Ventuno

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È da alcuni giorni che Simone percepisce la sua mancanza. L'altra notte ha sognato di baciarla ma al posto di Emma poi è apparsa Angela, la nipote di Veronica e il sogno è finito fortunatamente. Ha il rimorso di non averla potuta baciare prima, quel giorno sotto la pioggia. Era a tanto così dal farlo ma ha avuto paura.
Quella paura che vive nel suo corpo e scorre nel suo sangue lo costringe ad agire non secondo la sua volontà, quella di Simone, ma la volontà della paura stessa.

-Ciao tesoro- Veronica si avvicina per dargli un bacetto e lui si lascia coccolare. Le sue mani lisce sono l'opposto di quelle callose della madre. A volte lo graffiava semplicemente sfiorandolo. Quelle di Veronica invece danno un tocco confortevole e piacevole seppur essendo mani sconosciute.

-Tutto bene?- chiede con una nota di preoccupazione. Lui annuisce con gli occhi bassi, fermi sulla moquette.

-Mia nipote mi ha detto che nutre una forte simpatia nei tuoi riguardi.
Le ho consigliato di lasciarti in pace ma è cocciuta- Veronica è preoccupata che Angela possa interferire nel rapporto creatosi con Simone.
È stato difficile per lui integrarsi in famiglia in un mese, è stato un impatto forte cambiare vita in pochissimo tempo. Lei lo comprende e vuole che nessuno si avvicini a lui.
È suo figlio, lo sta crescendo, è il dono che chiedeva da molto e si è parecchio affezionata.

-Non mi dà fastidio... A me piace Angela- mente. Gli piace il fatto che sia una ragazza che si concede facilmente, non perché gli piaccia realmente. Non è il tipo con cui fare una chiacchierata. Con Angela si passa subito al sodo.

-In questo caso... spero solo che non ti allontani da me- ribatte. Il ragazzo ha capito che Veronica gli vuole un mondo di bene. È gelosa di lui, ha paura che qualcuno li possa separare.
Deve stare tranquilla, questo non accadrà mai.

-Va bene allora, salgo a sistemare i letti- lui le fa un mezzo sorriso. La donna percorre le scale, appoggiata alla ringhiera. Appena Simone sente i suoi passi ormai lontani, esce di casa e si accende una sigaretta.
Non fuma più come un tempo.
Fumarne una al giorno è raro ma nei rari momenti in cui lo fa, si rilassa.
Iniziò a fumare che aveva circa tredici anni, un bambino. Rubava quelle del padre di notte ma il mostro era troppo ubriaco per capirlo. Il mattino seguente si svegliava con la consapevolezza di averle consumate con la sua comitiva, tra un bicchierino e l'altro. Simone sfruttava la sua stupidità e impotenza, era anche un modo per vendicarsi dei maltrattamenti da lui subiti.

Getta il mozzicone a terra e lo schiaccia con il piede. Poi lo lancia oltre il muro che separa la sua abitazione dal giardino del loro vicino, il vecchio Fabrizio.
È un uomo che vive solo da un paio d'anni. La moglie è morta di cancro all'utero ma aveva una bella età.

Improvvisamente, un'auto rosa frena davanti casa sua. I vetri oscurati si abbassano, mostrando la bella ragazza all'interno.

-Ciao amore- Angela lo saluta, schioccando le labbra color porpora.
Le sta bene quel rossetto. Lei starebbe bene con tutto -ho chiamato la zia per dirle che ti porto un po' in giro, chico- gli fa l'occhiolino. Simone è spiazzato.
Non sa se accettare l'invito che suona più come un ordine.

-Salta su! Che aspetti?- gli apre la portiera dall'altro lato e lui, dopo qualche ripensamento, decide di seguirla. Angela accelera a tutto gas.
È pericolosa mentre guida. Lo sballotta da un lato all'altro della vettura.

-Non morirai, tranquillo- avverte sorridendo ma non funziona.
Lui è convinto che faranno un incidente. Angela ferma la macchina davanti ad un pub. Sono le nove di sera e ragazze in minigonna stringono le mani ai loro ragazzi prima di appartarmi chissà dove.
Il ragazzo e Angela scendono.

