Tredici

372 23 0
                                    

Emma guarda la tv sul divano.
Amici di Maria De Filippi, il pomeridiano su Real Time. Per lei è uno dei talent show migliori, lo segue da quando andava alle elementari.
Una delle sue cantanti preferite è stata sfornata proprio da quella trasmissione, la bellissima Emma Marrone che ha il nome simile al suo. Emma pensa che sia l'ideale di persona da prendere come esempio. Quella ragazza ne ha passate molte nella sua vita ma è riuscita sempre a rialzarsi, più forte di prima.
Schiaccia il ketchup sulle patatine.
Ha il piatto davanti a sé. La madre le ha imposto di non sporcare e quindi deve stare attenta ad ogni minima azione. Finito il pomeridiano, spegne la tv e va in cameretta.

Kurt è seduto a terra a giocare con le automobiline. I bambini sono noiosi, Emma ne è convinta però c'è un aspetto positivo. Il bello dell'infanzia è che ci si accontenta di tutto. Si ha così tanta fantasia che anche con delle penne o dei bicchieri, il divertimento è assicurato.
Quando una persona cresce invece si stufa di ogni cosa, troppo in fretta.

Emma ricorda la volta in cui iniziò a stancarsi di giocare con le Barbie, in seconda media. Le sembrò tutto monotono e terribilmente inutile.
Prima le piaceva togliere e mettere vestiti, pettinarle, farle parlare, innamorare, creare situazioni da film.
Tutto è sfumato non appena è diventata signorina, in estate, il sedici di Luglio. Un giorno come tanti, lei aveva da poco compiuto dodici anni.

Era alla festa di un parente e le venne un leggero mal di pancia. Non gli diede molto peso e non fece smorfie di dolore. Passò quasi subito.
Il mattino, l'amara scoperta. Emma sapeva già come funzionavano le cose, non perché gliel'avessero spiegato i suoi genitori. Lo sapeva perché nella sua classe molte ragazze prima di lei avevano già il ciclo, come Mariana. Fu lei a spiegarle tutto, una notte, chiuse nella sua stanza mentre la tv era accesa ma a basso volume.

Emma si dirige verso il cassetto della scrivania. Ha un bisogno esagerato di scrivere. Le formicolano le mani.
È dispiaciuta e preoccupata per Simone, in tv parlano ancora di lui.
A Emma non dispiaceva affatto averlo qualche altro giorno alle calcagna.
In fondo parlare con lui era stimolativo, quasi... eccitante.

Fruga tra le penne sparpagliate, i quaderni, fogli di carta, libri.
Il diario non c'è. Apre e richiude tutti i cassetti. Li svuota e poi riempie.
Mette la sua camera a soqquadro pur di trovarlo.

<L'avevo messo qui...> bisbiglia.
Kurt cattura la sua attenzione.
Il bambino sta per i fatti suoi, inginocchiato sul tappeto, concentrato al massimo nei suoi giochi.

<Kurt, per caso hai visto il mio diario? Quello con i fiorellini blu e i fiocchetti? Ha anche il lucchetto> Kurt è talmente preso da quello che sta facendo che manco l'ascolta.

<Kurt!> lo rimprovera.
Il bambino fa un balzo in piedi.

<Cosa ho fatto?>

<Hai visto o no il mio diario con il lucchetto?> scuote la testa timidamente. Emma percepisce qualcosa di strano in lui.

<Se sei stato tu a prenderlo dimmelo per piacere, mi serve> gli consiglia pazientemente.

<Non sono stato io> risponde Kurt.
Emma sospira e scende giù dalla madre. Ha le mani sporche di detersivo per lavare i piatti, la schiuma scivola lungo il suo gomito.

<Mamma, hai visto il mio diario?>

<No, Emma. Nella tua stanza non sono entrata proprio in questi giorni e penso che dovresti riordinarla. C'è polvere dovunque> Emma alza gli occhi al cielo. Lei cerca ostinatamente il suo diario smarrito e la madre pensa alla polvere?

Corre dal padre che è impegnato nella lettura del  giornale.

<Pà! Hai visto tu il mio diario?> l'uomo la guarda interrogativo.

<Quale diario?>

<Quello che sta nella mia cameretta o meglio stava prima che scomparisse!> Emma comprende che nemmeno il padre è a conoscenza di dove sia.

Delusa e affranta, si lancia sul letto a peso morto, con la faccia sul cuscino.
Lei non l'ha mai spostato dalla sua cameretta quindi non ci sono probabilità che possano averlo preso per sbaglio la madre o il padre.
Kurt è l'unico che può saperne qualcosa ma afferma il contrario.
Emma non sa se credergli oppure no.

<Kurt mi stai dicendo una bugia, l'hai preso tu!> l'accusa.

<Non è vero! Non ho preso niente!> ribatte sicuro di sé.
Emma perde ogni speranza di poterlo ritrovare. In quella casa scompaiono oggetti ogni giorno, forse sarebbe il caso di chiamare uno scaccia fantasmi come nella serie dei Ghostbusters.

<Non lo portasti a scuola?> chiede intimorito il fratellino.

<Mh... si ma dopo la sospensione lo misi nel cassetto della scrivania.
È assurdo che sia scomparso! Chi può aver preso il mio diario se non entra mai nessu... no qui> la ragazza rivede Simome che si sistema i jeans, dopo essere andato in bagno.
Lei l'aveva osservato con la coda dell'occhio prima che andasse via.

<Hai ricordato dove l'hai messo?>.
Emma scuote la testa. Non può averle fatto una cosa del genere, di Simone si può fidare. Certo, a volte si comporta da testa dura ed è un vero cretino ma lei non lo giudica perché non è nella sua posizione.

<No, forse l'ho buttato e non me lo ricordo più> Emma sorride al suo fratellino ma dentro sé vorrebbe urlare e piangere. Solo lui è entrato nella sua casa, mentre i genitori erano assenti. Spera con tutto il cuore che non legga della sua vita privata e che appena e se lo incontrerà, le chieda almeno scusa.

Ciao ragazzi!
Perdonatemi per l'orario, non è proprio da me pubblicare tardi ma penso siate comunque felici di leggere il capitolo anche se in ritardo. Come prosegue questa lettura? Mi auguro vi stia incuriosendo. Noi ci vediamo la prossima settimana, vi lascio un piccolo estratto dello scritto di Simone. Se volete leggerlo, scorrete la prossima pagina.
Un bacio!!💋
Mya💞

𝑭𝑰𝑮𝑼𝑹𝑨𝑻𝑰 𝑵𝑶𝑰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora