Diciotto

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Quanto dolore
c'è nella vita,
è vero,
ma quanta vita
c'è nel dolore?

Fabio Volo

Simone entra nella stanza della madre.
È sobbalzato dal letto dopo aver udito un urlo disperato.

<Mamma, che succede?> la madre è distesa sul pavimento. Trema e biascica. Lui impaurito la scuote per farla ritornare in sé.

<Tu... ragione... tuo padre...>

<Mamma, mamma!> Simone percepisce qualcosa di liquido scorrere lungo le sue dita. Se le porta al naso. È sangue.

Immediatamente si avvicina alla lampada sul comodino, la accende.
L'orrore che si manifesta davanti ai suoi occhi lo getta nel panico più totale. La mamma è in una pozza di sangue.

<Tranquilla, chiamo un'ambulanza, tu stai tranquilla> la rassicura prima di prendere la cornetta e digitare frettolosamente i numeri.

Il soccorso arriva dopo poco.
La caricano in barella e se la portano via. Lui è scioccato, si ferma sui gradini delle scale, con le mani sporche di sangue. I vicini spiano dalle serrande. Li ignora.
Infila le dita nei capelli. Aveva avvisato la madre e lei non ha voluto ascoltarlo.

Emma non ha un diario né un'agenda dove poter scrivere. Sogna da diverse notti di baciare Simone e la mattina si sveglia con l'amaro in bocca. A volte i sogni sono così nitidi che lei ha la convinzione si tratti di realtà non di fantasia. Appena lo pensa, il suo cuore inizia a picchiare forte come un tamburo. Si porta una mano al petto e respira forte per farlo cessare.
È cotta a puntino ma non è ricambiata.
Lui la vede come un'amica, questo non è riuscito a dirle l'ultima volta.
È scappato perché non sapeva come dirglielo, Emma l'ha capito.

Lei vorrebbe solo fargli sapere che non è dispiaciuta del suo atteggiamento. Meglio averlo come amico che perderlo per sempre.
Anche se vederlo con un'altra ragazza sarebbe uno strazio, lei lo accetta.
Merita di più, probabilmente.

A tavola parte il tg. Una notizia flash riguardante una madre in fin di vita, trovata dal figlio sotto shock in una pozza di sangue. Emma segue attentamente. Quando inquadrano la casa di Simone, le si blocca il respiro.

<Non è possibile> sussurra inconsciamente.

<È la casa di quel tuo compagno di classe, Emma!>

<Dici? Non so... Boh>

<Si! Quello che è fuggito di casa con il padre violento. Ora che sarà accaduto?> la madre di lei interroga il marito che scrolla le spalle.

<Tentato suicidio o omicidio, sicuro. Non sono belle persone, meglio starne alla larga> prende la forchetta e infilza l'insalata nel piatto. Emma non vuole credere al fatto che il padre abbia pronunciato quelle terribili parole.

<Non dire così papà, sono umani come noi, solo più sfortunati.
Simone è sfortunato> si lascia scappare.

<Quel ragazzo che l'altra volta ti portò  il diario?> s'intromette Kurt, peggiorando la situazione.
Il padre di Emma si ferma con la forchetta a mezz'aria.

<È venuto qui? Tu hai
parlato con lui?> la ragazza non ha idea di quale scusa inventare.

<Ehm... no, non lui, un altro>

𝑭𝑰𝑮𝑼𝑹𝑨𝑻𝑰 𝑵𝑶𝑰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora