Quella sera finalmente sarei uscito con Jimin, onestamente non sapevo cosa aspettarmi da quell'appuntamento, dopo quello scambio di post-it con il maggiore dove mi ero stupidamente dichiarato e aver collezionato un netto rifiuto da parte di Jimin mi ero sentito ridicolo e ferito nell'orgoglio, erroneamente avevo pensato di far finta di niente e cambiare argomento o non rispondere più, ma qualcosa mi aveva indotto ad insistere e sapevo anche cosa, non accettavo di essere rifiutato e conoscendomi non lo avrei mai fatto, purtroppo Jimin per me non era come le altre mie conquiste, no era diverso. La verità era che desideravo quel ragazzo e lo volevo solo per me ed ero felice del fatto che alla fine il maggiore avesse ceduto, certo non era stato difficile, ma qualcosa mi diceva che non sarebbe stato altrettanto difficile farlo innamorare di me, dopotutto se Jimin avesse davvero voluto non avrebbe ceduto, era troppo testardo, quindi questo mi faceva pensare che avevo almeno una piccola possibilità con lui. Dopo essere stato un quarto d'ora davanti al mio armadio optai per un pantalone skinny nero con degli strappi al ginocchio, una maglietta nera con lo scollo a v e, una giacca di pelle del medesimo colore della maglietta, con delle timberland anch'esse nere di pelle, una volta che fui pronto presi il cellulare e le chiavi di casa uscendo fuori dall'abitazione, erano quasi le 20:57 e decisi di aspettare Jimin appoggiandomi alla porta del mio appartamento. La porta dell'appartamento di fronte al mio si aprì alle 21:00 in punto rivelando un Jimin dai capelli ora neri e non più rosa e, bastò quello per farmi rimanere imbambolato, era bellissimo e i capelli neri gli stavano stupendamente, aveva una leggera linea di eyeliner a risaltargli lo sguardo, una camicia nera con i primi due bottoni slacciati infilata nei pantaloni skinny neri che gli fasciavano le gambe alla perfezione e, una sola parola aleggiava nella mia mente per descrivere Jimin, illegalità. Quando finalmente si accorse di me mi guardò stupito nel trovarmi lì ad aspettarlo, ma si riprese subito avanzando poi verso di me con un lieve sorriso su quelle carnose e rosee labbra, che avrei tanto voluto assaggiare e lo avrei fatto ma non in quel momento.
" Ciao Jimin, sei puntuale come un orologio svizzero."
Dissi tentando di smorzare la tensione e, l'imbarazzo che si era creato tra noi.
" Ciao anche a te Kookie, non mi piace far aspettare le persone."
Disse il corvino giocando con le sue minute dita, avrei voluto farlo sentire meno nervoso ma purtroppo lo ero anche io.
" Allora andiamo Jimin? "
Dissi sorridendogli per rassicurarlo almeno un minimo e, lui mi sorrise di rimando facendo un segno di assenso con il capo, scendemmo le scale fino ad arrivare al' uscita del complesso di appartamenti uscendo fuori dal portico, quella sera avevo deciso di portarlo in un ristorante giapponese non sapevo i suoi gusti tuttavia, speravo che sarebbe stato di suo gradimento. Quando entrammo all'interno del ristorante tutto era sobrio ed intimo e soprattutto pieno di coppiette, gli interni erano in bianco e nero che davano un tocco di eleganza al tutto, la cameriera ci scortò al nostro tavolino e ci sedemmo uno di fronte all'altro, la cameriera ritornò per consegnarci i menù e si congedò subito dopo, iniziai a sfogliarlo e dopo un'attenta perlustrazione io e Jimin decidemmo di ordinare una barca media che avremmo diviso entrambi, così da avere la possibilità di assaggiare più cose, dopo un po' la cameriera ritornò per prendere il nostro ordine prendendo poi i menù e congedandosi subito dopo, vidi Jimin guardarsi intorno adesso più a suo agio e questo mi rincuorò.
" Come mai hai cambiato colore di capelli? "
Dissi curioso di sapere il motivo di quel cambio.
" Tra poco dovrei dare l'esame finale per laurearmi e, non era consono presentarmi davanti a una commissione di professori in prevalenza esterni con i capelli rosa, quindi ho optato per un colore più sobrio. "
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Apartments 38/ 39. Jikook
HumorTratto dal Primo capitolo: mi avviai vero la porta di ingresso aprendola per poi uscire, e attaccai il biglietto alla porta di quel ragazzo fastidioso, e rumoroso e solo allora lessi il nome affianco al campanello: " Jeon jungkook " era quindi que...