Venti

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Lei, è stato un evento
che mi ha travolto fortemente,
troppo fortemente.
Ed io, forse, ero troppo distratto
o troppo disattento
per non innamorarmi.
C. Bukowski

Simone sta preparando uno spuntino, la signora Veronica e il marito stanno riposando. Cerca di non far rumore per non svegliarli. La casa in cui abita è molto sfarzosa con i suoi divani in pelle, docce idromassaggio, piscina in giardino, una gigantesca sala giochi annessa alla sua camera da letto. Lui non è stato mai interessato ai soldi, allo spreco di denaro. In casa sua ne girava molto prima del divorzio dei suoi, è stato il periodo dell'infanzia in cui tutto andava bene prima che la situazione peggiorasse a causa di quel mostro del padre. Lui si gratta il mento. Ora ha voltato pagina, dovrebbe non pensarci e invece...
Il male è sempre nei suoi pensieri.

Il giorno precedente la signora Veronica ha preso una sedia e si è seduta accanto a lui. Gli ha posto un paio di domande, voleva conoscerlo perché in questi pochi giorni è apparso restio ad aprirsi. Ha dimostrato di non esserne in grado.
La ferita è ancora aperta e la sua guarigione è nelle mani del tempo.
Veronica l'ha capito difatti si è alzata, ha messo a posto la sedia e gli ha accarezzato il capo prima di andarsene. È molto premurosa anche se Simone non è un tipo affettuoso.
Probabilmente sono troppe brave persone per meritarlo anche loro.
La notte Veronica apre la porta della camera da letto e resta sulla soglia a guardarlo dormire per accertarsi che non abbia gli incubi. Il ragazzo l'ha vista però non ha mai tirato in ballo l'argomento. Sua madre aveva la stessa abitudine quando era piccolo.
Si addormentava con lui fino alle prime luci dell'alba. Poi lo lasciava per andare a lavoro e quando il piccolo si svegliava strillava e piangeva notando il cuscino vuoto al suo fianco.
Si calmava dopo un po', accendendo la tv e seguendo i cartoni.

Col tempo smise di piangere per quel motivo. Era cresciuto ma il pianto divenne uno sfogo necessario per superare le violenze subite dal padre, le violenze che infliggeva sulla madre.
Simone strappava fogli, sfoderava cuscini, prendeva a pugni i muri.
E poi finito lo sfogo stringeva tra le mani l'immagine sua e di sua mamma insieme, abbandonandosi ad un pianto calmo e scosso dai singhiozzi.

Il campanello di casa suona. Simone si alza il cappuccio della felpa adidas e va ad aprire con in mano il sandwich tostato. È la nipote di Veronica che lo saluta accennando un sorriso.
Ha una gonna cortissima e aderente con una canotta bianca da cui le si intravedono i capezzoli. Lui distoglie lo sguardo, si è vestita in quel modo per lui. Si morde l'interno guancia per non ridere.

-Ciao, zia c'è?- chiede con una vocina zuccherata. Se non fosse per quei modi provocanti, sarebbe una vera e propria bambolina.

-Si, dorme adesso- le fa cenno di entrare e lei non si tira indietro.

-Ti stai preparando da mangiare?- annuisce e morde il suo toast.

-Vuoi?- senza farselo chiedere due volte afferra la sua mano e addenta il punto in cui è stato già mangiato da Simone.

-Buono, grazie- scrolla le spalle e gli occhi di Simone ricadono sulla sua lingua che inumidisce le labbra sporche di nutella.

-Avresti fatto meglio ad aggiungere della panna-

-In realtà no, mi fa schifo- ammette con un'espressione disgustata.

-Peccato, non sai cosa ti perdi- afferma mordendosi il labbro inferiore. Sembra chiedere "scopami e fallo subito", pensa lui.

-Senti... Sei fidanzato?- si sposta i capelli dietro la schiena. Sono lunghi e biondi. Le arrivano ai fianchi.
Non belli come quelli di Sarah ma comunque di un bel biondo miele.

-No, tu?-

-Nemmeno, mi fa piacere che tu non sia fidanzato- dice spudoratamente.

-Perché mai?-

-Perché sei un bel ragazzo e pensavo fossi già impegnato- ride malizioso.
Gli fa piacere il complimento ma essere valutato solo per l'aspetto fisico crede lo renda più insipido di quanto non lo sia già.

-Ti sto mettendo in imbarazzo?-

-Me? Io non sono mai in imbarazzo!- esclama tirando i lacci della felpa.

-Mh... e se mi avvicinassi, come la prenderesti?- in pochi secondi se la ritrovo di fronte, le sue tette sono perfettamente visibili da quella canotta. Sono davvero belle.

-Non me la prendo, semplice- la provoca con un sorrisetto beffardo.

-Ho voglia di baciarti- mugola passandosi la lingua sulle labbra.

-Fallo, se ti va- non sarà lui a baciarla.
Deve essere lei a fare la prima mossa.
Si fa ancora più sotto. Lo prende per il mento. Chiude gli occhi. Qualcosa nei meandri della sua testa gli urla che tutto ciò è sbagliato, che al posto di Angela dovrebbe esserci Emma.
Prova a immaginare che sia lei mentre Angela s'infila nella sua bocca insistentemente. Questo bacio non gli dà nulla e lei non lo eccita per niente eppure non si scosta. Immobile, tenta di non mostrare la sua riluttanza e lascia che sia lei a staccarsi. Quando lo fa, la guarda perplesso. È soddisfatta mentre lui no.

Buon mercoledì!
Rieccoci con il nuovo capitolo. Cosa ne pensate di questi nuovi personaggi? Ci sarà un ritorno di fiamma tra Simo ed Emma? Continuate a leggere perché ne vedremo delle belle.
Mya 💕

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