Otto

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Emma si rifugia in soffitta. Si sdraia sulla moquette e riflette su quanto è accaduto il giorno precedente.
Ha tentato nuovamente di baciare Simone? Perché? Perché è stata così sciocca?
Vorrebbe reprimere quel pensiero che si sta facendo strada nella sua testa. È forse innamorata di lui? Ad un tratto scoppia in una fragorosa risata. È sollevata dalla convinzione che l'abbia fatto solo perché ad un certo punto lui si è avvicinato. Per evitare di apparire "scortese" gli ha spianato la strada ma... nulla di che.
Scrolla insistentemente le spalle, ride come una pazza isterica. Al termine di quei minuti di sana follia, Emma si alza. È distrutta emotivamente e caccia indietro le lacrime perché sa che il gesto di Simone, lo stesso nell'arco di pochi giorni, si può tradurre in rifiuto nei suoi confronti.
Crede che sia importante chiedergli scusa. Lei ha frainteso tutto e deve farsi perdonare.
Prende le cuffiette dal suo zaino e le infila nelle orecchie, alzando al massimo il volume prima di incamminarsi verso la scuola.

<Oggi studieremo la biografia di Ludovico Arrosto e un'opera molto importante, l'Orlando Furioso. De Luca, leggi tu> Emma sposta lo sguardo verso il banco di Simone mentre Francesco legge. È vuoto, lui non è venuto a scuola. Una fitta le colpisce il petto. Forse è stata colpa sua?
Non è venuto per evitare di vederla?
Queste domande fanno perdere a Emma la concentrazione, la Mantovani la becca distratta. Ha gli occhi peggio di un falco, quando si tratta di sgamare quelli che non prestano attenzione.

<Signorina Muscat, sono molto delusa. Ti ho chiesto che genere di poema è l'Orlando Furioso e non mi hai saputo rispondere. Hai sempre seguito le lezioni, cosa succede?> chiede la prof. togliendosi gli occhiali e mangiucchiando la punta di un'asticella.

<Niente. Sto bene> Mariana e le sue compagne sono divertite dalla scena.
Quando Emma viene umiliata è come assistere a una commedia a teatro. La professoressa sospira.

<Per stavolta fingo di non averti visto, la prossima che sei distratta ti becchi una nota, sei avvisata>.

Emma prende in mano il suo diario, durante l'ora di ricreazione.
Ha scritto poche pagine e appena torna a casa ha intenzione di riempire un altro foglio di scritte.
Mariana e le sue amiche si avvicinano.
La ragazza alza lo sguardo, le tre figure torreggiano su di lei.

<Che bello! Hai un diario segreto...> Emma lo stringe a sé gelosamente.
I maschi della classe sono raccolti in gruppi, è stata indetta una sfida a chi è in grado di fare più flessioni.
In palio c'è un pallone firmato sul banco, anche se Emma non ha idea di a quale calciatore appartenga.

<Posso dare una sbirciatina?> Mariana allunga il palmo con un sorrisino malizioso. Emma maledice se stessa per aver cacciato fuori il diario.

<No, è un oggetto privato>

<Ma noi siamo tue amiche vero? Possiamo sfogliarlo ugualmente...> il tono di Giulia assomiglia ad uno squittio di un topo.

<Ben detto Giuly! Forza, passami il diario> Emma lo stringe ancora più forte al petto.

<No, non posso darlo a te> insiste.

<Cosa? Come non puoi?> Mariana finge di essere indignata dalla sua risposta <noi siamo amiche da molto e tu mi rispondi così? Per te non valgo nulla?> Giulia e Rosa sghignazzano.

<Noi non siamo mai state amiche> Emma si ribella. Non sa nemmeno dove la stia trovando questa forza, era ora però. La bocca di Mariana si spalanca per creare una O perfetta.

<Bene, non darmelo. Me lo prendo io> glielo strappa dalle mani e sfoglia le pagine.

<Ragazzi e ragazze, un minimo di attenzione> chiama all'ordine la classe, tutti si bloccano sul posto.

<Mariana no!> le urla Emma, prevedendo le sue intenzioni.
Giulia e Rosa la tengono bloccata contro il muro. I maschi seguono la scena senza proferire parole.
Mariana è la capoclasse, è lei a comandare.

<Oggi ci faremo quattro risate leggendo il diario della racchia, sfigata e orrenda Emma Muscat.
Vediamo un po' qui...> impregna un dito con la saliva, gira le pagine a proprio piacimento e di tanto in tanto scuote la testa divertita, facendo scivolare i capelli neri sulle spalle.

<Questo è divertente. State molto attenti> si schiarisce la voce come se dovesse pronunciare un discorso dal quale dipendono le sorti dell'umanità
<Caro diario, è il secondo giorno di festività che la scuola ci ha dato per mezzo della bufera di neve di questa fine febbraio.
Stanotte sono stata a pensare al comportamento sciocco avuto con Simone. Inizio ad avere paura di averlo offeso. Volevo dargli un bacio sulla guancia, per ringraziarlo, perché vorrei fosse mio amico.
Lui si è scansato, disgustato probabilmente da me.
Lo compatisco, chi vorrebbe essere baciato da una come me?
Oltre ad avere un aspetto ripugnante, ho un carattere timidissimo...> legge Mariana, scimmiottando Emma.
La classe scoppia in una risata collettiva, Francesco e i suoi amici prendono in giro Simone. Emma pensa siano senza carattere, è disgustoso parlare male di una persona quando questa è assente, sapendo che non c'è per difendersi. Altrettanto disgustosa è Mariana, Emma brama di darle un calcio sullo stinco, in questo momento è una furia vivente.

<Adesso basta! Hai letto abbastanza!> Emma con uno strattone getta Rosa e Giulia a terra e si avvicina a Mariana a grandi falcate.

<Tu, sei una una persona ripugnante.
Mi fai schifo, sei senza cuore e spero davvero che resti sola per il resto della tua insulsa vita da bulla> qualcuno inizia ad urlare dal corridoio che il professore sta arrivando. Tutti ritornano ai loro posti tranne Emma e Mariana che sono faccia a faccia.

<Come mi hai chiamata?> Mariana spinge forte Emma, buttandola a terra. Lei cade di schiena. Prova un dolore lancinante. Nonostante ciò afferra un piede di Mariana e la butta a terra. Tutti urlano in coro "Lotta! Lotta! Lotta!" e fischiano come tifosi allo stadio.
Emma tira i capelli di Mariana che urla dal dolore, poi Mariana afferra il polso di Emma e glielo torce.
La ragazza stringe i denti, si libera dalla presa e si siede a cavalcioni su Mariana, schiacciandole la testa sul freddo pavimento.

<Lasciami! Lasciami!> la implora piangente, ma lei non ha autocontrollo. Tutto il male che le ha fatto le passa davanti come il cortometraggio di un film.
Il professore di latino fa il suo trionfante ingresso. Urla a Emma di smetterla ma lei non lo fa.
Due forzuti bidelli le separano.
Mariana ha il labbro spaccato a metà, Emma un livido sullo zigomo destro.
Il preside dà una sospensione ad entrambe per tre giorni consecutivi, dopo averle rimproverate duramente.
Mariana si difende accusando Emma mentre lei resta in silenzio, lascia che dica bugie, le basta averle dato una lezione. Finalmente è riuscita a farsi valere.

Ciao a tutti!
Ho pubblicato con un po' di ritardo ma spero comunque questo capitolo sia di vostro gradimento.
Dalla settimana prossima pubblicherò una volta a settimana. Grazie per le mille visualizzazioni di cuore. Vi voglio molto bene.
M❤

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