-Ok, stasera scoprirai una cosa che non dovrai rivelare a nessuno.
Lavoro qui io ma non come barista, così sanno mia madre e i miei zii.
Io faccio la cubista- sussurra Angela al suo orecchio, aggiungendo un sorrisetto beffardo.

-Ma sei pazza? Lo sai che potrebbero metterti le mani addosso... Questi locali sono frequentati da maiali- lui non ci vede dalla rabbia.
Angela non è Emma ma comunque vuole proteggerla. Corre dei grossi pericoli esercitando il suo mestiere.

-Lo so però questo mondo mi ha sempre affascinato. Sono piuttosto brava, stasera te lo dimostro- lo spinge ad entrare, tirandolo per la mano.
Appena sono dentro, lui nota una gran quantità di ragazze che ballano.
Corpi perfetti. Brune, bionde, nere.
Di pelle chiara o di colore. È un mix di perfezione. Alcuni uomini battono le mani e fanno cin cin, lanciano banconote alle ragazze sul palco.

-Visto? Ti divertirai di sicuro! Oh! C'è la mia amica Carlotta. Aspettami qui!- mentre Angela s'intrattiene a dialogare con Carlotta animatamente, una ragazza in costume, offre a Simone due bicchieri. Lui li rifiuta e la ragazza va via sculettando. Non vuole tornare a casa ubriaco fradicio, in più in questi locali c'è anche un giro esaustivo di droga ed è meglio prevenire il peggio.

-Vieni con me, ti faccio una sorpresa- viene trascinato da Angela nei camerini delle ragazze. Il suo ha il suo nome sopra con una piccola stella fucsia a fianco. Angela chiude a chiave la porta e lo fa stendere sul divano. Poi si mette a cavalcioni su di lui. Si toglie la maglietta. Non porta il reggiseno. Prende la mano di lui e se la porta sui seni.

-Puoi fare quello che vuoi- i polpastrelli del ragazzo scorrono lungo i suoi capezzoli turgidi ed eccitati.

-Sicura? Io non...- Angela lo fa tacere.
Lo bacia con prepotenza, infilando la sua lingua nella sua gola.

-Levati questa maglietta- lo aiuta a sfilarsela e poi armeggia con il bottone dei jeans.

-È la prima volta?- conosce già la risposta. Lui è un ragazzino mentre lei ha venti anni e già un bagaglio di esperienze. L'ultimo uomo con cui ha fatto sesso ne aveva circa trenta. È stato per provare qualcosa di nuovo, i suoi coetanei la scocciano.

-Si... Cioè...- non è imbarazzato ma vorrebbe non doverne parlare con lei. Sono affari suoi, quella domanda non ha senso. I suoi pantaloni sono a terra. È rimasto in boxer. Se gli toglie anche quelli è finita. Angela si muove troppo in fretta e non permette lui di parlare.

-Ti farò ciò che mi chiederai, promesso- afferma leccandosi le labbra. Il ragazzo chiude gli occhi.
No. Nella sua testa riecheggia questa parola. È sbagliato. È tutto sbagliato.
Lei non è Emma, Emma dev'essere la sua prima volta.

-Ferma- le blocca i polsi. Ha ancora i boxer addosso -non posso-

-Perché? Non ti piaccio?- chiede Angela, stupita dal fatto che qualcuno l'abbia rifiutata. È un evento unico, mai accaduto in vita sua.

-No. Sei molto bella ma io amo già una ragazza, e quella non sei tu. Scusami se non te l'ho detto prima. Non volevo deluderti- Angela si sposta lentamente, amareggiata. Indossa la canottiera e se ne va, sbattendo la porta.

Lui sospira, accasciandosi sul divano. Lui ama Emma e mai potrà dimenticarla. Quanto coglione può essere stato? Invade i suoi pensieri e il suo cuore. Ormai è parte di lui.

Buona domenica!
Eccomi dopo tanto tempo ragazzi, sono altri 2 capitoli di cui un epilogo. So che vi ho fatto aspettare troppo ma il lieto fine è vicino ed è meglio tardi che mai!
Un bacio.
Mya

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