.Al panificio compra una ciambella zuccherata. Si siede su una panca per consumare. I ragazzi si stanno radunando sul corso per le uscite serali. Lei esce di tanto in tanto.
Lo fa solo perché abita vicino a questi luoghi di ritrovo.
<Bella, per caso hai un accendino?> un ragazzo alto e muscoloso le si avvicina. Dev'essere straniero, l'accento che usa non è di quelle parti.
<Non fumo> Emma nota l'altro gruppetto di maschi che osserva la scena dall'altro lato della strada.
Nella sua mente scatta la parola "pericolo", come un allarme minaccioso.
<Capito...> Emma tira un sospiro di sollievo quando si allontana, insieme agli altri. Dà l'ultimo morso alla ciambella. La piazzetta dove si trova seduta è a struttura quadrangolare.
C'è una grossa fontana al centro, con quattro leoni sui lati. All'interno, piccoli pesciolini rossi sguazzano felici.
Emma si ferma un attimo a guardarli.Da destra arriva una coppietta.
Lui ha i capelli rasati, lei lunghi e neri.
Emma mette a fuoco di chi si tratta solo quando sono abbastanza vicini.
<Che sorpresa! C'è la Muscat qui!>
<Mariana, ciao> .
La ragazza fissa prima lei e poi il tipo al suo fianco. Lo conosce, è il suo compagno di classe. Quello burbero e senza peli sulla lingua.
Ha un braccio stretto attorno alle spalle di Mariana.
<Ciao, sei venuta a trovare il fidanzatino? Esiste qualche squattrinato che ti si fila?> scherza e ride alla sua stupida battuta.
Il tipo al suo fianco resta impassibile.
<Ti presento il mio, penso tu lo conosca già, Simone>
<Ciao> lui alza una mano per salutarla. A Emma sembra carino, o forse è solo un'impressione momentanea.
<Dobbiamo andare, vero Simo?>
<Si, andiamo>
<Ci vediamo, la prossima volta ti voglio trovare in amorevole compagnia!> la provoca mentre va via sculettando.
Emma alza gli occhi al cielo.
Che razza di gallina da pollaio!
Pensa a quel Simone Baldasseroni. Come può fidanzarsi con una come Mariana? Sono uno l'opposto dell'altro! Se fosse un maschio se lo taglierebbe piuttosto che stare con quella. Infila il berretto in testa.
L'aria è gelida. Il suo respiro è visibile.
Emma s'incammina verso la strada intrapresa per raggiungere quel luogo.Hola!
Il nuovo capitolo! Le vostre prime impressioni? C'è già qualcuno che odiate in particolare o qualcuno che vi sta piacendo? Scrivetelo se volete nei commenti, noi ci vediamo presto!!
M❤
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𝑭𝑰𝑮𝑼𝑹𝑨𝑻𝑰 𝑵𝑶𝑰
FanfictionEmma è una giovane ragazza timida e con qualche complesso di inferiorità, nessuno per questo pare considerarla. È appena arrivata in una classe nuova e prova parecchio disagio soprattutto a causa del bullismo esercitato dalle altre femmine nei suoi...